Slayer Kerry King Repentless new album!

di Paolo Battigelli
30 maggio 2016

intervista

SLAYER
KERRY KING
REPENTLESS
E’ in uscita Repentless, il nuovo album di studio degli Slayer sarà il primo senza Jeff Hanneman e con Gary Holt in arrivo dagli Exodus, nonché il primo con Paul Bostaph ufficialmente in squadra. Un album “heavy, oscuro, volubile e spettrale...” - per descriverlo nelle stesse parole di Kerry King...

Gli ultimi quattro anni sono stati probabilmente i più turbolenti della carriera degli Slayer. Tragedie, avvicendamenti, dispute legali, affermazioni e smentite rimbalzate sui media e sulla rete con cadenza regolare. Quasi si trattasse di una soap opera in salsa metal. E un album, tra i più attesi del 2015, la cui gestazione definire travagliata è puro eufemismo...

Quattro anni di turbolenze nel cielo marchiato Slayer ma ora, finalmente, le nubi iniziano a diradarsi e la pubblicazione dell’undicesimo lavoro di studio della band di King e Araya è vicina.

SLAYER 2015
Tom Araya (lead vocal/bass) – Kerry King (guitar) – Gary Holt (guitar) – Paul Bostaph (drum

PUNTATE PRECEDENTI...
E’ il maggio del 2011, e il cielo sopra gli Slayer appare sgombro di nuvole. L’allora batterista Dave Lombardo, alla domanda se la band avrebbe...

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inciso un nuovo album, risponde deciso: “assolutamente sì!”

Il 7 ottobre Reign In Blood (1986) celebra i suoi primi 25 anni, e per l’occasione viene eseguito integralmente in un torrido concerto al londinese Alexandra Palace. Nulla lascia presagire ciò che sta per accadere...

Pochi giorni dopo Lombardo posta un tweet in cui afferma che gli Slayer hanno iniziato a comporre nuovo materiale, sottintendendo un miglioramento delle condizioni di salute di Jeff Hanneman (vittima del morso di un ragno), tanto da permettere al chitarrista di essere presente in studio.
Le session si dovrebbero tenere nel marzo del 2012, affinché l’album sia pronto per il successivo tour estivo. Kerry King rende anche noti due titoli, Chasing Death e Implode. Poi la situazione precipita.

Nel febbraio del 2013 Lombardo viene licenziato su due piedi, poco prima dell’esibizione all’Australian Soundwave Festival.
Divergenze contrattuali, come verrà detto, e divulgazioni di notizie vincolate da una clausola di segretezza. (Pare che Lombardo abbia aspettato che la band fosse sull’aereo diretto in Australia per fiondarsi su internet e spiattellare al mondo fatti privati riguardanti la band).
La band rilascia un annuncio ufficiale che recita “Mr. Lombardo si è presentato meno di una settimana prima della trasferta in Australia con una serie di nuove richieste incompatibili con quelle stabilite in precedenza...” Risultato?
Il batterista viene sostituito da John Dette per il Soundwave Tour, poi, in maggio, dichiarato ufficialmente fuori dai giochi, viene e sostituito da Paul Bostaph. Una situazione complicata.

Il peggio sta però per arrivare. Il 2 maggio del 2013 Jeff Hanneman perde la vita per complicazioni epatiche dovute a una cirrosi in stato avanzato: complice il morso del ragno di cui si diceva prima.

Tutto sembra congiurare contro gli Slayer.
King, in ogni caso, conferma l’intenzione della band di continuare (“vogliamo andare avanti, e lo spirito di Jeff sarà sempre con noi...”). Tom Araya pare più scettico, ammettendo che dopo 30 anni con Jeff in squadra, significherebbe “voltare completamente pagina...” dubitando che i fan approverebbero.
La realizzazione del successore di World Painted Blood sembra appesa a un filo. Ma, nell’aprile del 2014, durante la cerimonia dei Golden Gods Awards, la band presenta in anteprima Implode, primo inedito in 5 anni, annunciando di aver firmato con la Nuclear Blast. E, cosa più importante, di essere al lavoro per un album previsto per il 2015.

Gary Holt, che debutta proprio con Implode, come del resto Paul Bostaph, si conferma al posto di Hanneman, anche se non sarà coinvolto nel processo di composizione dei brani. Gli Slayer sono di nuovo in affari.

