VAN MORRISON Keep Me Singing
recensione
Nel lasso di tempo intercorso tra il precedente album di inediti e l’ultimo di cui parliamo, è innegabile che la vita artistica/sentimentale del 71enne artista di Belfast è stata a dir poco movimentata: al susseguirsi degli immancabili tour in giro per il mondo, è seguita dapprima la separazione dalla seconda moglie, e poi la morte dell’adorata madre, il vero punto di riferimento dello stesso Morrison. In quanto a release artistiche, lo scorso anno l’artista aveva pubblicato una raccolta di suoi brani riarrangiati ed eseguiti nella formazione a duo con alcuni amici e colleghi, tra i quali Stevie Winwood, George Benson e Mark Knopfler. Keep Me Singing rappresenta, dunque il ritorno alle scene dopo l’ultimo Born To Sing: No Plan, un album che non aveva convinto del tutto sia i fan della prima ora, che gli addetti ai lavori.
Brano apripista di Keep Me Singing è Let It Rhyme, gradevole ed elegante, con l’armonica e la slide...
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guitar in risalto. Every Time I See A River, scritta a quattro mani con Don Black, riporta alla tradizionale canzone americana, à-la James Taylor per intenderci. Su un’armonia basata essenzialmente sulla giustapposizione I / IVmaj 7 (nella strofa) si innesta un assolo di chitarra di un ispirato Nigel Price. Classe allo stato puro…
Segue Keep Me Singing, la traccia che dà il titolo all’album: dal carattere spiccatamente folk, si tratta di un brano di facile presa che, tuttavia, non scade mai nel “già sentito”. Out In The Cold Again è una ballad raffinata dalle tinte soffuse: il classico brano da after hours, con gli archi in bella evidenza. Dal canto suo, Memory Lane è stato il primo brano ad essere passato per i circuiti radiofonici. Cos’altro aggiungere? Che è un brano che conquista sin dal primo ascolto! I ricami acustici si intrecciano alla sobria e raffinata sezione archi magistralmente arrangiata: il tutto, in salsa irlandese. [Le origini di Van Morrison qui emergono in tutta la loro bellezza…]
The Pen Is Mightier Than The Sword è un altro potenziale singolo: un brano dall’incedere blues con i tamburi suonati con le spazzole in primo piano. Etereo e sospeso è Holy Guardian Angel, uno dei brani in assoluto più affascinanti dell’album. Segue Share Your Love With Me, l’unica cover presente nell’album in questione. Si tratta di un classico brano blues con venature soul, scritto da Bobby Bland nel lontano 1964.
Con In Tiburon si fa un salto indietro nel tempo, con quelle atmosfere che richiamano la Bay Area di San Francisco. Una composizione nostalgica e malinconica al punto giusto; ulteriore saggio (… qualora ce ne fosse bisogno) della maestria compositiva dell’artista irlandese.
Segue il delizioso e jazzato Look Behind The Hill, nel quale emerge la predisposizione innata di Van Morrison nel districarsi mirabilmente in tutto ciò che è affine al blues.
Going Down To Bangor, neanche a farlo apposta, è il primo brano realmente blues dell’album ma che, pur essendo ben confezionato, non impressiona più di tanto, al pari del successivo Too Late.
L’album chiude con l’unico strumentale della scaletta, Caledonia Swing, che certamente lascia i fan con il sorriso sulle labbra e la gioia di aver potuto riascoltare un Van Morrison nuovamente sugli scudi…
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