Dieci album da ascoltare questo Natale

di Francesco Sicheri
15 dicembre 2016
Un altro anno volge molto velocemente al termine ed è facile quindi respirare non solamente l'aria natalizia, ma anche quel vento di cambiamento (a volte cercato, altre volte insopportabile) che spinge a fare i conti con quanto si è tirato a bordo nei dodici mesi precedenti. Nel settore musicale è facile quindi lasciarsi andare a classifiche di varia natura, ed anche chi scrive non ha voluto perdere l'occasione di rispolverare dieci titoli che hanno accompagnato il 2016 uscente.

Senza nulla togliere a chi ama ordinare e classificare i propri album per gradimento, ci si limiterà a selezionarne un totale di dieci, con i quali potrete magari rivivere qualche buon ascolto durante le feste, se non addirittura scoprire qualche gemma persa lungo la strada. Quella che segue non è pertanto una classifica, ma soltanto una buona, e consigliatissima, lista della spesa dalla quale attingere nel caso voleste farvi un bel regalo da mettere sotto l'albero. Infine quella che segue è una personalissima selezione dell'autore, alla quale pertanto ognuno può rispondere con qualcosa di proprio.

Corrado Rustici - "Aham" (Sony Music)
Dall'intervista di Francesco Sicheri uscita sul numero di Guitar Club di Luglio/Agosto 2016:
Aham è un disco chitarristico nel senso più...

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straniante del termine: ogni traccia, dalla batteria agli archi, passando per duduk e flicorno, è stata registrata con la sola chitarra elettrica. Processata, trasformata ed esplorata nel suo spingersi verso confini che divengono sempre più labili, la chitarra elettrica di Rustici non è quella del resto del mondo, ma è piuttosto una porta su di un universo interno che traghetta l’ascoltatore in un viaggio alla riscoperta di sé, del proprio io e del proprio non essere al mondo.


Bon Iver - "22, A Million" (Jagjaguwar)
Dalla recensione di Francesco Sicheri uscita sul numero di Guitar Club di ottobre 2016:
Fin dalla sua straniante introduzione il nuovo lavoro firmato Bon Iver conferma chiaramente ciò che tutti coloro che hanno seguito la carriera di Vernon stavano attendendo: evolversi è la chiave di volta. È inutile provare a spiegare ulteriormente quello che è un prodotto d’arte nella sua accezione più coraggiosa, un album che palpabilmente stenta a restare nei margini di questo contenitore, che punta a molto altro e che sicuramente colpisce e produce nuovo significato "in" e "con" ognuno di noi, rendendoci quindi partecipi di un’esperienza musicale unica.

Deftones - "Gore" (Reprise)
Dall'intervista di Stefano Xotta uscita sul numero di Guitar Club di Aprile 2016:
Penso che l'evoluzione della band sia principalmente correlata alla musica che ciascuno di noi ascolta - ha detto Sergio vega - e alle influenze diverse che ne conseguono. Inoltre in fase di composizione amiamo introdurre elementi sempre diversi poiché non vogliamo ripeterci, mé sui dischi e, di conseguenza, neppure nei live. Anche il fatto di introdurre nella nostra musica nuovi bassi, chitarre, e strumenti vari, dunque nuovi suoni, contribuisce all'evoluzione del sound della band. Questo lo si nota soprattutto in "Gore"

Sturgill Simpson - "A Sailor's Guide To Earth" (Atlantic)
Dalla recensione di Francesco Sicheri uscita sul numero di Guitar Club di Luglio/Agosto 2016:
L’album è tutto un susseguirsi di soluzioni che dal country divagano in svisate più “soulful”, ritmi funk ed ovviamente accenti southern rock. Le chitarre di Sturgill Simpson e Laur Joamets, spesso inframezzate dalla pedal steel di Dan Dugmore, sorreggono un lavoro che per ampiezza di contenuti e capacità evolutiva interna sfiora il concept. Racchiusa in una fitta trama di fiati, synth, piano ed organo, si svolge la storia di un album prodotto a regola d’arte, scritto ed arrangiato altrettanto bene, e talmente raffinato da essere incapace, per un motivo o per un altro, di non piacere.

