RALPH TOWNER My Foolish Heart
recensione
Questo nuovo progetto si offre all’ascolto in una profusione di arrangiamenti meditabondi, capaci di librarsi a mezz’aria e di riappoggiare lentamente i piedi al suolo, di dilatarsi per poi ritrarsi e quindi respirare in un continuo affiorare di motivi e temi guidati da un leggiadro muoversi di dita.
La scaletta è completamente originale eccezion fatta per la titletrack, rifacimento del brano di Victor Young e Ned Washington, e non è un caso che proprio la traccia che dà il titolo al lavoro sia collegata in maniera cruciale all’ambiente cinematografico. My Foolish Heart è un album descrittivo, pittorico per la sua capacità di tracciare ambienti sonori entro cui far parlare una capacità tecnica impeccabile.
Il nuovo album di Towner è infatti un’esposizione virtuosistica di altissimo livello, un disco che...
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tira fuori il meglio della sua mai sopita vena classica, e che gli permette di sguazzare nel minimalismo di una produzione che non lascia spazio per orpelli o maschere, ma che piuttosto richiede ed esalta un artigianato chitarristico della fattura più delicata.
Inflessioni jazz si sposano con richiami barocchi filtrati attraverso occhi romantici, dando così corpo ad un melodramma sonoro moderno che si tinge di accenti provenienti da un repertorio più antico. My Foolish Heart è allo stesso tempo schietto ed evocativo, timido eppure sempre incisivo nel richiedere attenzione senza mai alzare la voce; è un canto sopito quello che la chitarra di Towner alza al cielo dell’ascolto, dando così vita ad un’opera silenziosa nell’imporre tutta la sua evidente e maestosa purezza.
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