SUE FOLEY One Guitar Woman
recensione
All’inizio dei Novanta, Clifford Antone nota la Foley in un live a Memphis e decide di scritturarla con la stessa Antone’s Records, etichetta discografica principalmente rivolta al blues. Nel 1992 viene dato alle stampe Young Girl Blues, il primo disco in studio della chitarrista canadese, il quale viene accolto con entusiasmo dalla critica specializzata e la Foley, con la sua inseparabile Fender Telecaster tra le mani, prende ad essere considerata una delle migliori blues-female in circolazione.
Con il nuovo One Guitar Woman, la Foley però spiazza tutti e si presenta in solitaria con un album di sola chitarra acustica dotata di corde in nylon, in una sorta di tributo alle pioniere del blues: Sister Rosetta Tharpe, Elvie Thomas, Memphis Minnie.
La Foley ha studiato la loro musica per anni, accumulando materiale su materiale dal quale ha potuto attingere per stilare la tracklist dell’album: In alcuni casi ho deciso di optare per il brano più iconico di una delle artiste, in altri casi ho optato per i brani che più amo in assoluto......
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, imbracciando una Blanca da flamenco costruita da Salvador Castillo, che la chitarrista ha scelto nel 2022 durante una visita a Paracho (Messico), piccola città nota per la massiccia presenza di botteghe liuteristiche d’alto rango: Se ami la chitarra con le corde in nylon, lì è come andare a Disneyland. Ci sono artigiani con un tocco unico, utilizzano legni bellissimi, è semplicemente fantastico! È una scelta a dir poco inusuale quella di registrare un album-tributo alle paladine del blues rurale con una acustica con corde in nylon, ma così è ed ecco dunque che la Foley esce dalla sua comfort-zone e rievoca lo spirito dei brani e lo stile che caratterizza le sue ispiratrici.
Tuttavia, One Guitar Woman non è soltanto un tributo al genere che più si confà all’artista canadese, ma provvede ad accogliere anche piacevoli quanto inaspettate divagazioni, come accade con Romance In A Minor, un classico della chitarrista francese Ida Presti, ma anche con le spagnoleggianti Mal Hombre e Malaguena, eseguite con disinvoltura e padronanza dello strumento. Ma è il blues ad emergere con prepotenza e brani come Nothing Is Rambling, Maybell’s Guitar e Freight Train (l’unico brano composto dalla Foley per l’occasione) lo dimostrano appieno, con tanto di un ottimo comping ed una vocalità sempre più matura.
Che dire a chiosa? One Guitar Woman è una delle sorprese più gradite di questo 2024, un disco di ottima fattura, capace di mostrare, ancora una volta, la valenza di Sue Foley ma anche un lato inedito della sua poliedrica personalità.
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