Walter Trout, "We’re All In This Together" esce il 25 agosto
di Dario Guardino
29 giugno 2017
"We’re All In This Together" segna il ritorno in grande stile di Walter Trout dopo "Battle Scars", il suo album del 2015 tanto acclamato dalla critica.
Un album – "We’re All In This Together" – con cui i fan tireranno un gran sospiro di sollievo: l’occasione per riascoltare un artista ora in salute, dopo le vicissitudini dovute a un costosissimo trapianto di fegato che gli ha impedito di suonare per circa un biennio, oltre che a ridurlo in fin di vita…
Ebbene, con questo album (in uscita il prossimo 25 agosto 2017), l’artista del New Jersey esprime tutta la voglia di suonare e lo fa circondandosi della presenza di colleghi del calibro di John Mayall [Trout è stato membro dei Bluesbreakers], Ford, Bonamassa, Musselwhite, Landreth…. 14 tracce con cui si sviscera il verbo del blues in ogni sua declinazione.
Apre Gonna Hurt Like Hell, traccia in cui Trout duetta con Kenny Wayne Shepherd in un tipico shuffle, scambiandosi più e più volte il testimone e sciorinando fraseggi d’alta scuola.
Ad affiancare Trout in Ain’t Goin’ Back, è la slide guitar di Sonny Landreth – per molti il miglior slideman in circolazione – e anche qui l’adrenalina...
l'articolo continua...
Un album – "We’re All In This Together" – con cui i fan tireranno un gran sospiro di sollievo: l’occasione per riascoltare un artista ora in salute, dopo le vicissitudini dovute a un costosissimo trapianto di fegato che gli ha impedito di suonare per circa un biennio, oltre che a ridurlo in fin di vita…
Ebbene, con questo album (in uscita il prossimo 25 agosto 2017), l’artista del New Jersey esprime tutta la voglia di suonare e lo fa circondandosi della presenza di colleghi del calibro di John Mayall [Trout è stato membro dei Bluesbreakers], Ford, Bonamassa, Musselwhite, Landreth…. 14 tracce con cui si sviscera il verbo del blues in ogni sua declinazione.
Apre Gonna Hurt Like Hell, traccia in cui Trout duetta con Kenny Wayne Shepherd in un tipico shuffle, scambiandosi più e più volte il testimone e sciorinando fraseggi d’alta scuola.
Ad affiancare Trout in Ain’t Goin’ Back, è la slide guitar di Sonny Landreth – per molti il miglior slideman in circolazione – e anche qui l’adrenalina...
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si spreca, con i due che duettano in maniera egregia. Segue quindi Other Side Of The Pillow, e qui è l’armonica di Charlie Musselwhite a rendere l’aria ebbra di blues, mentre il playing di Trout trae nuova linfa e si mostra deciso, ruvido ed ispirato.
Mike Zito compare in She Listen To The Blackbird. Zito – musicista con i fiocchi che non ha ancora raggiunto il (meritato) riconoscimento popolare – duetta con Trout in questo classico rock blues in salsa southern decisamente accattivante.
In Mr. Davis appare niente di meno che Robben Ford con il suo spirito blues… che avremmo riconosciuto ad occhi chiusi senza bisogno di leggere i credits del disco (!) e poi arriva The Sky Is Crying (Elmore James) che vede un altro gigante affiancarsi a Trout: parliamo di Warren Haynes e di uno slow blues di 7: 21 che stende l’ascoltatore nel vero senso della parola!
Giunge il momento di Somebody Goin’ Down, con Trout sostenuto da Eric Gales, ulteriore talento della sei corde, in un rock blues perfetto per le sue scorribande. Si torna quindi in territori più in vintage style con il sax di Edgar Winter in She Steals My Hearh Away¸ il primo minor blues dell’album; quindi arriva un ulteriore grandioso shuffle con protagonista Joe Louis Walker che affianca Trout sulle note di Crash And Burn, mantenendo un suono più o meno clean ma ugualmente aggressivo ed incisivo.
In Too Much To Carry fa il suo ingresso in scena il cantante/armonicista John Nemeth in uno shuffle marcio e strascicato al punto giusto, mentre in Got Nothin’ Left arriva Randy Bachman (l’artista canadese, ex membro dei The Guess Who) e anche qui il feeling prende a sgorgare naturale ed immediato. Non si può dire che manchino gli assoli in questo album…
E’ la volta dell’armonica del leggendario John Mayall che arriva nel più intramontabile slow blues: Blues For Jimmy T. Qui Mayall e Trout due impartiscono una vera e propria lezione di stile cucinando il brano con gli ingredienti più tipici della musica del diavolo: semplicità e feeling.
La traccia a chiusura, We’re All In This Together, chiama in causa Joe Bonamassa a ribadire la sua caratura, pur se in una performance “fuori dal coro” rispetto a quella dei suoi illustri colleghi, ricca di note e un po’ meno di feeling.
In conclusione, We’re All In This Together è un album grandioso, suonato col cuore, e Walter Trout è tornato in pienissima forma: “sto trascorrendo i migliori anni della mia vita, ho più energia di un tempo… Apprezzo maggiormente la vita, la mia famiglia, la mia carriera…”. Il tutto si traduce in questo album che rappresenta, probabilmente, il punto più elevato della sua carriera.
Tracklist
1. Gonna Hurt Like Hell feat. Kenny Wayne Shepherd
2. Ain't Goin' Back feat. Sonny Landreth
3. The Other Side of The Pillow feat. Charlie Musselwhite
4. She Listens To The Blackbird Sing feat. Mike Zito
5. Mr. Davis feat. Robben Ford
6. The Sky Is Crying feat. Warren Haynes
7. Somebody Goin' Down Trout feat. Eric Gales
8. She Steals My Heart Away feat. Edgar Winter
9. Crash And Burn feat. Joe Louis Walker
10. Too Much to Carry feat. John Nemeth
11. Do You Still See Me At All feat. Jon Trout
12. Got Nothin' Left feat. Randy Bachman
13. Blues For Jimmy T.feat. John Mayall
14. We're All In This Together feat. Joe Bonamassa
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