Exiled On Earth
recensione
Con questo nuovo capitolo, gli Exiled On Earth mostrano di aver fatto un grosso salto in avanti: sotto il profilo tecnico e compositivo (… vista la caratura dei musicisti coinvolti) e sotto il profilo della personalità, originando musica dai connotati precisi ed originali, che consente alla band laziale di distaccarsi dai cliché e da certa monotonia che spesso pervade la scena metal italiana.
Se Alfredo Gargaro riesce a graffiare in profondità con la sua chitarra tecnica e potente, il fulcro degli Exiled On Earth è certamente Tiziano Marcozzi (noto anche per la sua militanza nei Rosae Crucis), considerabile come il Dave Mustaine della band, abile a districarsi tra chitarra...
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e cantato.
Apre la titletrack, un concentrato di rabbia e cattiveria, la cui musicalità persuadente incide e lascia il segno. Segue “The Glory And The Lie”, con la band impegnata in una esecuzione a velocità e la giusta ponderatezza riguardo all’aspetto tecnico e lirico.
Differentemente, “Hypnotic Persecution” vede gli Exiled On Earth che mollano (temporaneamente) il piede dall’acceleratore, per ripartire poi con un frullato di aggressività e crudeltà sonora senza eguali.
La sintonia tra le chitarre di Gargaro e di Marcozzi è palese ed intuibile in ogni nota, ma è con “The Magler”, un brano ben ritmato, che si avverte in modo particolare la classe dei due axemen, unita al lavoro della batteria di Piero Aironi e del basso di Gino Palombi che lascia il segno.
Arriva quindi il momento di “Vortex Of Deception”, un brano dai connotati più in linea con la tradizione a cui fa capo, supportato da un suono pulito e moderno, e con un’attitudine che si potrebbe paragonare ai Death di “Sound Of Perseverance”. Segue “Underground Intelligence”, più in stile progressive, là dove colpisce la pregevole struttura di tale brano articolato in modo impeccabile.
“Into The Serpent’s Nest” rappresenta il picco della creatività del disco in questione, nonché degli stessi Exiled On Earth dagli esordi ad oggi: un brano di chiara scuola Metallica/Megadeth dei tempi d’oro, ma con l’identità degli Exiled a sostegno del tutto. Un brano che, come si suole dire, lascia a bocca aperta!
Chiude “Lifting The Veil”, un brano decisamente thrash che riassume in maniera precisa tutti gli ingredienti contenuti nel disco.
Per riassumere, “Forces Of Denial” è un disco di gran caratura, destinato a far raccogliere alla band un seguito sempre più folto nella scena italiana che, per dirla alla romana, difficilmente dà a Cesare ciò che è di Cesare!
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