LUCA BONAFFINI, IN TOUR, RACCONTA LA CANZONE ITALIANA

di Gaetano Menna
15 maggio 2017
“La protesta e l’amore” è lo show concept del cantautore e chitarrista mantovano, dedicato alla storia della musica italiana, dal dopoguerra ai giorni nostri. Ospiti, nelle varie serate, Guglielminetti, Baldan Bembo, Dall’Aglio, Radius.

Mario Bonanno - nel libro La protesta e l’amore (Gilgamesh Edizioni, 2015, con CD audio 192 pp., 15 euro) a lui dedicato - ha definito Luca Bonaffini “cantautore inesistente” (della specie meta-simbolica dei cavalieri inesistenti, da Calvino in poi).

Esiste, eccome se esiste. È stata la colonna che ha supportato il sound di artisti del calibro di Pierangelo Bertoli, di Claudio Lolli (icone della cosiddetta canzone civile e politica italiana); ma, alla fine, dietro alla colonna scompariva inosservato. Annota Bonanno: «Sfugge agli schemi, si adatta, si inventa, spiazza e si rinnova di continuo, sempre un po’ più in là di dove ti aspetteresti di trovarlo. Bene, bravo, bis, il coraggio non gli manca, però finisce che non riesci a stargli dietro. Interprete o cantautore? Folk singer o pop singer? Autore di teatro o produttore discografico? Succede anche con alcuni calciatori. Sapete quelli capaci di ricoprire tutti i ruoli, talenti e/o sgobboni versatili, impiegati a tutto campo ma vittime proprio della loro versatilità?...

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Diversi applausi, complimenti tanti, riconoscibilità precaria».

DODICI ALBUM ALL’ATTIVO
Cantautore e valente strumentista Bonaffini ha pubblicato 12 album come solista, di cui alcuni (quelli di fine anni ’90, Scialle di pavone, Il ponte dei maniscalchi) davvero notevoli. Puro rock’n roll è invece il disco Minora, con il compianto Gianni Mocchetti, che fu il chitarrista del primo Battiato, quello dei 33 giri più sperimentali. Bonaffini e Mocchetti (il duo Cronache) hanno proposto un album a doppia chitarra e ad intensa adrelanina.

I CD più recenti di Bonaffini sono invece dedicati al suo numero fortunato, il 7: Sette volte Bertoli (tra i sette brani di Bertoli proposti spicca la versione inedita di Eppure soffia, cantata insieme ad Alberto Bertoli, figlio di Pierangelo, e a Flavio Oreglio); Sette volte Bonaffini (una raccolta di sette sue canzoni pubblicate come singoli tra il 2006 e il 2015 tra cui L'altro paese e La bella forza e Dal vero, scritta insieme a Pierangelo Bertoli nel 1990).

I LIBRI, IL TEATRO
C’è anche il Luca Bonaffini scrittore. È autore del libro La notte in cui spuntò la luna sul monte (PresentArtSi, 2013), realizzato in occasione del decennale della scomparsa di Bertoli. La notte raccontata è quella tra il 6 e il 7 gennaio 1991, in cui Bertoli scrisse la parte in lingua italiana di un brano dei Tazenda, intitolato originariamente Disamparados. Fu presentata al Festival di Sanremo nel 1991; eseguita da Bertoli insieme ai Tazenda, si piazzò al quinto posto della classifica finale. Il cantautore emiliano poi la inciderà individualmente nell'album Italia d'oro.

Bonaffini racconta, in quasi cento pagine, il miracolo che può fare l’ispirazione quando un grande artista incontra e decide di portare a termine una grande canzone. Una notte infinitamente lunga, ma breve al tempo stesso. In precedenza (nel 1998) aveva scritto un’autobiografia artistica e musicale Scialle di Pavone (in realtà l’omonima canzone verrà pubblicata solo 12 anni dopo in un album dedicato alla storia dell’arte e quindi al padre). Di recente ha scritto a quattro mani con Renato Bottura Sognatori feriti (Edizioni Gilgamesh 2016, con CD allegato). Due amici si ritrovano, dopo oltre trent’anni, e decidono di scrivere un libro assieme; uno dei due fa il medico, è religioso e ama la musica, soprattutto quella dei cantautori. Il secondo è un cantautore, che ha fatto l’educatore e si definisce agnostico. Ha scritto anche testi teatrali o diretto come regista, tra cui quelli dedicati a Frank Sinatra, i Beatles, le canzoni ebraiche popolari.

IL TOUR
Il tour che ha lo ha visto protagonista il mese scorso ha lo stesso titolo del libro di Bonanno La protesta e l’amore. Le prime quattro date, tutte al Nord si sono svolte a: Brescia, il 2 marzo al Teatro Sereno; Sarmede (TV), il 18 marzo al Teatro Auditorium; Occhiobello (RO), il 24 marzo Teatro Comunale; Legnano (MI), il 28 marzo al Teatro Ratti. La dimensione teatrale è quella più congeniale a quello che possiamo definire uno “show concept” dedicato alla storia della musica leggera italiana, dal dopoguerra ai giorni nostri, con una particolare attenzione all’analisi del fenomeno dell’industria discografica degli anni 70/80 e alla nascita (e alla quasi scomparsa) dei cantautori. Bonaffini racconta, accompagnandosi con la chitarra, il suo incontro musicale con la storia contemporanea e dedica, per ogni serata, un momento “monografico” a un artista che ha contribuito sia come autore, sia come strumentista, a lasciare impronte significative nella discografia. Complici delle serate sono state svariate Guest star che hanno affiancato Bonaffini nel suggellare lo spettacolo nel migliore dei modi.

TRITTICO DI CHITARRE
Serate dedicate alla canzone d’autore ma in cui spicca anche il Bonaffini chitarrista. Come annota Bonanno nel libro-dedica «la voce delle sue chitarre è qualcosa che non si dimentica». Nel tour l’artista è attrezzato con un trittico di chitarre. Usa la sua storica sei corde, una K.Yairi degli anni ’80, che originariamente era priva di sistema di amplificazione, ed usava soprattutto in studio di registrazione. Oggi è commercializzata negli Stati Uniti come Alvarez; ha delle sonorità molto folk, è ottimamente bilanciata, ed è particolarmente adatta a parti arpeggiate così come per l’accompagnamento. Sfoggia poi una Yamaha APX700II elettroacustica a 12 Corde, perfetta per le accordature aperte e per accordi di sesta, quarta e nona. Infine propone la chitarra elettrica mod. semi-acoustic Ibanez Artcore AS 83 VLS. Per quanto riguarda la pedaliera si punta alla poliedricità: POD Vers. 2.0 Line 6.

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