NEIL YOUNG Peace Trail
recensione
Era dai tempi di Living With War (2006), che Neil Young non dava in pasto al mondo un prodotto così strettamente legato al momento storico da cui è nato, e ciò si tramuta in una manciata di brani che arrivano all’orecchio talmente veloci da graffiare e sfregiare. Dieci brani che sviscerano con gran furore alcuni degli argomenti più scottanti che hanno caratterizzato l’anno appena conclusosi, sul suolo americano e non solo; in Peace Trails c’è la crisi acquifera di Flint, la protesta contro la Dakota Access Oil Pipeline che minacciava le lande sacre dei Sioux, la progressiva obsolescenza della stampa, ma anche la crisi mondiale indotta dal terrorismo e, quasi in maniera ovvia, l’incedere titanico e sovrastante della tecnologia sulla vita dell’uomo. Sembra...
l'articolo continua...
quasi una scaletta di sfogo quella di Young, che per cucire la veste del nuovo album è ricorso alla più diretta forma di produzione, spogliandosi di ogni gingillo e portando così alla luce il legno, la polvere e la terra.
Per la quasi totalità dell’ascolto, minuto più, minuto meno, Young fa accompagnare la sua acustica ed i rantoli della sua elettrica da un basso “appoggiato” qua e là, e da una pressoché ininfluente selezione di pattern percussivi. È consolante veder tornare il nostro in buonissima forma, soprattutto dopo un 2016 capace di privarci di troppi grandi autori, ma vista la caratura del personaggio, Peace Trails non può accontentarsi di esistere. Nel tentativo di chiudere i brani prima che il fervore dell’istante generatore si affievolisse, il nostro ha disseminato elementi di fattura discutibile, se non deludente, o perlomeno rivedibile.
Si storce un po’ il naso nell’ascoltare (in più di un’occasione) frasi di banale retorica romantico-cantautorale-di primo pelo, o piuttosto stralci provenienti dal Manuale Base del Sentimentalismo di Protesta, malgrado ciò ci si accorge presto trattarsi di piccoli, lievissimi, episodi.
E quindi è tempo di essere nuovamente felici, perché c’è ancora chi, come Neil Young, risponde al passare degli anni con costante determinazione.
Leggi anche
Podcast
Album del mese
Willie Nelson
My Life, è una lunga storia...
Il Castello/Chinaski Edizioni
My Life, è una lunga storia... Ebbene sì, si tratta dell’autobiografia che Willie Nelson ha messo a punto con David Ritz, tradotta in italiano per...
The Decemberist
As It Ever Was, So It Will Be Again
Yabb Records
Tredici nuovi brani, di cui – dulcis in fundo, è proprio il caso di dirlo – una lunga suite di circa 20 minuti: si tratta...
Ray Lamontagne
Long Way Home
Liula / Thirty Tigers
Se c’è una domanda che possiamo rivolgere a Ray LaMontagne, è questa: com’è che ogni suo nuovo lavoro si impone a rotazione e non lascia...