Laurus, lo Stradivari dei Bassi

recensione
Se così non è proprio per tutti i musicisti, certamente questo è lo spirito che ha animato Pierluigi Cazzola e la sua Liuteria Laurus di Schio (Vicenza) sin dagli esordi: costruire bassi che siano qualcosa di “prezioso” per chi li imbraccia, una sorta di tesoro sonoro da custodire con cura e passione.
Il libro in questione ripercorre la storia della Liuteria Laurus (partita dagli anni Ottanta) con toni appassionati (e talvolta un po’ didascalici), arricchita da diversi contributi e recensioni degli strumenti prodotti nel corso del tempo.
Una approfondita analisi di tutti i bassi ideati, concepiti e realizzati da Laurus – dall'Artist al famoso Quasar – trascina il lettore praticamente dentro la stessa liuteria veneta, travolgendolo con l’ingenuo ma reale entusiasmo del suo ideatore.
Fogarollo (autore del libro) mette assieme pezzi separati di una storia industriale e la fa trasforma in epopea artistica: poesia della liuteria applicata...
l'articolo continua...
al solo basso elettrico, considerato il Re (talvolta un po' bistrattato, diciamocelo) degli strumenti a corda.
Dalla lettura delle pagine si respira l’intento che accompagna da sempre Cazzola, mastermind della Laurus – ovvero, far suonare il legno. E quell'aria di sperimentazione e gioioso slancio verso il futuro, pare aleggiare anche oggi tra le mura della sua liuteria, nei tempi della digitalizzazione forzata e delle produzioni di serie senza anima.
Una lettura interessante anche per i non-bassisti, che non potranno non farsi coinvolgere dall'ardore descrittivo dell'autore in questione.
(126 pagg. - Euro 12,00)
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