NICKELBACK Get Rollin’ 

di Patrizia Marinelli
01 dicembre 2022

recensione

NICKELBACK
Get Rollin'
BMG
Abbiamo lavorato con un ritmo rilassato che ci ha concesso tutto il tempo per mettere a punto il nuovo album ed ora non vediamo l’ora che i nostri fan possano ascoltarlo! Quindi… let’s Get Rollin'!” – dichiaravano i Nickelback sui social fino a pochi giorni fa.

L’attesa quindi è terminata e, a cinque anni di distanza dal precedente Feed The Machine (2017), la band canadese pubblica Get Rollin’, il nuovo e decimo album di una carriera davvero ricca di successi.
Raccogliendo 15 brani solidi, congrui, genuinamente rock e con un’anima melodica sempre ben in evidenza, l’album apre con San Quentin , il singolo radio-friendly che ha preceduto il lancio; ispirato da una conversazione di Chad Kroeger (vocal/lead guitar) con un secondino della nota casa di reclusione californiana nel corso di una festa di compleanno [di Guy Fieri, autore televisivo statunitense] il brano mescola il rock all’atmosfera divertita di un party: l’assolo di Kroeger brilla, mentre il resto della band genera l’amalgama perfetto a sigillare l’ordito della texture.

Dopo un avvio sprint, l’album passa a Skinny Little Missy che, a partire dal...

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titolo, è il classico brano che ci si aspetta dai Nickelback: dinamico ed energico, gira intorno a un buon fraseggio di chitarra con tanto di assolo aereo; più scuro e duro rispetto al resto della tracklist, invita all’ascolto all’istante.

Una vena di nostalgia permea l’acustico Those Days , sorta di sequel di Photograph del 2005, poi arriva High Time , episodio originale, soprattutto per un gruppo come i Nickelback; un brano country metal (se la definizione ci è concessa…), con un retrogusto che sa di southern rock. Una nuova strada per i futuri Nickleback?

Con Vegas Bomb torna la vena giocosa e brillante della band canadese; qui due chitarre (Chad Kroeger e Ryan Peake) danzano a meraviglia in un’atmosfera stimolante, lievemente trasgressiva, molto anni Ottanta; segue quindi Tidal Wave con atmosfere estive sognanti che cullano un brano rarefatto, con la chitarra impegnata a raccontare una love-story. 

Does Heaven Even Know You’re Missing? è una ballad efficace e romantica, forse un po’ semplicistica nell’esposizione, là dove ritorna il country-sound già proposto da High Time. Matrice blues, tra suoni distorti e una ritmica ben presente per Steel Still Rusts , mentre è la vena romantica dei Nickelback a dominare Horizon.

Standing In The Dark premia il cantato incisivo di Chad Kroeger ed è una ulteriore testimonianza della sintonia tra i membri della band; chiude Get Just One More , melodia orecchiabile, apprezzabile riff di chitarra e l’interpretazione vocale decisamente in primo piano. 

Con all’attivo ben 60 milioni di copie vendute, protagonisti dell’airplay globale, i Nickleback – Chad Kroeger (vocal/lead guitar) – Ryan Peake (rhythm guitar) – Mike Kroeger (bass) – Daniel Adair (drum) – non si smentiscono e danno continuità a un percorso alimentato dall’esigenza di rimanere fedeli a se stessi: il loro nuovo Get Rollin’ , già definito tra i più riusciti del periodo più recente, consegna infatti una band più fresca che mai; riff efficaci, melodie accattivanti e, probabilmente, una nuova opportunità di scalare le classifiche e collezionare Awards. 

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