DESERT TWELVE Desert Twelve
recensione
La compagine di origine piacentina si distingue fin dalla prima traccia dell’omonino albumdi debutto per una miscela sonora che ingloba “misticismo d’atmosfera” e trame nebulose a chitarre pesanti, il tutto condito dalla presenza vocale (sempre molto calzante) di Vittoria Ipri. Il quintetto piacentino mette su disco sette tracce che sanno parlare la lingua dell’heavy metal di stampo NWOBHM (Mother Simulacrum), uptempo che in qualche modo paiono più legati alla sfera rock degli anni ‘90 (Desert Kiss), e non disdegnano una campata in lidi che non avrebbero sfigurato nel catalogo di una jam band di origine statunitense (Everyone Against). Questo avviene al di fuori dei coraggiosi, ma ben riusciti, 11 minuti e 20 secondi dell’opener Your Cold Cold Desert Heart.
La resa sonora del gruppo è compatta, merito probabilmente di una produzione azzeccata e mirata. Le chitarre ed il basso lavorano sempre in ottima armonica nel mix generale, facendo da contraltare a delle tracce vocali che bucano il contesto quando necessario, ma che per la maggior parte del tempo restano sempre ben amalgamate con il contesto sonoro. La cover di In The Air Tonight è una ciliegina inattesa, ma che conferma il presentimento di trovarsi di fronte ad una band capace di offrire ottima prestanza in svariati contesti.
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