Shuggie Otis

di Susy Marinelli
22 maggio 2018

recensione

Shuggie Otis
Inter Fusion
Cleopatra Records
Il mistero di Shuggie Otis è stato svelato...almeno in parte. Dopo un silenzio durato approssimativamente quaranta anni, il virtuoso del funk/blues/soul psichedelico è tornato a pubblicare un album da solista che proprio solista non è, anzi.
Per "Inter Fusion", infatti, il 65enne chitarrista originario di Los Angeles (da molti indicato come uno degli eredi ideali di Jimi Hendrix per la sua vitalità onstage, il suo carisma e una tecnica straordinaria…), ha chiamato a raccolta un quartetto di veterani del rock composto dal batterista Carmine Appice (Vanilla Fudge, Beck, Bogert & Appice), dal bassista Tony Franklin (The Firm, Roy Harper), dal produttore/tastierista Kyle Hamood (Them Guns) e dal chitarrista Aaron Kaplan. Tutti insieme per segnare questa svolta inaspettata della carriera di Shuggie, che dagli anni Settanta, ai tempi del suo “classico” Inspiration Information, non aveva più scritto materiale inedito, limitandosi a proporre versioni rimasterizzate dei suoi vecchi lavori (a partire proprio da Inspiration Information nel 2001).

Con il nuovo Inter Fusion, il chitarrista preferito dai produttori hip-hop (da adolescente è stato un guest di Frank Zappa in Peaches En Regalia) è uscito allo scoperto e lo ha fatto in grande stile. Un album perlopiù strumentale, in cui fuoriescono tutto il...

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suo amore per il soul punteggiato da una vena prog visionaria ed elettrica.

Apre Aphelion, un blues in minor con una intro di piano elettrico vintage e tanto spazio alla melodia, ricco di improvvisi cambi di tempo e con i riff di Otis in primo piano. Con Get A Grip l'atmosfera si fa più heavy grazie al tandem basso/batteria di Franklin/Appice che dà il suo meglio in un crescendo di backbeat e di ritmo in cui si inserisce alla perfezione l’organo tra spunti Sixtees, distorsioni e wah-wah.

La fa di nuovo da padrona la sezione ritmica in Ice Cold Daydream, brano funky dal groove interessante: la piena dimostrazione delle doti tecniche di Otis mai messe in dubbi. Un ritmo sincopato e pieno di vitalità agita le note di Woman, caratterizzato dalla cassa incisiva di Carmine Appice ma con una quota prog-sinfonica da non sottovalutare che va a rendere il tutto decisamente originale. Gli fa eco la jam di Sweet Surrrender, il brano che forse più degli altri mostra l'enorme sintonia del quintetto messo in piedi da Otis per questo album in cui la chitarra, pur prevalendo, non offusca le altre performance ma le esalta.
Chiude Clear Power, un funky che non ha nemmeno un momento di esitazione e che va via veloce e sinuoso, seguito da V8, perfetto mix di soul e rock.

Un album non innovativo, certo, ma fedele allo stile che ha reso celebre Shuggie Otis, supportato da un tandem ritmico di razza totalmente immerso nel progetto (… Tony Franklin e Carmine Appice sono i compositori della maggior parte dei brani): un album dal sound flessibile e sfaccettato che riesce agilmente ad entrare sotto pelle…

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