GENNARO PORCELLI Me, You And The Blues
recensione
La tracklist si compone di 9 tracce registrate in presa diretta, come si era soliti fare negli anni ‘60, a vantaggio di una innegabile immediatezza comunicativa. In Me, You And The Blues Porcelli narra storie di vita vissuta, affrontando con una notevole padronanza esecutiva gli stilemi classici del blues percorrendo, di traccia in traccia, i territori che spaziano dal tipico sound di Austin alle caratteristiche pulsazioni del Chicago-style.
Per tale intrigante percorso il chitarrista campano si fa accompagnare da una manciata di ospiti d’eccezione: Edoardo Bennato, Guy Davis, Vince Pastano, Daniele Sepe e Mario Insenga (lo storico batterista dei Blue Stuff), il cui modo di portare lo shuffle ha fatto decisamente scuola: il brano Better Off With The Blues ne è un esempio tangibile.
Come non menzionare poi Why Are People Like That? Qui Bennato e Pastano affiancano Porcelli, il primo con interventi all’armonica da bluesman consumato e il secondo con la chitarra affilata che spezza...
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letteralmente l’equilibrio del brano con un assolo infuocato come da par suo.
Suonare bene il blues, si sa, non è da tutti ma Porcelli – in possesso di un playing sicuro e vigoroso, di un suono caldo e rotondo e della padronanza del genere – è uno degli eletti. Non è un caso, infatti, che Porcelli venga definito “il gioiello del blues italiano” e che questo suo nuovo album sia stato accolto con entusiasmo dalla stampa specializzata; una ventata d’aria fresca per un genere spesso ed erroneamente considerato fuori moda.
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