ALBERT CUMMINGS Ten

di Dario Guardino
01 novembre 2022

recensione

ALBERT CUMMINGS
Ten
Ivy Music Company
Ten – Come il titolo lascia intuire, si tratta del decimo album di Albert Cummings, chitarrista blues e cantante tra i più seguiti dell’attuale scena statunitense. Registrato a Nashville, più precisamente, nei celebri Phoenix Studios di Peter Frampton, con la produzione di una vecchia volpe come Chuck Ainlay (Mark Knopfler, Emmylou Harris, Peter Frampton…), l’album accoglie 13 tracce, in cui Cummings spazia con disinvoltura dal blues più viscerale a certi umori country, aggiungendo una buona dose di funk a speziare la ricetta, e coinvolgendo una lineup decisamente matura e coesa: Michael Rojas (tastiere), Rob McNelley (chitarra ritmica), Glenn Worf (basso) e Greg Morrow (batteria).

È un guitar playing scevro di manierismi ed orpelli, quello di Cummings, moderno ed essenziale, in grado di restituire in ogni occasione un linguaggio fresco e godibile, generando il coinvolgimento emotivo di chi ascolta. Tra gli episodi più riusciti della scaletta, Last Call vede un Cummings duettare con disinvoltura con Vince Gill, mostro sacro della chitarra country, esibendo un fraseggio magistrale a base di chicken pickin’ e double stops. Dunque, di nuovo country (la scelta di registrare l’album a Nashville non è affatto casuale…) nella suggestiva ballad Meet The Man...

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, eseguita in drop tuning.

L’autenticità di Cummings, il suo gusto e spontaneità, non vengono mai meno anche quando egli  decide di spostarsi verso lidi più smaccatamente rock-blues (Need Somebody) e funk (Alive And Breathing), così come nelle ballad più intime ed intense, tra cui quella Beautiful Bride, che dedica alla moglie cantando con particolare trasporto.

In estrema sintesi, Ten è un album ben suonato e congegnato e che, senza l’ausilio di articolate alchimie da studio di registrazione, restituisce un Cummings al top della forma. Il suo smagliante sorriso sulla copertina rende perfettamente l’idea…

Nota – Albert Cummings inizia con il banjo all’età di 12 anni e via via si addentra nei territori del bluegrass. Nel 1987 uno show di Stevie Ray Vaughan con i suoi Double Trouble, folgora il giovane Cummings e da quel momento il blues gli entrerà sotto la pelle. Sarà proprio la sezione ritmica dei Double Trouble (Chris Layton e Tommy Shannon) a produrre il primo album di Cummings, From The Heart (2003), dando il via al suo percorso da solista. Nel corso della sua pluridecennale carriera Cummings collabora con icone del blues, tra cui B.B. King, Buddy Guy e Johnny Winter.

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