Il nuovo album
La prima mossa spetta a Kerry King.
In una intervista al magazine britannico Metal Hammer - dopo avere precisato che il rientro di Dave Lombardo non è previsto (“La porta è definitivamente chiusa... e devo dire che la serratura è di quelle a prova di ladro...”) - King anticipa qualche dichiarazione sul nuovo album dichiarando che Chasing Death è uno dei primi brani terminati. Un brano sull’alcolismo: “parla della gente che beve troppo” - spiega - “e finisce con l’inseguire la morte!" [chasing death]
Poi precisa: “sull’album sono presenti un paio di brani che i fan probabilmente conoscono: come Atrocity Vendor [pubblicato negli States come B-side dell’edizione in vinile di World Painted Blood] sebbene si tratti di versioni del tutto nuove... ”
In effetti, quella traccia è stata rivisitata con nuove parti di lead guitar e voce. Alla batteria c’è Paul Bostaph con il suo drumming potente e preciso: nulla da invidiare al predecessore... la band è soddisfatta.

Poi ci sono Implode (registrato nel 2014 e reso disponibile in download gratuito sul sito della band ma ora rivisitato) e When The Stillness Come in una versione del tutto nuova rispetto a quella uscita in occasione del Record Store Day.

Implode è un classico brano Slayer, con una intro lenta e oscura e un riff inquietante seguito da uno speed metal beat di quelli che “non ti levi più di dosso!”
Il bassista/cantante Tom Araya recita versi cupi che parlano di resurrezione e di un inevitabile “sterminio dell’umanità”, mentre la BC Rich di Kerry King sforna un lungo assolo con tanto di wah-wah, prima di chiudersi in un gemito da brividi. Esattamente ciò che un fan degli Slayer si aspetta....

Riguardo a When The Stillness Comes, Kerry l’ha composto in uno stato d’animo insolitamente negativo: “ci trovavamo in tour in Europa nel bel mezzo di un trasferimento su un minivan... svariate ore pigiati come sardine...” - ricorda King - “me ne stavo scomodamente seduto nel sedile posteriore a fare nulla, così iniziai a rimuginare pensieri negativi e pieni di rancore. Il brano parla di un ragazzo che si sveglia di soprassalto nel bel mezzo di una scena del crimine realizzando di aver ucciso diverse persone...”
Il brano inizia con un angoscioso suono di chitarra prima di esplodere in un riff che più cupo non si può. [Da notare che il brano era già apparso, nella versione originale, in uno spot della casa automobilistica Scion; ma in versione strumentale, perché il testo era stato considerato “too dark” per il pubblico televisivo]

Il brano più heavy - un vero pugno allo stomaco - è Repentless che apre l’album. King l’ha definito The Hannemanthem ed è un omaggio a Jeff [Hanneman].
Granitici sono anche Vices, Take Control e Cast The First Stone: un tris che lascia senza respiro.

Piano Wire, infine, è una composizione di Jeff Hanneman rimasta incompiuta. Rivisitata da King, naturalmente ora la chitarra di Jeff non compare... “Per quel che ricordo quel brano risale alle session di World Painted Blood... questa sull’album è la versione completata e migliorata. Paul [Bostaph] ha suonato la batteria e Tom [Araya] ha ricantato le parti vocali...” (Esiste un ulteriore brano composto insieme a Jeff e che King ha preferito tenere nel cassetto per il prossimo disco).

In tutto i brani sono una dozzina, compresa la intro di cui si diceva: tutti con il loro mood, ma tutti nell’inconfondibile Slayer style. Rispetto a God Hates Us All, il nuovo lavoro è frutto di una selezione accurata, grande cura per i dettagli e un nuovo approccio. Dichiara Kerry King: “all'epoca di God Hates Us All [2001] ci eravamo messi totalmente dentro ciascun brano perché allora era trendy farlo, ma subito dopo mi ero reso conto che era stata una mossa sbagliata. Da allora non ho più ripetuto quell’errore...”

Il nuovo album pare dunque non riservare grosse sorprese: “sebbene ogni nostro disco aggiunga sempre qualcosa in più in virtù di una evoluzione naturale, questo non segna alcuna inversione di marcia: semplicemente heavy, oscuro, volubile e spettrale. Come sempre!”

