IN FLAMES Foregone

di Francesco Sicheri
01 marzo 2023

recensione

IN FLAMES
Foregone
Nuclear Blast
Sono trent’anni che gli In Flames mettono in subbuglio il mondo heavy metal, mescolando elementi di varia estrazione a quella proposta originaria che a metà anni ‘90 ha dato il via alla scena melodeath di Göteborg. Malgrado il sound di Lunar Strain e The Jester Race sia molto lontano da ciò che la band è divenuta nel tempo, il nuovo Foregone suonerà alle orecchie dei fan come uno dei migliori exploit della band negli ultimi dieci, forse quindici, anni.

Il passare del tempo e l’età si fanno sentire anche per gli In Flames, che sono maturati in una nuova e più pesata forma. Foregone è il primo album della band dal 2008 ad avere una lineup stabile rispetto all’uscita discografica precedente, e questo fa sì che il prodotto finale suoni compatto, potente e ben misurato.
Foregone è una commistione di molti elementi già ascoltati a più riprese nella carriera della band svedese, elementi che in questo caso si fondono in una ben riuscita forma corale. Da momenti più melodici e lirici (Pure Light of Mind), a cavalcate di stampo power (The Great Deceiver) passando per del thrash dal...

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piglio old-school (Meet Your Maker), gli In Flames imbastiscono un’uscita discografica che sembra non sprecare mai un solo secondo di tempo. Al lavoro del solito, ottimo e troppo sottovalutato, Björn Gelotte, si affianca quello di un veterano come Chris Broderick, ed il risultato finale parla da sé.

Foregone è un album maturo, un lavoro che non riporta il calendario al 1994, ma che invece continua a rafforzare un percorso di mutazione e crescita nel quale la band ha creduto per molto tempo con forza e tenacia.

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