WILLIE NELSON "My Life, è una lunga storia..."

di Luca Bussoletti
03 dicembre 2024

recensione

Willie Nelson
My Life, è una lunga storia...
Il Castello/Chinaski Edizioni
My Life, è una lunga storia... Ebbene sì, si tratta dell’autobiografia che Willie Nelson ha messo a punto con David Ritz, tradotta in italiano per la prima volta.

Nato ad Abbott (Texas) il 29 aprile 1933, Willie Nelson si pone tra i più significativi songwriter e chitarristi country statunitensi. Alla fine dei Sessanta, Nelson è tra i primi a codificare quel che allora viene chiamato country-fuorilegge (outlaw country) in risposta ai canoni del Nashville-sound strettamente legati alla tradizione; la sua è infatti una miscela di country, pop, blues, rock, folk e venature jazzy, là dove il suo guitar playing rilassato, sempre dietro al beat, e la sua voce nasale a fungere da tappeto, consegnano quel peculiare appeal ai brani di sua composizione: in sostanza, quegli ingredienti e quel modo di pensare il genere, che influiranno sulla nascita del new country degli anni Ottanta e Novanta.

Superati i 90 anni, Willie Nelson si guarda indietro e, mano alla penna, racconta a cuore aperto i momenti più importanti della sua vivace esistenza, cavalcando le pagine del libro con aneddoti, episodi personali e vicissitudini discografiche, senza dimenticare, naturalmente, la narrazione del suo rapporto con le chitarre: dalla prima seicorde, una Stella regalatagli dal nonno,...

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passando per una Baldwin dotata di pickup Prismatone, per arrivare alla sua amata Trigger, ovvero una Martin N-20, classica, battezzata così in omaggio al cavallo di Roy Rogers, attore, ma anche popolare rodeo-performer.

La Martin N-20 ha le corde in nylon e, all’interno della cassa armonica, Nelson vi ha fatto inserire il pickup e l’elettronica della Baldwin che ormai non imbraccia più. Nel corso del tempo, il costante ed energico strumming con il plettro, causa una ‘voragine’ sulla tavola di risonanza, in prossimità della buca e, come se non bastasse, l’amplificatore Baldwin con lo chassis in alluminio che Nelson suole collegare alla chitarra, è usurato dalla gran quantità di birra che vi finisce dentro negli anni suonando nei locali: in tutti i casi, è proprio il malconcio tandem chitarra/amp a generare quel suono profondo e intenso che Nelson ricerca da sempre. Sulla sua Trigger, inoltre, decine di musicisti, giocatori di football, allenatori e ulteriori amici noti, hanno messo la loro firma sopra, restituendo un gran valore a quella chitarra così rovinata ma dal grande suono. Tempestato dai creditori, Nelson decide di proteggere la Trigger fino a che non avrà saldato i suoi debiti ed è così che chiede a sua figlia Lana di nasconderla. Dove? Beh... sarà la lettura del libro di Nelson a rivelarlo!

Vincitore di 12 Grammy Award con oltre 100 milioni di dischi venduti, Willie Nelson si aggiudica il primo disco-country di platino della storia, ma ha rischiato grosso, addirittura di non suonare più. Durante un litigio, la moglie gli morde l’indice fino all’osso e dovranno passare settimane per riprendere a suonare... Quando un incendio divampa nella sua casa, Nelson saltella tra le fiamme fino ad afferrare le due custodie parcheggiate nel salotto: in una c’è la Trigger e nell’altra un bel po’ di erba colombiana di prima scelta. Pare un romanzo la vita di Willie Nelson: lui la definisce semplicemente una lunga storia...

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