I nuovi elementi della squadra - Paul Bostaph e Gary Holt - contribuiscono a rafforzare quel senso di unità tra i reparti (pare che la morte di Hanneman abbia riavvicinato a livello emotivo ed artistico gli stessi Araya e King).
Bostaph sfodera una buona tecnica, picchia duro e riesce a inventarsi qualche intervento persino elegante; anche se, trattandosi di Slayer, gli aggettivi paiono del tutto relativi (!) Oltretutto si è portato dietro una consistente frangia di suoi fan: la cui cosa, contribuirà ad innalzare la colonnina del gradimento nei confronti della band di Los Angeles.
A suo tempo ci fu Reign In Blood... e chissà se il nuovo album farà parte di quel Regno!

Ora che Jeff Hanneman non c’è più...


L'interrogativo dei fan riguardava l’assenza di Jeff Hanneman. Avrebbe influito sulla riuscita del nuovo album? I primi step della sua gestazione non sono stati semplici ma poi gli Slayer ce l’hanno fatta: apporre il loro inconfondibile sigillo lungo tutta la scaletta del nuovo album.
Infine, una nota. Dodici dei brani realizzati sono finiti sull’album, mentre altri sei sono già pronti per il prossimo. Come dire che Kerry e soci hanno ripreso a carburare...

KERRY KING, in breve


Kerry King nasce a Los Angeles nel 1964; suo padre è un collaudatore di aerei e sua madre impiegata in una azienda di telecomunicazioni. Riceve un’ottima educazione in molti campi e la sua iniziazione alla musica è abbastanza casuale.
Non mi interessava imparare a suonare uno strumento, ma mio padre aveva in casa una chitarra e quella divenne una delle alternative che mi offrì per cercare di tenermi lontano dai guai... Il primo riff che imparai a suonare fu Children Of The Sea dei Black Sabbath. Me lo ricordo ancora.. [Da Slayer di Joel McIver - Edizioni Tsunami, 2008]
La sua prima chitarra è quella datagli da suo padre, una ottima Gibson-175 ma poco consona per il futuro re del metal. La prima più consona è una BC Rich Mockingbird, scambiata poi per una Strato L Series del 1963.

A intrigare il giovane Kerry sono i vari controlli e la dotazione generale della solid body con cui ha in mente di praticare. Invece, il primo giorno che la imbraccia, rompe il manico. Ma non si dà per vinto, sistema la questione e, in breve, acquisisce una certa padronanza. Impara a suonare brani come Cat Scratch Fever di Ted Nugent e alcune hit dei Judas Priest. [Stravede per KK Downing...]

Nel 1981 prende parte alle audizioni per entrare in una band e, quando è il momento di tornare a casa in attesa di un responso, Jeff Hanneman gli si avvicina: si mettono a suonare un paio di brani di Iron Maiden e Judas Priest, e l’intesa risulta subito perfetta. Naturalmente decidono di formare una band...

Il segno distintivo di Kerry sono i tanti tatuaggi che ha sul corpo, così un giorno la rivista Blender gli offre un tour negli USA per la promozione della nobile arte!? Chitarristicamente parlando, è innegabile che Kerry King abbia messo il suo segno distintivo negli anni Ottanta in ambito thrash metal. Una bandiera tenuta alta per tutti i Novanta sino a oggi, almeno sino alla morte di Jeff Hanneman...

Sin dall’inizio Kerry King sviluppa una pennata incredibilmente serrata, seguendo l’esempio di James Hetfield dei conterranei Metallica, mentre il suo approccio solistico è influenzato da band come Iron Maiden e Mercyful Faith. (Come testimonia Show No Mercy, 1983: il primo album degli Slayer).

Kerry King e Jeff Hanneman vanno d’amore e d’accordo, anche grazie al loro approccio chitarristico complementare: se King è irruento, grintoso e crudo, Hanneman è melodico e pulito. Il turning point arriva con il successivo Hell Awaits (1984) in cui gli Slayer danno vita a un discorso dissonante, stridente, urticante oltre ogni dire: per i critici assolutamente orribile, ma per i fan semplicemente fantastico!

Un altro asso nella manica risiede nella sua ritmica vigorosa. King ama suonare i riff a una velocità pazzesca (con picchi a 240bpm di metronomo) mantenendo una precisione millimetrica: cosa che ne fa uno dei chitarristi più veloci di tutto il metal world.

