Drive By Tuckers "American Band"

di Dario Guardino
17 dicembre 2016

recensione

DRIVE BY TUCKERS
American Band
Alto Records UK
American Band è l’ultimo lavoro in studio (l’11esimo) dei Drive By Tuckers, interessante band statunitense attiva sin dal 1999.

La lineup dei Drive ha subito numerosi rimescolamenti negli anni, per arrivare ad una certa stabilità soltanto di recente. Si tratta di Mike Coole (chitarra e voce solista), Patterson Hood e John Neff (a completare il trittico di chitarre), Shonna Tucker (basso), Brad Morgan (batteria) e Jay Gonzalez (tastiere). Se dovessimo liquidare la pratica in poche righe, potremmo definirli una tipica formazione southern rock, ma la cosa non renderebbe giustizia loro, nonostante questa componente, in passato, non sia mai stata troppo celata. Ricordiamo a tal proposito Declaration Day, l’album del 2003, seguito dell’album-manifesto Southern Rock Opera: due concept che trattavano temi scottanti come il matrimonio, il suicidio, il declino culturale dell’America Sudista degli anni ’70...
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L’impegno culturale dei Drive non è mai mancato e anche quest’ultimo lavoro non sfugge da tale ottica. American Band, infatti, può definirsi un ulteriore concept album, nel quale la band si schiera in prima linea contro la politica demagogica del candidato premier USA, Donald Trump. L’album è composto da tracce dal sound granitico (come la opening track Ramon Casiano), per proseguire con Darkened Flags, il cui titolo esplicativo richiama la copertina dell’album stesso. Non sfugge dallo stesso script Surrender Under Protest.

Il sound dell’album si rivela molto gradevole, là dove le chitarre la fanno da padrone con ritmiche “vangate” e prive di fronzoli e rare linee solistiche minimal. Non viene mai a mancare la componente melodica, che emerge chiara e netta nella successiva Guns Of Umpqua, pur se sorretta da un arrangiamento “dritto” e scarno.
Fifthy And Fried è un potenziale singolo dal momento che resta impresso sin dal primo ascolto, mentre When The Sun Don’T Shine è la prima vera ballad dell’album: un piccolo gioiello.
Con Kinky Hypocrite la band proietta l’ascoltatore attraverso una ideale macchina del tempo, in piena epoca Seventies: una traccia la cui linea melodica, come mood ricorda vagamente la celeberrima Saturday’s Nights Alright For Fighting di Elton John. Da sottolineare il timbro “fuzzy” della chitarra, abrasivo e graffiante.

Sorretta da un songwriting raffinato, Ever South si distingue per l’incedere sornione che si insinua nell’aria sin dalle prime note. What It Means è la classica ballata folk/country che affronta i fatti di cronaca recenti in cui alcuni cittadini di colore sono stati uccisi dalla polizia americana. Once They Banned Imagine è un’altra ballad scritta come Dio comanda... Baggage chiude l’album in bellezza.

In conclusione, in American Band sono presenti tutte le componenti che caratterizzano i Drive By Tuckers: melodie che “bucano”, suoni graffianti ed arrangiamenti ben confezionati (non patinati… che è diverso!) Un album per chi ama un certo tipo di sound chitarristico e la chitarra messa al servizio della musica e non dei giochi di prestigio!

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