Gittler Guitar l’assaggio del futuro?

di Emilio Vitaliano
08 giugno 2016
Minimal design, 4 ottave, 31 tasti, 100% titanio e peso kg 1,8.
E’ la Gittler Guitar, combinazione dei parametri costruttivi più esasperatamente hi-tech in grado di originare un sound rotondo, caldo e avvolgente.
L’industria del settore ne sta parlando a gran voce: una rivoluzione epocale?

Tutti noi concepiamo la chitarra elettrica con le sue precise connotazioni. A prescindere dai diversi design ed hardware, in essa troviamo sempre un body, un manico, una tastiera, pickup e selettori, ponte... Ora però arriva uno strumento che rivoluziona tutti i tradizionali parametri costruttivi: non si tratta di un progetto recente, ma negli ultimi anni si è concretizzato per la seconda volta ed ora è definitivamente disponibile per tutti coloro che vogliono testare il futuro…

La storia della Gittler Guitar inizia negli anni ‘70, quando Allan Gittler – visionario chitarrista jazz nato nel 1928 – deposita il brevetto di una chitarra decisamente innovativa.

Allan Gittler è un chitarrista e conosce bene le peculiarità di una sei corde elettrica ma, nel corso del tempo, ha maturato convinzioni molto personali. La sua idea è che il design tradizionale, la forma e la struttura di una chitarra, non abbiano la necessità di...

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essere tali se il suo utilizzo avviene in ambito elettrico. Insomma, a suo parere, una chitarra elettrica si può totalmente distinguere da una chitarra acustica che suona in ambito unplugged...
Tale convinzione spinge Gittler a creare una chitarra che, all’epoca, appare così innovativa e fantasiosa da sembrare più un esercizio di stile che non uno strumento musicale da utilizzare nel concreto. (A riprova di ciò, l’inventiva di Gittler viene accolta dal Museum Of Modern Art [MOMA] di New York, che acquista una chitarra da mostrare ai visitatori. La stessa cosa fa anche il Boston Museum of Fine Arts...)

Certo, vedere il frutto del proprio impegno in un museo non è cosa di tutti i giorni, ma il ruolo di pioniere non è semplice. E Gittler lo sa bene.
Scardinare i dettami della tradizione accettati in ogni dove, richiede grande impegno e una determinazione fuori dal comune.

Gittler espone al Namm Show di quell’anno e la sua chitarra non passa certo inosservata. Una chitarra “a lisca di pesce!” – “sembra una antenna della televisione ridotta ai minimi”... sono le esclamazioni dei visitatori sorpresi da tale design. [Tra le reazioni più diverse, Gittler si divertirà a ricordare la bizzarra domanda di un visitatore: “che cosa ha di diverso rispetto a una chitarra tradizionale?” - “...Che puoi suonarla sott’acqua!” sarà la sua risposta]

Ad essere incuriosito da quella strana chitarra, vi è anche Andy Summers che la utilizza nel clip di Synchronicity II, 1983 (singolo estratto da Synchronicity, quinto e ultimo album di The Police) incuriosendo a sua volta una vasta audience. [Nel clip la macchina da presa filma Summers mentre scaraventa a terra una chitarra elettrica tradizionale: il gesto simbolico inteso come lasciare spazio al nuovo?!]

In quel periodo Allan Gittler cambia il suo nome in Avraham Bar Rashi e si trasferisce in Israele dopo essersi convertito alla religione ebraica. Ormai lontano dal mondo precedente, non sa nemmeno che quel videoclip sta sponsorizzando il suo progetto e che parecchie persone si stanno interessando (!) Non vi sono esemplari di nuova costruzione e circolano solo quelli che Gittler ha venduto prima di lasciare gli States: in totale, 60 chitarre - di cui 40 vendute tramite posta e 20 vendute presso il suo appartamento di New York - tra cui proprio quella di Summers. Più tre bassi.
Successivamente Bar Rashi concede la licenza alla Astron Enterprises per la costruzione di ulteriori esemplari: ne vengono realizzate alcune centinaia, ma l’ideatore se ne dissocia poiché non li ritiene qualitativamente in linea col suo progetto.

Bar Rashi muore nel 2003 e, diversi anni dopo, suo figlio Jonathan – in accordo con Russ Rubman, un chitarrista esperto in metallurgia – decide di recuperare l’innovativa proposta di Gittler degli anni ‘70 e rendere disponibile la stravagante chitarra al grande pubblico. Si danno da fare sotto vari aspetti e, anche con l’ausilio della piattaforma di crowdfunding Kickstarter, sono giunti alla possibilità di commercializzare la Gittler Guitar oggi disponibile tramite sito ufficiale della Gittler Instruments LLC.
E’ totalmente in titanio, non ho mai visto nè sentito nulla di simile! E’ semplice e fantastica da suonare e l’ho adottata subito nelle mie performance... - Bob Gomez, Usa
Questa chitarra supera ogni tipo di aspettativa! E’ un mix di creatività e genialità... non si può spiegare a parole, bisogna provarla!.. - Troy Chapman, Usa

L’ARCHITETTURA DEL PROGETTO


La nuova versione si chiama Gittler Classic Guitar e, sostanzialmente, ricalca il progetto originario degli anni ‘70: mantiene il suo design minimalista, mentre vengono impiegati materiali più moderni.