Ogni disco degli Slayer contiene brani iperveloci e ipertrofici: da Chemical Warfare (dall’ep titolato Haunting The Chapel) a Praise Of Death (da Hell Awaits), da Live Undead (da South Of Heaven ) a War Ensemble (da Season In The Abyss), all’intero Reign In Blood, considerato il loro picco creativo.

Tuttavia Kerry King non ama soltanto la velocità ed infatti sono parecchie le composizioni suonate con maggiore relax: interessanti e che pesano come macigni, cominciando da Spill The Blood (tratta da South Of Heaven) con una chitarra ficcante e pulita.
Dal canto suo, Gemini (unico brano originale dell’album di cover titolato Undisputed Attitude), segna l’esordio di Kerry King con la 7 corde che qui suona con un approccio doomy. Forse però il momento topico di King chitarrista è contenuto in Fictional Reality (tratto da Divine Intervention, 1994), in cui esegue serrati e intricati disegni di tapping .

Ad oltre 30 anni dalla pubblicazione del primo album degli Slayer, Kerry King rimane un’icona per almeno un paio di generazioni: e non solo per il suo guitar playing, ma anche per il carattere fumino, i tatuaggi che sfoggia, le litigate storiche con colleghi come Dave Mustaine e Robb Flynn (dei Machine Head), le prese di posizioni riguardo a ogni tipo di religione e l’amicizia con diversi colleghi... Dimebag Darrell su tutti.

Kerry King, gear


Sin dagli inizi, Kerry King utilizza chitarre BC Rich, cominciando da una Mockingbird rossa che decora con chiazze di vernice nera.

Della KKV Signature possiede diverse versioni con grafiche e finiture differenti. E, a proposito di personalizzazioni, ha una particolare testata Marshall JCM-800 in versione 2203 KKV con noise gate incorporato.

Oggi utilizza numerose chitarre BC Rich, tra cui Kerry King Signature V con pickup EMG 81 e 85 K King Signature, Metal Master V, Warlock e V-Tribe 25th Anniversary.

Le corde sono Dunlop: 009-042 con accordatura D#; 010-046 con accordatura C# e 010-056 con accordatura in B. Plettri Tortex Triangle .88 con grafica personalizzata.

Di norma Kerry King utilizza tre testate Marshall Signature basate sul famoso The Beast, il suo originale JCM 800. Utilizza wah-wah Dunlop Zakk Wylde (“perché é più cattivo di qualsiasi altro...”), MXR Flanger e ZW44 Berzerker Overdrive. Possiede anche un Dunlop Cry Baby che però utilizza di rado.

BC RICH GUITARS: KKV Signature V - KKW Metal Master V e Warlock -
KKV Speed V Handcrafted G2 - KKV Beast V N.T. - KKW Wartribe 7 Strings

Gary Holt


Chitarrista della Bay Area, classe 1964, le influenze di Gary Holt spaziano da Ritchie Blackmore a Michael Schenker, da Angus Young a Tony Iommi e, tra le band che adora, vi sono Venom, Motorhead, Black Sabbath e i primi Iron Maiden.

Nel 1981 si unisce agli Exodus, dopo che Tim Agnello decide di andarsene. Nel 1983 anche Kirk Hammett se ne va per unirsi ai Metallica e sarà Holt a guidare la band per diversi anni. [A tutt’oggi è l’unico membro degli Exodus ad aver suonato su tutti gli album]. Una curiosità. Gary Holt e Rick Hunolt (ulteriore chitarrista della band) vengono ribattezzati H-Team.

Il 12 febbraio 2011 viene diramato un comunicato in cui si dice che Gary Holt sostituirà temporaneamente Jeff Hanneman negli Slayer. Con la scomparsa di Hanneman diviene membro ufficiale della band losangelina.

Dopo svariati anni e alcune signature marchiate Schecter, nel settembre del 2014 passa a ESP Guitars, contando ad oggi una sua versione Signature della Eclipse.
In precedenza aveva usato chitarre Ibanez, BC Rich, Jackson e Yamaha.

Attualmente (con gli Slayer) utilizza ampli Marshall DSL100H. Con gli Exodus ha utilizzato Engl Savage 120 Amp e Kemper Profiling.

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