THE CHRIS ROBINSON BROTHERHOOD Anyway You Love, We Know How You Feel If You Lived Here, You Would Be
di Umberto Poli
24 maggio 2017
recensione
THE CHRIS ROBINSON BROTHERHOOD
Anyway You Love, We Know How You Feel If You Lived Here, You Would Be Home By Now
Silver Arrow Records
Doppia prova in studio e doppia (meritata) soddisfazione per la Chris Robinson Brotherhood, il gruppo della rinascita artistica di Chris Robinson dopo i Black Crowes e al contempo una delle realtà più prolifiche e interessanti della nuova scena jam rock statunitense, nel corso di un anno, il 2016, mai così ispirato per band californiana.
Anyway You Love, We Know How You Feel, full length album edito lo scorso luglio, e If You Lived Here, You Would Be Home By Now, uscito in forma di EP a novembre per il Record Store Day, non sono soltanto accomunati da un titolo - in entrambi i casi decisamente lungo - e dalle copertine, che ritraggono i membri del gruppo da due prospettive differenti, ma sono stati concepiti nello stesso identico periodo.
La band ha infatti inciso le canzoni suonando dal vivo, in presa diretta, tra le pareti dell’home studio di Robinson, in California. L’ambiente domestico, i paesaggi mozzafiato - dal cielo alle colline, al mare - e la possibilità di poter gestire in completa autonomia programma e tempi di lavoro, arrangiamenti, pause e pic nic compresi, oltre che l’intero processo creativo, ha creato i presupposti per la magia...
l'articolo continua...
Anyway You Love, We Know How You Feel, full length album edito lo scorso luglio, e If You Lived Here, You Would Be Home By Now, uscito in forma di EP a novembre per il Record Store Day, non sono soltanto accomunati da un titolo - in entrambi i casi decisamente lungo - e dalle copertine, che ritraggono i membri del gruppo da due prospettive differenti, ma sono stati concepiti nello stesso identico periodo.
La band ha infatti inciso le canzoni suonando dal vivo, in presa diretta, tra le pareti dell’home studio di Robinson, in California. L’ambiente domestico, i paesaggi mozzafiato - dal cielo alle colline, al mare - e la possibilità di poter gestire in completa autonomia programma e tempi di lavoro, arrangiamenti, pause e pic nic compresi, oltre che l’intero processo creativo, ha creato i presupposti per la magia...
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che permea letteralmente i due lavori.
Rispetto al passato, e ai primi due album in particolare, anch’essi frutto di medesime sessioni di registrazione, in questo caso si perdono forse l’immediatezza e la novità degli inizi in favore di una indubbia ricercatezza (testuale e sonora) e di uno spessore compositivo assai più complesso, ricco, e stratificato. Le canzoni di Anyway You Love… e If You Lived Here… nascono, nella maggior parte dei casi, da momenti di interplay, da vere e proprie jam in libertà tra i componenti e presentano dunque strutture aperte, lunghezze considerevoli e soluzioni ritmico-melodiche spesso inconsuete, come se ci si trovasse dinanzi ad autentici flussi di parole e note, anziché a brani di stampo classico.
A confermare questa impressione sono tracce come New Cannonball Rag, Roan Country Banjo, Narcissus Soaking Wet, con il suo andamento soul funky imbevuto di psichedelia, e la torrenziale Leave My Guitar Alone, una cavalcata rock n’ roll che riflette appieno la lezione e gli insegnamenti di Grateful Dead e The Rolling Stones. Una nota a parte va riservata alle due canzoni che, più di tutte, sembrano incarnare lo spirito del gruppo in questa fase specifica del suo cammino: il brano-manifesto Forever As The Moon, da cui il disegnatore Alan Forbes (che da sempre si occupa dei manifesti e delle grafiche di Robinson e compagni) ha tratto anche un suggestivo video animato, e la splendida ballad California Hymn.
Anyway You Love… e If You Lived Here… rappresentano un tassello imprescindibile per la band di Chris Robinson (voce, chitarra), Neal Casal (chitarra, cori), Adam McDougall (tastiere), Tony Leone (batteria) e Jeff Hill (basso): la fase “adulta”, se si vuole chiamarla così, il raggiungimento di un suono che ha richiesto i precedenti tre dischi in studio e centinaia di concerti per consolidarsi. Ora, però, più che mai, non resta che affidarsi - ancor meglio se in vinile o dal vivo - alle loro vibrazioni cosmiche e seguirne fiduciosi il motto: let the CRB set you free!
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