SONATA ARCTICA Acoustic Adventures, Vol. One

di Patrizia Marinelli
29 marzo 2022

recensione

SONATA ARCTICA
Acoustic Adventures, Vol. One
Atomic Fire
Dalla pubblicazione di un album acustico, pare che certe band non riescano a sottrarsi, soprattutto nel periodo della pandemia che ha limitato l’attività live ed incentivato il desiderio di suonare in atmosfere intime ed unplugged. Si uniscono a questa logica anche i Sonata Arctica, paladini del power/symphonic metal nati nel 1995 a Kemi (Finlandia).

In Acoustic Adventures, Vol. One  i Sonata Arctica –  (Tony Kakko al microfono, Elias Viljanen alla chitarra, Pasi Kauppinen al basso, Henrik “Henkka” Klingenberg alle tastiere e Tommy Portimo alla batteria) – inseriscono undici tracce del loro repertorio, le quali, private dei suoni più hard, mettono a nudo melodie coinvolgenti e ben congegnate, che la stessa band provvede a trasformare in momenti di intima interpretazione.

Esplorando il percorso discografico dei Sonata Arctica dal 2003 (escludendo dunque il debut-album, Ecliptica del 1999) la tracklist ha inizio con The Rest Of The Sun Belongs To Me, una buona occasione per ascoltare con accenti e arrangiamenti diversi, un brano che in origine appariva sull’edizione di Winterheart’s Guild (2003) destinata al mercato nipponico; lo spirito della band resta intatto, ma addolcito da un grandioso chorus a farla da padrone.

A Little Less...

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Understanding
(da Talviyö , 2019) prende addirittura un sapore semi-folk ed è un momento rilassante in arrivo dopo l’incessante ritmo del precedente For The Sake Of Revenge (da Unia, 2007). Il successivo Alone In Heaven (da Stones Grow Her Name , 2012) in versione acustica guadagna in personalità ed atmosfera: il connubio chitarra acustica, synth e pianoforte è infatti ben riuscito, rilanciando peraltro il cantato di un Kakko più in forma che mai in questa nuova interpretazione.
Tallulah (da Silence , 2001), il brano che tanto successo ha riscosso nella versione originale, in questo caso si propone in maniera più genuina, meno “studiata”, la cui cosa non fa che rendere giustizia a un songwriting davvero raffinato. Anche in Don’t Say A Word (da Reckoning Night , 2004) si ripete lo schema della chitarra acustica che sostituisce l’elettrica: intatto il sapore della melodia e un drumming per niente sottotono.

Dopo As If The World Wasn’t Ending (da The Days Of Grays, 2009) è la volta Paid In Full (da Unia, 2007) che fornisce ai Sonata Arctica l’occasione di sbizzarrirsi con il banjo, conferendo all’insieme una atmosfera decisamente folk.

Non poteva mancare un secondo estratto da Stones Grow Her Name, l’album dei Sonata Artica del 2012 che ha raggiunto la prima posizione delle classifiche finlandesi: più precisamente, si tratta di Tonight I Dream Alone con il pianoforte a salire in cattedra. Segue The Wolves Die Young, uno dei brani più elettrici della tracklist, là dove sono le tastiere di Klingenberg ed il basso distorto di Kauppinen a tenere alto il morale degli appassionati del power metal.

In Wild & Raven (tratto di nuovo da Silence) la sezione della lead guitar passa al pianoforte, mentre il basso e la batteria consegnano al brano la quasi-velocità della versione originale. Chiude On The Faultiline - Closure To An Animal, ballad tratta da The Ninth Hour (2016) qui rivitalizzata tramite una prospettiva fresca e sorprendente.

In conclusione, con Acoustic Adventures, Vol. One  i Sonata Arctica mettono in evidenza il loro animo più versatile, riuscendo a cambiare mood e sound di certi brani del loro repertorio, ma senza spersonalizzarne l’essenza.

Prodotto da Mirkko Tegelman ai finlandesi Studios 57, Acoustic Adventures, Vol. One vuole essere un assaggio di quel che i Sonata Arctica andranno a proporre sul palco. La band sarà in Italia per una sola data: 17 novembre 2022 –  Live Club – Trezzo sull’Adda (Mi).

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