The Marcus King Band - "The Marcus King Band" (Fantasy Records)
Dall'intervista di Paolo Pavone ucsita sul numero di Guitar Club di Novembre 2016:
Uscito lo scorso 7 ottobre 2016 "The Marcus King Band" è un disco energico, dal sapore vintage, ricco di richiami a certa psichedelia dei Settanta. Marcus King suona con l'abilità di un consumato chitarrista soul e canta come un performer in giro da una vita: non non è un caso che Warren Haynes (sì , il Warren Haynes conosciuto ai più con i suoi Gov't Mule) ne abbia curato la produzione.
Sull'album suonano anche Derek Trucks e Warren Haynes.

John Scofield - "Country For Old Men" (Impulse/Universal)
Dalla cover story del numero di Guitar Club di Ottobre 2016:
Da Hank Williams e la sua I’m So Lonesome I Could Cry che si trasforma in una cavalcata costruita attorno ad una sezione d’improvvisazione fulminante, passando per la Jolene di Dolly Parton trasposta in una chiave che porta all’estremo il lirismo patetismo originario, arrivando ad una sorprendente Red River Valley o passando per il blues-swing della Mr. Fool di George Jones; il fulcro melodico delle versioni originali è sempre presente, ma è sradicato dal suo contesto primario per essere riplasmato in una nuova armonia, aumentata, stiracchiata e diretta verso inediti confini sonori. Se il Grand Ole Opry fosse stato costruito a Hell’s Kitchen avrebbe suonato sicuramente così.

Blues Pills - "Lady in Gold" (Nuclear Blast)
Dalla cover story del numero di Guitar Club di luglio/agosto 2016:
Lady In Gold è un album che tira in ballo il soul, il rock ed il blues con grande facilità e naturalezza; condendo il tutto con un apparato testuale dalle tinte epiche i Blues Pills danno alle stampe un capitolo discografico che si inserisce immediatamente fra i piani alti della discografia del genere, confermando ogni buona parola spesa in questi due anni per la band. I Blues Pills sono una band giovane di cui innamorarsi, per la quale entusiasmarsi e dalla quale è bello e doveroso lasciarsi contagiare, in barba a chi lamenta di continuo l’assenza odierno materiale di qualità.

Amos Lee - "Spirit" (Republic Records)
Dalla recensione di Francesco Sicheri uscita sul numero di Guitar Club di ottobre 2016:
È un’anima ricca e travolgente quella che muove un album che riesce a mescolare blues (New Love), funk (Lost Child), folk (With You), e sentori di ritmi hip hop (Vaporize), condendo il tutto con derivazioni spiritual e soul (Running Out Of Time su tutte). In definitiva la verità è una sola: questo Spirit è tutto ciò che si potrebbe volere da un buon disco, al punto da potersi quasi azzardare a dire che la perfezione non è lontana da quello che Amos Lee sta portando avanti con un percorso artistico che ha più di un motivo per reclamare sempre maggiore attenzione.

Metallica - "Hardwired... To Self Destruct" (Blackened Records)
Dalla recensione di Francesco Sicheri, "Disco in vetrina" uscita sul numero di Drum Club di Dicembre/Gennaio 2016:
Il vero ritorno al passato è quello di chi vuole farsi nuovamente coinvolgere da un gruppo che ha colpito il cuore di tantissimi, e pertanto è un tornare a divertirsi ascoltando un disco che comunque ha molto di buono da offrire, e che dà il meglio di sé quando si evitano i paragoni con gli anni che furono. Nel 2016, quando le uscite discografiche si accatastano l’una sull’altra in pile di file trascinate dal fiume dello streaming, è davvero bello tornare ad essere contenti per l’uscita di un album, è bello tornare ad aspettare e ad essere curiosi, finendo magari per accorgersi che il motivo di tanta attesa è più che valido.

Wilco - "Schmilco" (dBpm Records)
Dalla recensione di Francesco Sicheri uscita sul numero di Guitar Club di ottobre 2016:
La nuova fatica dei Wilco non è un album per tutti, indubbiamente meno immediato e roboante del suo predecessore, con il quale condivide però il periodo in cui i brani sono stati scritti; Schmilco è un capitolo che si distacca dalla strada percorsa dalla band fino ad ora, e lo fa riducendo al minimo le strutture musicali, per dare spazio invece alla parola musicata. È un album da digerire nel tempo, da ascoltare e riascoltare, ma non se siete alla ricerca di riff potenti o ritornelli trascinanti.

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