PATTERN SEEKING ANIMALS Only Passing Through
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recensione
Nel nuovo album, infatti, il combo statunitense si rifà ai classici canoni del prog, dunque alle suite sinfoniche e alle orchestrazioni più complesse, strizzando però l’occhio ad atmosfere di maniera, accessibili ai più. Ecco allora che in tale maremoto di emozioni, tra le sfumature di prog, rock e world music che si miscelano – sotto la guida del superbo Rick Mouser – i PSA si muovono con competenza e nonchalance; più precisamente, Joe Boegehold (compositore/mastermind) è impegnato con tastiere e synth ma anche con charango, ronroco, mandolino e ukulele, Dave Meros è al basso, Jimmy Keegan a batteria e cori e Ted Leonard a impegnato microfono e chitarra.
L’album apre con Everdark Mountain nel classico 7/8 del prog, una “cartolina” del talento dei tre musicisti in questione: corposo, potente e con il riuscito balance degli strumenti coinvolti, il brano mescola chitarra, mandolino e ukulele...
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con le corde elettriche, mentre sono il basso e la batteria a spingere sull’acceleratore.
Segue a ruota I Can’t Stay Here Anymore, con una intro avvincente che lascia quindi spazio a un chorus maestoso e melodico su cui i PSA si divertono a sperimentare combinazioni di suoni e ritmi.
L’assolo delle tastiere di Boegehold, con un suono da flamenco-violin, è il cardine su cui poggia Time Has A Way, uno dei brani più prog della scaletta, là dove i quattro musicisti si sbizzarriscono per oltre 13 minuti facendo intervenire gli strumenti più diversi, corni e conga inclusi.
Con il successivo Rock Paper Scissors l’ascoltatore tira il fiato ed è un feel nostalgico ad avere il sopravvento, con il cantato delicato di Leonard a pervadere l’atmosfera.
In Much Ado è di nuovo Leonard a salire in cattedra sfoderando i registri alti della voce ed una sentita interpretazione di stampo rock; poi è la volta di Only Passing Through con la sua fugace melodia frizzante e leggera che presto lascia spazio ad umori di stampo sinfonico.
Con la mano compositiva di Boegehold in evidenza ed il convincente riff della chitarra di Leonard ad aprire, Said The Stranger ben interpreterebbe il ruolo di colonna sonora di uno spaghetti western; chiude Here With You With Me, una ballad con tanto di sitar, assolo di chitarra e linea di basso prorompenti, a mostrare un lato quasi inedito dei PSA.
Due le bonus track: I’m Not Alright e Just Another Day At The Beach, giusto per chiudere in leggerezza un album coeso e tutto sommato piuttosto eterogeneo.
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