MIKE ZITO & ALBERT CASTIGLIA
recensione
Blood Brothers è un viaggio che si dipana lungo undici tracce che scandagliano in profondità l’intero scibile della musica del diavolo, a partire dal brano di apertura, Hey Sweet Mama: un trascinante rock blues dal piacevole feel retrò.
Reminiscenze soul in In My Soul, introdotto da un classico strumming dal sapore Seventies, a cui fanno seguito due brani che non riportano la firma Zito/Castiglia: Tooth And Nail (di Tinsley Ellis) e poi My Business (di John Hiatt), quest’ultimo quello condito dal sapore più swamp del disco, nel quale Zito si appropria con disinvoltura dello slide.
A Thousand Heartaches è il brano che ha anticipato l’album in questione con tanto di video a sottolinearne un...
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gustoso sapore in vintage style; connotato da contributi soul/gospel, anche grazie ai cori avvolgenti di Jade Macrae e Dannielle DeAndrea, si tratta probabilmente del brano di più ampio respiro della tracklist, con tanto di assolo di un Joe Bonamassa incredibilmente melodico ed espressivo, a dispetto di chi talvolta gli nega tali doti…
In quanto all’equipment utilizzato in studio, Zito imbraccia una Telecaster, mentre Castiglia una Gibson Les Paul; più classico il primo e sanguigno il secondo, i due musicisti si completano magnificamente a vicenda, tanto nel sound, quanto nel guitar playing.
Minor blues come nella migliore tradizione, trascinanti shuffle, episodi più smaccatamente rock blues, Blood Brothers è un album che funziona da tutti i punti di vista; una tracklist dotata di tutti i presupposti per essere proposta sul palco, come le date soldout del tour Zito&Castiglia stanno facendo registrare ovunque..
Un album magistralmente mixato ed altamente variegato: in una parola sola, autentico.
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