Subdecay Vector Analog Preamp... 11 pedali in 1!

di Redazione
12 novembre 2018
Portarsi dietro un sacco di amplificatori differenti è il sogno di ogni chitarrista sul globo e, spesso, resta tale… Disporre di una pedaliera affollata per generare magari giusto un paio di suoni, non è una grande idea. La soluzione a questo dilemma si chiama Vector Analog Preamp proposto dalla statunitense Subdecay: in buona sostanza, come avere 11 pedali in 1, ma senza i problemi che undici pedali potrebbero generare.

Il pedale Vector, peraltro di piccole dimensioni, impiega una tecnologia digitale per il controllo dei vari stadi di gain e di tutte le variazioni timbriche possibili, mentre la circuitazione preposta a processare il segnale della chitarra collegata, è assolutamente analogica. In buona sostanza, intende proporre il meglio dei due mondi.

Ulteriore peculiarità: Vector non propone dei modelli di suono, ma consente al chitarrista di modellare i propri suoni col supporto degli 11 effetti selezionabili tramite l’apposito selettore rotativo. Tali effetti si chiamano Drive 1, Drive 2, Crunch, Vintage, Fuzz 1, Fuzz 2, Meltdown, 1980s, 1990s, Modern 1 e Modern 2 e tutti sono modellabili tramite tre semplici controlli: Volume, Tone e Gain.

Subdecay official website

Disegnato e realizzato nell’Oregon statunitense – Chassis: die-cast – Dimensioni: 4,4”x2,3”x1,0” – Input/Output impedance: 1M/~5K – Alimentazione:...

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9V DVC o adattatore standard 18V DC –

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Drive 1: overdrive delicato da utilizzare con l’ampli pulito – Drive 2: effetto ricco di bassi ma con minor botta sui medi – Crunch: effetto con definizione armonica per stoppare le corde con il palmo della mano; l’ideale per i riff tipicamente rock – Vintage: effetto con una gran risposta sui bassi ma che non impasta le note – Fuzz 1: effetto nasale in stile anni ‘60 – Fuzz 2: effetto con molti più medi e acuti, tipo kazoo – Meltdown: come se fosse un pedale fuzz dentro un ampli al massimo, per un rock potente – 1980s: effetto per una saturazione tipo transistor, molto funky – 1990s: consegna un suono grosso, pieno e ricco di bassi, con un feedback facile da controllare; parecchio sustain – Modern 1: per le ritmiche pesanti, calde e coinvolgenti con la massima definizione degli accordi – Modern 2: armoniche esaltate e medio/bassi ingrassati per il rock odierno, per il metal e per un feedback inesauribile.

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