Ciao Rino...
Nella chiesa degli Arstisti c’erano Enzo Avitabile, James Senese, Tullio DePiscopo, Joe Amoruso, Enzo Gragnaniello, Franco DelPrete e tutti gli amici e colleghi della scena napoletana, nonché il Sindaco, Luigi DeMagistris, che ha ricordato Rino Zurzolo con queste parole: “Ha raggiunto in cielo Pino Daniele… Siamo stati insieme nel ricordare Pino nel giorno del suo anniversario. Rino è stato un talento assoluto, con competenza, professionalità e passione, sino agli ultimi giorni della sua vita, ha portato la musica partenopea ai più alti livelli mondiali. Un uomo semplice e assai sensibile, ricco di umanità. Viveva la musica con amore immenso e profondo. Con Rino scompare dalla Terra un pezzo importante di Napoli, ma le sue note si mescoleranno per sempre nelle nostre vite…”
Il prossimo giugno, Rino Zurzolo avrebbe compiuto 59 anni.
Centinaia di persone commosse dentro e fuori la Chiesa ed un lungo applauso all’uscita della bara dalla Chiesa, mentre da un paio di monitor di una edicola lì accanto fuoriuscivano le note della musica...
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di Rino che lo ha accompagnato nel corso di tutta la funzione. Già, Rino Zurzolo, il miglior contrabbassista italiano, come era stato indicato più volte dalla classifica dei lettori di Guitar Club magazine.
“In questo momento non ho più lacrime, tante ne ho piante. Ti penso ancora qui con me che dormi nel soggiorno di casa mia a Corsico e che giochi serenamente con le mie figlie. Sento un dolore forte al petto e vorrei urlare per tutto quello che abbiamo diviso insieme, le cose più belle e le situazioni più difficili, da cui siamo sempre usciti alla grande. Abbiamo condiviso grandi tournée e lunghi viaggi in pullman e l'odore del tuo sigaro che mi tranquillizzava sulla tua presenza. Abbiamo passato i momenti di relax persi assieme nella bellezza del cielo, in spiaggia eri come una lucertola che dietro quegli occhiali scuri amava prendersi tutto il sole per sé. Vivrai per sempre nel mio cuore. Ciao guagliò” – Tullio DePiscopo
[tratto da Il Fatto Quotidiano di Davide Turrini]
Di fianco a Pino Daniele dentro al garage del percussionista Rosario Jermano, Rino allora decenne, Pino quattordicenne, quando ancora doveva scoccare il decennio dei Settanta, si sono scambiati grazia e intuizioni di una contaminazione musicale dove si sono mescolati blues, napoletanità, e perfino scale armoniche arabeggianti per poi prorompere nello storico album d’esordio di Daniele, Terra Mia nel 1977. “Noi eravamo più lenti di oggi, ma più liberi” – ha sempre raccontato Zurzolo che ufficialmente nei primi anni Settanta iniziò a far parte della storica band dei Batracomiomachia – “Tra musicisti c’era la passione di riunirsi in gruppi musicali, incontrarsi ogni giorno, una passione fortissima. All’epoca non c’erano sale prove, ma piccoli laboratori, e si andava lì senza uno scopo preciso. Mica pensavi a un cd o ad un concerto a breve, c’era soltanto la passione… Saltavo la scuola per andare a suonare. Una volta i miei genitori vennero perfino a scuola e non mi trovarono. Andavo a provare fino a notte inoltrata. Io venivo dal conservatorio, Pino dalla scuola Diaz. Lui mi veniva a prendere poi si iniziava. Erano composizioni nostre, registravamo, vivevamo nella passione del farlo…”
Sono poco più di mezza dozzina gli album in studio con Pino Daniele, ma Zurzolo è sempre stata presenza fissa nei live del grande cantautore napoletano. “I pezzi più intimi di Pino nacquero così, in duo o in trio. Ci sono in ogni disco e nella versione poi registrata li abbiamo sempre lasciati come erano nati…”
Rino Zurzolo insegnava al conservatorio Sala di Benevento e ai ragazzi diceva sempre: “Insegno ai miei allievi che oggi è cambiato tutto. Quando mi portano un cd io gli dico che tanto non lo ascolto. Gli ripeto sempre: vi dovete dimenticare di dimostrare qualcosa, dimenticate quello che potete fare, perché altrimenti state solo scimmiottando qualcuno o qualcosa. Solo quando vi sentite pieni e dovete far uscire qualcosa siete arrivati…”