Il body – in origine costituito dai sei tubi di acciaio inox – rendeva la chitarra troppo pesante, quindi venne sperimentato l’alluminio il quale, però, non disponeva delle proprietà richieste dal progetto stesso. Decisero quindi di puntare su un più affascinante e futurista titanio: un metallo che virtualmente regala una vita eterna a questa chitarra, oltre che una manutenzione piuttosto semplice. [Infatti, per mantenerlo in buono stato, è sufficiente utilizzare una crema lucidante per i metalli e, in caso di graffi, impiegare un po’ di carta vetrata per trattare la zona interessata...]

La Gittler Classic è dotata di 6 trasduttori, uno per ciascuna corda, con avvolgimenti del rame più puro e cera protettiva per la massima riduzione dei rientri microfonici e il più alto grado di isolamento. Ogni corda è dotata dunque di una sua uscita affinchè inviare il segnale ad unità Midi esterne. (Ideale l’accoppiamento con i Roland Synth). L’elettronica è contenuta in una scatola posta alla base della chitarra, sul retro (proprio sotto i trasduttori) e su tale scatola è fissato un controllo rotativo zigrinato ed un braccetto che si muove a 360 gradi tramite cui impostare l’accordatura fine.

Le corde possono essere cambiate velocemente in quanto non avvolte su un perno come avviene con la chitarra tradizionale. Naturalmente, non esistono le meccaniche sulla paletta, poiché quest’ultima è stata eliminata. Le meccaniche in dotazione sono un brevetto speciale ed il sistema di accordatura è stato posizionato a valle, sul ponte, rivestito da Teflon per mantenere la corretta spaziatura delle corde.

La peculiare struttura del manico, mantiene le corde in tensione consentendo bending estremi, premendo le stesse fra i tasti, come avviene sulla tastiera scalloped di una solid body tradizionale.

La Gittler Guitar mette a disposizione ben 31 tasti cilindrici: un design studiato perchè l’area di contatto delle corde sia minima, ottimizzandone la vibrazione ed il suono. Appositi led sostituiscono i segnatasti tradizionali illuminandosi. Se i 31 tasti fossero pochi, ecco che per i virtuosi interviene ciò che il costruttore definisce Infinite Gliss: ovvero, la possibilità di spaziare con le dita fra 4 ottave. “Una esperienza fattibile per un numero selezionato di chitarristi!” - come recita lo slogan dell’azienda statunitense.

Ma non è tutto. La Gittler Guitar dispone del cosiddetto Gittler Guard (optional): un rivoluzionario accessorio rimovibile, trasparente ed in plexiglass, che consente al chitarrista di customizzare il profilo del manico. In 10 secondi è possibile infatti passare dal morbido profilo a C, a quello a D più arrotondato. (In origine tale accessori non era previsto considerando che il progetto tendeva al minimalismo estremo).

Scala: 25.50” – Capotasto: 1.687” – Meccaniche: rivestite in Teflon – Segnatasti: Led – Corde: standard ball/end – Manico: Titanium (Grade 23) – Ponte: Titanium (regolabile) – Pickup: 6 Custom Pickups –Controlli esterni: Volume, Treble, Bass, Parametrico – Controlli interni: Midrange, Pots per volume di ciascuna corda – Uscite: Jack ¼” e D-13 (Roland compatibile) – Optional: Gittler Guard e Premium Case.

La chitarra del futuro?


Versione aggiornata di un progetto del passato troppo avanti per i tempi: sarà la Gittler la chitarra del futuro? Difficile rispondere a questa domanda…

Di sicuro la Gittler Guitar affascinerà i musicisti intenti ad esplorare i meandri del suono; ci saranno coloro che la utilizzeranno per suonare e sorprendere e chi se la porterà in studio nel suo setup ma, con molta probabilità, pochi saranno quelli che dimenticheranno la chitarra tradizionale.
In passato ci fu Ned Steinberger ad aver attirato l’attenzione di parecchi musicisti sul pianeta Terra (vedi lo stesso Eddie Van Halen, giusto per fare un nome!) con le sue futuristiche e valenti chitarre (e bassi) ma, tutto sommato, fu una moda del momento.

Una chitarra tradizionale, costruita con il legno, è dotata della sua voce peculiare che finisce per plasmarsi col tocco e l’anima del musicista che la imbraccia, diventando una voce unica e inimitabile. E poi la chitarra di legno si rovina, si consuma, si trasforma ed entra in simbiosi con il suo proprietario.

Rory Gallagher e Stevie Ray Vaughan, giusto per fare due esempi celebri, erano i felici proprietari della loro seicorde scrostata e vissuta, imbracciata senza un momento di pausa: due artisti divenuti sinonimo della loro chitarra e viceversa, sviluppando ciascuno un sound riconosciuto nel mondo...

D’altro canto ci sarà chi adotterà la Gittler Guitar senza farsi troppi problemi: magari i più giovani, i nativi tecnologici – come li chiamano oggi – ed anche chi è attratto dal concetto di innovazione in generale ed è proiettato verso il futuro.

Dicevamo in apertura: sarà la Gittler la chitarra del futuro? Beh, il passare del tempo ce lo farà sapere. Al momento... non ci resta che aspettare!

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