MAURIZIO SOLIERI "Resurrection"

di Redazione
05 luglio 2022
Dieci tracce che riportano la sua riconoscibile firma, una chitarra che sa bene come muoversi, e una scaletta che percorre atmosfere e mood diversi: in estrema sintesi, sono queste le coordinate che caratterizzano "Resurrection", il nuovo album di Maurizio Solieri.

Un album musicalmente variegato – capace di passare dal pop (Tommy) all’hard rock (Rock'n'roll Heaven), attraversando le atmosfere delle ballad (Jimmy) e certi umori rollingstoniani (Checkin’ Out Your Throne) con tanto di fiati – Resurrection è nato dalla penna di Maurizio Solieri nel corso della pandemia ed è stato registrato agli studi Gadda di Bologna. Accanto a Maurizio, suo figlio Eric Solieri alla batteria e gli amici di sempre, Michele Luppi e Lorenzo Campani.

Rock'n'roll Heaven (Solieri-Luppi) – Cantato da Maurizio Solieri, questo brano nato dopo la scomparsa di Eddie Van Halen, ne percorre volutamente quel tipo di suoni e stile. “Nelle strofe riassumo i primi passi della mia vita di musicista… Sono nato in un piccolo paese, con tanti amici e nel periodo della scuola sognavo una chitarra elettrica. Negli incisi del pezzo immagino un ipotetico Paradiso di fantasia, dove diversi musicisti scomparsi, Eddie Van Halen, David Bowie, Chuck Berry, Amy Winehouse, parlano, ridono, bevono, suonano e si inseguono scherzando…”

Resurrection...

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(Solieri-Luppi) – In questo brano che snocciola un rock cattivissimo ma molto melodico negli incisi, è la straordinaria voce di Luppi a volteggiare insieme alle chitarre: “48 tracce sono abbastanza per me, mi sento cambiare sotto la pelle, la mia musica è colma di macchine e lussuria... Moooolto Rock'nRoll!”

I didn't Know (Solieri-Luppi) – Cantata da Solieri e Luppi, questa rock ballad risente delle atmosfere à-la Led Zeppelin, con tanto di tipico stacco mediorientale, mix di acustiche, elettriche e tastiere: “Trascorro tutto il tempo da solo, svegliando l’amore più profondo....” recita una strofa.

Jimmy (Solieri -Luppi) – Cantato da Solieri, questo brano scritto nel 1996 è un omaggio ai Dire Straits più classici, con tanto di Stratocaster a salire in cattedra. “Nella storia ci sono tre personaggi, umili, con pochi soldi ma tanti sogni: Jimmy, il marinaio, sogna una ragazza da un milione di dollari, Billy è un sarto e sogna una stilista del mondo di Hollywood, mentre Skippy è un mendicante che sogna una vita migliore e un po’ di caldo, e tutti sono lontani da casa…”

While The Lights Go Down (Solieri-Stella) – Questo brano rock si appropria della voce di Maurizio Solieri e di uno splendido assolo di Hammond: “Alla fine del giorno, quando le luci scendono, posso vedere la vergogna di questa parata di morti...” Molto dark.

Lacrime e Sangue (Solieri- Campani) – Cantato da Lorenzo Campani, questo mid-tempo melodico, si arricchisce di coese tessiture tra chitarre e tastiere, supportate dal ritmo ossessivo di basso e batteria: “Sei, luce di una luna sbiadita, eeh, dai tuoi occhi stacco la spina...”

Sei già Qui (Solieri-Campani) – Secondo brano del disco col testo in italiano, si avvale della voce di Lorenzo Campani, di un arrangiamento quasi grunge e di qualche umore à-la Springsteen. “Sei partita all'alba verso Londra, fuga dalla tua routine....” recita una strofa.

Checkin’ Out Your Throne (Solieri-Luppi) – In questo brano funky, cadenzato e ballabile, cantato da Solieri, è la sezione fiati a restituire le tinte più black, condite da riff di chitarra con venature à-la Keith Richards. “Puoi vivere senza di me, cercando una ragione di vita?”

Tommy (Solieri-Venturi-Campani) – Microfono affidato a Lorenzo Campani, per un brano che Solieri concepisce in una trasferta tra Firenze e Bologna: “Ho sviluppato il tema ispirandomi a un Wurlitzer ossessivo quando, all’improvviso, sono usciti certi Queen da cabaret ed un testo (di Lorenzo) che narra di uno strano personaggio, Tommy… Veste solo in stile glam, mangia come un facocero, ma non ingrassa mai!”

Renaissance (Maurizio Solieri) – Brano che chiude l’album ed unico strumentale della scaletta, risente della nostalgia dei Beatles: chitarre acustiche, archi e Dobro con tanto slide: una pennellata di melodia.


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