Rino Zurzolo ha partecipato alle riprese del film di Giorgio Verdelli "Pino Daniele - Il tempo resterà" assieme agli altri della superband di Pino Daniele: James Senese (sax), Tullio DePiscopo (batteria), Tony Esposito (percussioni), Joe Amoruso (piano). Quello che segue l’emozionante racconto dello stesso Verdelli pubblicato da R.it
“L'ultima volta che ho visto Rino Zurzolo è stato sul palcoscenico del Teatro San Carlo, per l'anteprima del mio film "Pino Daniele - Il tempo resterà", e il ricordo è così intenso e allo stesso tempo tenero da farmi venire i brividi. Con lui c'erano i componenti della storica superband: Joe Amoruso, Tullio De Piscopo, Tony Esposito e James Senese. Sapevamo tutti che Rino non stava bene, ma nessuno poteva immaginare che ci lasciasse in così poco tempo e in modo così straziante. Io avevo capito qualcosa da mezze parole ma non volevo invadere la sua privacy: tutto il mondo della musica lo rispettava non soltanto per la sua strordinaria abilità strumentale, ma anche per la sua grande signorilità, per quel suo modo di stare in disparte ma allo stesso tempo restare una vera colonna del tessuto sonoro.
Eravamo entrambi "ragazzi di Fuorigrotta" e andavamo a comprare i dischi in piazza San Vitale o a vedere i concerti al teatro Mediterraneo prima e al Teatro Tenda dopo: non ho mai sentito Rino parlar male di nessuno o fare quelle battute sarcastiche che pure abbondano nell'ambiente partenopeo. Quella sera al San Carlo scherzammo sulla soprintendente Rosanna Purchia che invece era una "ragazza di Bagnoli" e lei con orgoglio disse: "Ma io abito ancora a Bagnoli". E ridemmo, concludendo: " Vabbuò, l'importante è che simm' tutti guagliun'..." Le storie mi si affollano nella memoria in queste ore dolorose e certamente i familiari, i colleghi, la moglie Valentina con cui spesso divideva il palco ne avranno tante per ricordarlo. Ma per una sorta di karma mi viene adesso in mente che la prima scena in assoluto che ho sceneggiato per il film è quella in cui Rino esce dal Conservatorio mentre Enzo Decaro lo incrocia e lo guarda stupito e lui si incammina con il suo contrabbasso.
Sotto il sole di una bellissima mattinata settembrina, Rino con la sua solita disponibilità si sottopose a tutte le regole del cinema, che sono molto più rigorose di quelle della musica, ma sempre con il sorriso e con una naturale eleganza che ne faceva un vero attore. Con Francesca Amitrano, la nostra bravissima direttrice della fotografia, dicevamo che Rino veniva sempre bene perchè aveva una luce tutta sua e infatti le sue scene sono davvero belle: ma la cosa divertente è che il giorno successivo in cui giravamo al Suor Orsola Benincasa un solo di contrabbasso, Rino volle ripetere solo per essere certo della resa del suono, non certo per la riuscita delle inquadrature.
Dopo qualche tempo avevo montato a scopo dimostrativo le prime sequenze e gli avevo detto che lui veniva introdotto da Stefano Bollani, che ricordava come Pino Daniele avesse sviluppato un sound personale grazie anche al team di musicisti che partecipavano agli arrangiamenti: ne fu molto contento ma la prima cosa che mi disse fu: "Ma comm' se sente?" Non "come sto" o "quanto è lunga la scena", ma... "come si sente!"
Ecco, questo era Rino Zurzolo, un musicista puro, come persona e come artista. Uno che è stato votato il miglior contrabbassista italiano, che ha suonato in dischi fondamentali e su palchi prestigiosi, ma che insegnava ai suoi allievi l'umiltà e la dedizione propria dei grandi. E anche se mi stringe il cuore, sono contento che l'ultima volta siamo stati insieme sul palco dl Teatro San Carlo: il regalo più grande a cui due ragazzi di Fuorigrotta possano aspirare. E adesso Rino può tornare a suonare con Pino "Lazzari felici"... tanto prima o poi ci rivediamo: ciao Rino!”
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