MC5, a ottobre il nuovo album "Heavy Lifting"
Wayne Kramer oggi non c’è più, era l’unico sopravvissuto degli MC5, ed ecco allora che questo album non fa che consegnare l’eredità definitiva di un chitarrista dalla pennata abrasiva, creativo e musicale e, al contempo, l’anima di un convinto assertore del potere della musica di infrangere ogni barriera: sonora, politica e sociale.
In una intervista a “Uncut” dello scorso novembre 2023, Wayne Kramer aveva detto: “Vivere a lungo e mantenersi creativo. Questa è la mia attitudine. "Heavy Lifting" continua dove "High Time" ha terminato. E’ responsabilità di un artista il modo di riflettere i momenti di un’epoca; penso che il nostro album sia in sincrono con quel che accade oggi, con le sfide che dobbiamo affrontare, portando però un messaggio di positività...”
Nati a Detroit nel 1963, gli MC5 (abbreviazione di Motor City Five) si sono accaparrati lo status di pionieri di quel punk e rock di protesta che ha ispirato...
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una pletora di band (The Stooges, Ramones, Sonic Youth, The Clash, Rage Against The Machine, Pearl Jam, Foo Fighters...) ed alimentato il suono di generazioni di musicisti venuti dopo.
Nella lineup vi sono allora Rob Tyner (microfono), Fred “Sonic” Smith (chitarra ritmica), Michael Davis (basso), Dennis Thompson (batteria), nonché Wayne Kramer (chitarra solista) a guidare le fila imbracciando la famosa Stratocaster a stelle-e-strisce divenuta il simbolo stesso della band.
La band incendia le platee, miete ovazioni, pubblica due album, ma poi deve fare i conti con disavventure, guai, tragedie [tra cui la morte di Fred Smith nel 1994] e cambi di lineup, fino allo split del 1983.
Nel 2004 i tre MC5 delle origini (Davis, Kramer e Thompson) mettono in piedi i DKT/MC5, coinvolgono via via amici/musicisti a completare l’organico [tra essi anche Lemmy dei Motorhead e Ian Astbury dei The Cult] e si imbarcano in un world tour che li vede accanto a Mudoney, The Hellacopters, The Lemonheads e altri power-combo sulla scena. La band si mantiene stabile negli anni a venire ma nel 2012 la scomparsa di Michael Davis determina un nuovo split.
Nel 2018 Kramer annuncia il tour dei 50 anni di "Kick Out The Jams" [il live album degli MC5 del 1969] ed una formazione che lo vedrà alla chitarra accanto a Kim Thayil e Matt Cameron (chitarrista e batterista dei Soundgarden), Brendan Canty (batterista dei Fugazi), Doug Pinnick (bassista dei King’s X), Marcus Durant (vocalist) e Don Was (bassista e produttore). Pinnick sarà poi sostituito da Billy Gould (dei Faith No More), mentre Dennis Thompson non sarà parte del tour.
Nel 2022 Wayne Kramer annuncia che è giunto il momento di mettere in cantiere nuova musica per gli MC5, dunque un nuovo album, una nuova formazione [ci sarà anche Dennis Thompson in due tracce] e con niente di meno che Bob Ezrin alla regia; ebbene, quel nuovo album è "Heavy Lifting" ma Wayne Kramer non ci sarà a festeggiare [è scomparso il 2 febbraio 2024] e nemmeno Dennis Thompson [scomparso qualche mese dopo, l’8 maggio 2024]: non ci sarà più nessuno degli MC5, ma quel che resta è la loro impronta decisamente indelebile.
Co-autore di dodici dei tredici brani della tracklist di "Heavy Lifting", insieme a Brad Brooks (vocalist), Wayne Kramer imbraccia la sua chitarra, ed accanto a loro ci sono Vicki Randle (basso), Abe Laboriel Jr. (batteria), Stevie Salas (chitarra) e Joe Berry (degli M83 alle tastiere) e una pletora di amici/colleghi nelle vesti di special guest: Slash, Tom Morello, William DuVall (Alice In Chains), Vernon Reid (Living Colour), Tim McIlrath (Rise Against) e Don Was.
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