CARLO FIMIANI Underwater

di Dario Guardino
02 maggio 2022

recensione

CARLO FIMIANI
Underwater
Marekà
Underwater rappresenta il ritorno sulle scene da solista di Carlo Fimiani dopo il promettente esordio di Alter Ego (2000) ed il successivo Too Early (2007).

Dopo aver studiato con Brett Garsed, Scott Henderson ed il compianto Joe Diorio, Carlo Fimiani si diploma al Musicians Institute di Los Angeles; per oltre quindici anni supporta con il suo guitar playing Gino Paoli in tour e in studio, ma anche ulteriori artisti nazionali, tra cui Vanoni, Zarrillo e Zurzolo. Infine, mette a punto il suo metodo “Stili e Tecniche dei grandi chitarristi”, in cui sfodera il suo sterminato know-how. Ebbene, tornando alla discografia da solista di Fimiani, il nuovo Underwater può definirsi la fedele immagine della sua musica e musicalità: otto tracce intense, composte con maestria.

Con il ruolo di apripista, Snorkeling rimanda ad atmosfere a-là Mike Stern (di cui Fimiani è un fan), tanto a livello melodico, quanto a livello armonico, ma filtrate dal gusto e dalla sensibilità del chitarrista campano. Tramite le chitarre Schecter e gli ampli Mezzabarba (marchi di cui è endorser), egli scolpisce a meraviglia le frequenze del suo sound, così liquido e pieno al contempo,...

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armonico, intelligibile e così personale.

A conferma del know-how vasto e maturo e delle tecniche che Fimiani padroneggia, l’album procede con brani contrassegnati da umori differenti – dal funk di Funkdown allo “sbilenco” Le Note Di Pier (in cui egli sfoggia ispirati fraseggi a base di strink-skipping, la tecnica portata ai massimi livelli da Carl Verheyen) – aggiungendoci un gusto elegante e raffinato: prova ne è la rilettura di English Man In New York di Sting, risuonata utilizzando sostituzioni armoniche interessanti e supportata dalla voce di un Paolo Ryo che non si limita a fare il verso al celebre artista britannico.

In possesso di un tone stupendo – nei suoni più smaccatamente clean ma anche nei suoni lead (tallone d’Achille di molti musicisti) e nei crunch – Fimiani firma un album non per soli chitarristi (nell’accezione assolutamente positiva del termine!) ma apprezzabile da ogni ascoltatore attento ed appassionato.

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