Aaron Keylock - Cut Against The Grain

recensione
Undici tracce in cui il giovane di Oxford, con voce quasi monocorde, riesce a rendere viva la sua idea che “il rock 'n' roll permette di esprimere se stessi in molteplici modi, e la chitarra, con le sue diverse tecniche, sa trasmettere le più disparate emozioni”. A “parlare”, nel disco, è quindi proprio il suo strumento, in un mix grintoso e poliedrico tra le influenze di Aerosmith, Led Zeppelin, Steve Marriott, Robert Johnson e un pizzico di originalità.
Apre così l'album un'energica All the Right Moves, che prende le mosse dallo stile di Jimmy Page e...
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racconta con goliardico cameratismo la passione per una ragazza. Segue immediatamente Down, brano dal gusto blues-country, che da il via alla seconda “strada stilistica”, poi percorsa per tutto il disco, in uno scontro – o forse più un incontro – continuo, di cui fa la parte del leone proprio il brano che dà nome all'LP.
Ma non mancano, per contemplare la varietà musicale che una chitarra sa inscenare, una “rockeggiante”, tutta da ballare e saltare Medicine Man, e un brano più “easy”, costruito su un ritornello-tormentone, come Spin The Bottle. Poi ancora i lunghi introspettivi assoli dal gusto “seventies” di Just One Question, e una più malinconica ballata, Try (con accompagnamento al piano). Chiude l'album un appassionato e maturo inno alla determinazione, No Matter What The Cost.
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