NEIL YOUNG Peace Trail

recensione
Era dai tempi di Living With War (2006), che Neil Young non dava in pasto al mondo un prodotto così strettamente legato al momento storico da cui è nato, e ciò si tramuta in una manciata di brani che arrivano all’orecchio talmente veloci da graffiare e sfregiare. Dieci brani che sviscerano con gran furore alcuni degli argomenti più scottanti che hanno caratterizzato l’anno appena conclusosi, sul suolo americano e non solo; in Peace Trails c’è la crisi acquifera di Flint, la protesta contro la Dakota Access Oil Pipeline che minacciava le lande sacre dei Sioux, la progressiva obsolescenza della stampa, ma anche la crisi mondiale indotta dal terrorismo e, quasi in maniera ovvia, l’incedere titanico e sovrastante della tecnologia sulla vita dell’uomo. Sembra...
l'articolo continua...

quasi una scaletta di sfogo quella di Young, che per cucire la veste del nuovo album è ricorso alla più diretta forma di produzione, spogliandosi di ogni gingillo e portando così alla luce il legno, la polvere e la terra.
Per la quasi totalità dell’ascolto, minuto più, minuto meno, Young fa accompagnare la sua acustica ed i rantoli della sua elettrica da un basso “appoggiato” qua e là, e da una pressoché ininfluente selezione di pattern percussivi. È consolante veder tornare il nostro in buonissima forma, soprattutto dopo un 2016 capace di privarci di troppi grandi autori, ma vista la caratura del personaggio, Peace Trails non può accontentarsi di esistere. Nel tentativo di chiudere i brani prima che il fervore dell’istante generatore si affievolisse, il nostro ha disseminato elementi di fattura discutibile, se non deludente, o perlomeno rivedibile.
Si storce un po’ il naso nell’ascoltare (in più di un’occasione) frasi di banale retorica romantico-cantautorale-di primo pelo, o piuttosto stralci provenienti dal Manuale Base del Sentimentalismo di Protesta, malgrado ciò ci si accorge presto trattarsi di piccoli, lievissimi, episodi.
E quindi è tempo di essere nuovamente felici, perché c’è ancora chi, come Neil Young, risponde al passare degli anni con costante determinazione.
Leggi anche
Podcast
Album del mese

FRANCO MUSSIDA
Il Bimbo del Carillon
Salani Editore
Attraverso un romanzo autobiografico, Franco Mussida (classe 1947) racconta per la prima volta la sua vita: la chitarra come strumento che apre mondi, la scrittura,...

BON JOVI
Slippery When Wet
Universal Music Group
Esce il 28 febbraio 2025 la riedizione di Slippery When Wet, il pluripremiato album del 1986 firmato Bon Jovi. ...

ERIC BIBB
In The Real World
Stony Plain
Eric Bibb, classe 1971, è certamente uno dei più interessanti profili musicali in circolazione. Originario di New York, dove si forma musicalmente (il Greenwitch Village...