GIOVANNI BAGLIONI Vorrei Bastasse
recensione
Coinvolgente e avvolgente, Emisferi è il singolo che ha accompagnato l’uscita dell’album: nel video, dal grande impatto visivo/emotivo, Giovanni Baglioni suona contemporaneamente pianoforte a coda e chitarra acustica (uno straordinario tapping con una sola mano e un utilizzo sapiente di accordature alternative) allo scopo di rappresentare due anime apparentemente distanti, ma che trovano nel dialogo in musica il terreno fertile...
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sul quale costruire e raccontare una storia.
Il successivo Il Giro Del Mondo In 80 Giorni, brano dal grande respiro, è un po' la summa di quanto detto, un viaggio in musica talmente estatico da fornire l’impressione di assaporare col pensiero colori, odori e sapori di culture provenienti da mondi lontani. Generalmente componenti come l’armonia e l’aspetto ritmico/melodico sono quelli su cui si basa l’ascolto attento della musica; Baglioni, invece, da artista interessato alle sfumature più dettagliate, va oltre: “Ho sempre ascoltato la musica con una attenzione più che maniacale, visto che sono convinto che una composizione vada rispettata in tutti i suoi aspetti, che non sono solo quelli più immediati come melodia, armonia, suddivisioni e ritmiche, ma anche ad esempio il sustain delle note, le legature o gli staccati, la precisa posizione dove suonare le stesse note e le precise diteggiature, proprio come si fa normalmente con lo studio del repertorio classico…”
Nella dolce ballad Il Rischio Dell’Emozione, Baglioni fonde alla perfezione la tecnica percussiva con l’utilizzo degli armonici, unitamente ad un sound acustico caldo e rotondo; mentre in quanto a Toro Seduto Ascendente Leone narra la vita e le vicende di un capo indiano immerso nella natura incontaminata; interessante lo sviluppo tematico fuso con il magma sonoro dell’accompagnamento percussivo e le intriganti aperture armoniche. In sostanza, cuore e tecnica convivono in perfetta simbiosi nella musica del chitarrista romano il quale, nonostante porti in dote l’evidente imprinting del suo mentore Tommy Emmanuel, riesce a distaccarsene esprimendosi con una voce propria ed uno stile riconoscibile all’istante. “Ho scoperto Tommy Emmanuel e il suo approccio alla chitarra acustica abbastanza tardi, intorno ai vent’anni; prima di tale folgorazione suonavo sì la chitarra acustica, ma in maniera tradizionale, con una band di amici; da quel momento ho iniziato uno studio preciso e metodico, basato sull’ascolto analitico sia di Emmanuel che di tanti altri come Erik Mongrain, Preston Reed e, soprattutto, Michael Hedges…”
In definitiva, Vorrei Bastasse è un album decisamente stratificato e ricco di spunti: da ascoltare ripetutamente, affinché possa essere goduto nella sua globalità.
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