Levin - Minnemann - Rudess
recensione
Dopo i risultati più che lusinghieri di Levin Minnemann Rudess – il loro album di debutto targato 2013 accolto molto positivamente da pubblico e addetti ai lavori – i tre virtuosi musicisti, rispettivamente impegnati con basso, batteria e tastiere, non potevano non pensare a un secondo capitolo discografico. E così è stato: lo scorso 15 luglio è uscito From The Law Offices Of..., il loro nuovo album costituito da 14 tracce e 3 bonus track (Testimony, Habeas Porpoise e The Tort Ver. 2xb-74)
Il leggendario Tony Levin (bassista con King Crimson, Peter Gabriel, Sting e l’elenco potrebbe andare avanti parecchio...), il batterista Marco Minnemann (Steven Wilson, Joe Satriani, The Aristocrats...) ed il tastierista Jordan Rudess (Dream Theatre e numerosissime collaborazioni di caratura internazionale), con questo nuovo From The Law Offices Of... stabilizzano la loro posizione sul mercato discografico: dunque, non un progetto-meteora destinato ad esaurirsi con la pubblicazione di un album a sorpresa, ma...
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un vero e proprio intento ancorato a solidi principi.
Apre Back To The Machine che sottolinea da subito il progetto di intenti del trio: un 5/4 a velocità elevata, un drumming robusto e un duetto synth/Hammond dal mood anni Ottanta: insomma, un impatto che la dice lunga sui contenuti funk/jazz/prog dell’album in questione.
Ready Set, Sue lascia maggiore spazio alla sperimentazione, là dove le influenze crimsoniane vanno a mescolarsi a quelle à-la Liquid Tension Experiment, con tutti gli strumenti posti in grande evidenza.
Nel corso dell’album, i tre virtuosi danno sfoggio al loro talento e background ma non trascurano un certo senso giocoso, leggero e liberatorio: prova ne sono Good Day Hearsay, là dove Rudess si prende la briga di suonare anche la chitarra, e nel (quasi) blues titolato Witness, con un synth che certo non passa inosservato.
Levin, Minnemann e Rudess passano con disinvoltura da un’atmosfera all’altra, talvolta anche nello stesso brano (come accade in When The Gavel Falls dapprima austero e poi via via solare), consegnando all’ascoltatore una grande concretezza di fondo ed un Levin “incaricato” di costruire la struttura di quasi tutti gli episodi della scaletta. Fondamentale è l’intervento del basso in Free Radicals (che riporta a un certo mood di Pat Metheny), mentre il brano più prog dell’album è Magistrate che precede il technical funk di The Tort, ricco di sfumature che va a chiudere le danze.
……………………………………………………………………………………TONY LEVIN parla di From The Law Offices Of...
Di recente sei stato in tour con Sting e Peter Gabriel e sarai di nuovo impegnato con King Crimson e Stickmen: dove hai trovato il tempo per lavorare sul nuovo From The Law Offices Of...?
Abbiamo composto i vari brani a livello individuale, lo scorso anno, al di là dei tour in cui ciascuno di noi era impegnato. Le registrazioni sono partite nel dicembre 2015 o giù di lì e riprese in tempi successivi, fino all’inizio dei tour della scorsa primavera. Certo è stata dura far coincidere cose ed impegni, ma noi ci tenevamo troppo a realizzare il follow up del nostro primo album. Quel disco ci era piaciuto un sacco e così ci siamo sforzati a creare ogni possibile ritaglio di tempo per lavorare sui nuovi brani.
Il vostro primo album è stato accolto con successo: che aspettative avete riguardo a questo secondo capitolo?
Per quanto mi riguarda, penso sempre ai miei dischi in termini musicali e mai in in termini di pubblicità o di vendite. Siamo molto contenti di quello che abbiamo fatto e pensiamo che, musicalmente parlando, il nuovo From The Law Offices Of... estenda maggiormente i confini rispetto al primo cd. Questo ti può accadere quando puoi contare su una grande esperienza sulle spalle e quando sai che cosa amano suonare i tuoi compagni di lavoro e, di conseguenza, prevedi la loro reazione alle idee che proporrai loro. Che altro dire? Sono molto soddisfatto di questo album che stiamo presentando in giro ed anche del materiale extra sul dvd. Spero che parecchie persone abbiano la possibilità di ascoltare questo album ritrovandosi entusiasti proprio come lo sono io. A chi ancora non lo ha ascoltato, io dico che sarà un’esperienza d’ascolto di gran pregio… lo posso assicurare!
C’è un ingrediente su cui punta From The Law Offices Of...?
Direi che in questo album ci sono tre musicisti che suonano al top delle loro possibilità e che si sono impegnati a comporre dei brani che riflettono il tipo di musica che prediligono.
Hai suonato con numerosissimi musicisti noti: che genere di approccio hai suonando con Minnemann e Rudess?
Come dicevo, componiamo i brani separatamente e certi interventi sono già prestabiliti. Ad esempio, se Jordan scrive un brano con una linea di basso suonata dalla sua mano sinistra sulla tastiera, io probabilmente andrò a doppiare col mio basso quella parte. Altri brani, invece, lasciano maggiore spazio alla creatività. Marco ha il grande talento di presentarsi con delle parti di batteria già belle e pronte quindi, c'è ben poco da suggerirgli riguardo a ciò che deve suonare... Qualche volta mi sorprende ancora di più, visto che ha ottime idee anche riguardo a certe parti di chitarra!
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