SMASH ATOMS Martin Söderqvist

di Andrea Martini
01 novembre 2024

intervista

Smash Atoms
Martin Söderqvist
Smash Atoms
Cristallizzano le influenze del rock e del grunge dei Novanta e ordiscono un ammaliante sound che, pur se massiccio e compresso, lascia spazio a linee melodiche che catturano l’ascolto sin dal primo momento. Non è un risultato semplice da ottenere, ma gli svedesi Smash Atoms ci riescono alla grande ed il loro album omonimo ne è una palese testimonianza.

La storia degli Smash Atoms inizia nel 2012 con la pubblicazione di un demo esplosivo e una manciata di concerti che esalta letteralmente il pubblico accorso. Poco dopo però Glen Gilbert (vocalist), l’unico statunitense della band, abbandona il progetto per mettere in piedi una formazione a tre, The Torch, in cui vi è anche Martin Söderqvist alla chitarra e voce. The Torch registrano due album, ottengono passaggi radiofonici sul territorio svedese e prendono a suonare nei Paesi scandinavi ed anche in Germania e in Italia. Poi il break.
Nel 2022 la band delle origini si riunisce e la nuova vita degli Smash Atoms riparte là dove tutto era cominciato: ora la band è formata da Glen Gilbert (vocal), Martin Söderqvist (guitar), Per Romvall (bass) e Peter Derenius (drum).

L’11 ottobre 2024 gli Smash Atoms hanno pubblicato l’album omonimo su M-Thery Audio,...

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e sono 11 tracce che fotografano e restituiscono l’immagine di una band capace di plasmare la loro peculiare ricetta sonora, forte della coesione e dell’intento di suonare per la musica, evitando gli sterili protagonismi degli ego. I singoli pubblicati prima dell’uscita dell’album hanno raccolto i consensi dell’audience anche sul territorio statunitense ed ora gli Smash Atoms sono impegnati nei club, mantenendosi pronti per salire sul palco dei maggiori festival rock della prossima estate.

Di seguito Martin Söderqvist ci parla del nuovo album, degli obiettivi degli Smash Atoms e, naturalmente, della sua strumentazione.

Martin, partiamo da Smash Atoms, l’omonimo album della band appena uscito: quando avete presentato il singolo Down, è entrato di filato nella rotazione radiofonica statunitense... Come avete festeggiato?
Siamo stati felici di scoprirlo ma in realtà si tratta di una piccola vittoria. Auspichiamo a qualcosa di più grosso con questo album e stiamo puntando all’obiettivo che abbiamo in mente e che al momento non abbiamo ancora raggiunto.

Ora state presentando il video di Bring The River, suoni grossi e compressi che supportano una linea melodia cantabile che contagia subito chi ascolta. Non è semplice ottenere un risultato simile, come ci sei arrivato?
Questo brano è uscito da solo un giorno, mentre stavo suonando la mia chitarra acustica... riff, linee melodiche e testo! In quanto alla produzione abbiamo avuto il privilegio di utilizzare strumentazione di alto profilo e di beneficiare della genialità del nostro produttore, Sebastian Olsson, così come di mix e mastering di Oscar Nilsson ai Crehate Studios di Gothenburg [Svezia].
Per Romvall [bassista della band e sound engineer] ed io avevamo ben chiaro in mente il suono che volevamo: moderno, articolato, carico di dettagli e di feel.

La sezione ritmica, basso e batteria, consegna alla voce e alla tua chitarra il terreno fertile su cui muoversi in tutta sicurezza: sei d’accordo?
Sono assolutamente d’accordo, la sezione ritmica è fenomenale! E’ grandioso essere l’unico chitarrista e poter suonare sulle straordinarie linee di basso di Per [Romvall]. In quanto a Peter [Derenius], il suo è un drumming molto umano; è un musicista che suona per la musica e non solo per fornire il beat di un metronomo.

Parlando di chitarre, nel video di Bring The River imbracci la tua Gibson SG rossa del 2018: l’hai customizzata in qualche modo, oppure si tratta della sua versione originale?
Nessuna customizzazione, tutte le mie chitarre sono originali. La mia Gibson SG Diavoletto, nel 2018 è stata la “chitarra del mese”. E’ una chitarra fantastica, con quell’attacco sulle medie fornito dai pickup burstbucker. L’ho utilizzata per tutti i brani del disco, unitamente alla Les Paul per una maggiore enfasi del suono.

Per le registrazioni del disco hai utilizzato anche una Gibson LP Standard ed una Fender Telecaster, è corretto? E ancora, utilizzi spesso le accordature drop, giusto?
Giusto! La Les Paul Standard 1987, originale, è la mia chitarra principale ed è quella che utilizzo in prevalenza sul palco. L’ho utilizzata per tutti i brani del disco, collegata alla testata Jad Freer Suprema, valvolare e tutta italiana, e ad una Orange, anch’essa valvolare. La Telecaster l’ho utilizzata per alcuni assoli, come quello in Buried Under The Open Sky. Adoro il suono delle corde e le sonorità rotonde e il suono di quell’assolo risulta così deciso, sporco, e persino che tira indietro... che poi, se lo ascolti con attenzione, non tira indietro ma restituisce quella sensazione nella giusta misura. Per rispondere alla seconda domanda, sì, per tutte le mie chitarre utilizzo l’accordatura Drop C.

In Sunshine e The End Of The Road appaiono invece le tue chitarre acustiche, tra cui una 12 corde, ce ne parli?
Ho scritto la maggior parte dei pezzi con una vecchia Simon & Patrick Custom. Anch’essa accordata in Drop C, che non è proprio l’ideale per il suo manico, ma ha funzionato bene per la composizione dei pezzi. Nel disco ho utilizzato anche una fantastica acustica Martin con le corde in acciaio e accordatura tradizionale che, al di là della mia Gibson Les Paul è la mia chitarra preferita. L’altra chitarra acustica che ho suonato è una Yamaha a 12 corde che si è comportata davvero bene nelle registrazioni tanto che penso la utilizzerò di nuovo in futuro. Come band abbiamo in mente un futuro album unplugged, quanto meno è nei miei piani.

In conclusione, Smash Atoms è appena uscito ed i primi singoli pubblicati stanno catturando l’audience: avete in programma un tour?
Sì, certo... pur se al momento nulla è confermato. Stiamo cercando opportunità per uscire a suonare con rock band importanti così da contare su vaste audience. Abbiamo suonato in un sacco di club per tutta l’estate e abbiamo parecchie date in questo autunno. Tra l’altro vogliamo tornare a suonare nel vostro Paese come avevamo fatto qualche anno fa con The Torch, era stato fantastico... Noi amiamo l’Italia!


Martin Söderqvist – Gear
Chitarre elettriche: Gibson LP Standard 1987 – Gibson SG 2018 – Fender Telecaster – Chitarre acustiche: Yamaha 12-string – Martin Steel String – Simon & Patrick Custom – Amplificatori: Jed & Freer Suprema 100W Tube Head + Cab 2x12” – Orange 50W Tube Head

Smash Atoms - dida foto 1
Smash Atoms (da sx) – Martin Söderqvist, Peter Derenius, Glen Gilbert, Per Romvall


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