Andy Timmons Band "Theme From A Perfect World"
recensione
Andy Timmons rientra senza ombra di dubbio in questa tipologia di musicisti ed infatti il suo ultimo lavoro in studio (Resolution) risale a ben 10 anni fa, con in mezzo la parentesi di The Andy Timmons Band Plays Sgt. Pepper (2011).
Oggi, o meglio lo scorso settembre 2016, Timmons ha dato alle stampe il nuovo Theme From A Perfect World, l’album strumentale uscito per Timstone Records (l’etichetta di proprietà dello stesso chitarrista/sessionman statunitense). Produzione ad opera di Timmons in tandem con Mike Daane, lo storico bassista della sua band.
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In realtà abbiamo iniziato a lavorare a Theme From A Perfect World circa sei anni fa ma, nel bel mezzo, si è inserito il progetto …Sgt. Pepper che ha preso una percorso separato e che, alla fine, ha richiesto di essere pubblicato prima…Ascension – brano che ha fatto da anteprima all’uscita dell’album – è anche quello che dà il via alle dieci tracce che compongono la scaletta; dieci brani articolati e corposi (soltanto uno si attesta sotto i 4 minuti di durata), che non fanno che confermare ciò che da molto tempo è chiaro a tutti: Andy Timmons è un talentato chitarrista sui generis. Non c’è alcun male nel voler fare sfoggio della propria tecnica – sia chiaro – ma che questo tipo di showcase sia andato a logorare la generale percezione degli album prettamente virtuosistici, è un dato di fatto…
Senza essersi mai sottratto al dar prova della sua tecnica ed abilità, Timmons è sempre riuscito a mostrarsi al pubblico come uno dei chitarristi che ha riposto grande interesse nella composizione di brani, piuttosto che come il musicista impegnato a proporre riff e lick da concatenare per il classico effetto-sorpresa.
Theme From A Perfect World – l’album – è la foto della maturazione del processo di composizione di Timmons il quale, va ad esprimersi in maniera eccelsa in tutte le tracce, distinguendosi oltremodo fra le trame di certi brani (vedi Winterland e Lift Us Up su tutti).
Le reminiscenze di Resolution (2006) sono abbastanza chiare, ma lo sono ancor più quelle derivanti dall’esperienza di Sgt. Pepper. Insomma, fra le tracce di questo nuovo album, Timmons si muove con grande nonchalanche: totalmente a proprio agio con il vertiginoso cambio di ritmi, dinamiche e timbriche, in un tripudio di elementi diversi, ma pur sempre coerenti fra loro ed originati dalla stessa matrice.
Sono davvero orgoglioso di questi brani, soprattutto perché alcuni non prevedono un vero e proprio assolo: cosa abbastanza rara per un disco strumentale chitarristico. Io credo che pensare troppo ai solismi, metta in ombra il concetto stesso di brano… il quale, deve essere tale sin dal momento della composizione…Il sound dell’album è quello che ogni fan si può aspettare, imponente là dove i brani si lasciano andare con maggior forza; profondo e avvolgente quando occorre creare la giusta veste espressiva. L’incredibile espressività melodica, infatti, è forse la caratteristica che da sempre contraddistingue Timmons, e che in brani come Ascension, That Day Came, Firenze e Sanctuary emerge in maniera eminente.
Ulteriore freccia della sua faretra, è la (raffinatissima) ricerca degli accordi, e non vi è dubbio che Theme From A Perfect World metta in mostra la rinnovata abilità di Timmons in tal senso… Ebbene sì, saper adottare soluzioni comunicative stratificate anche in partiture non particolarmente elaborate, è un’arte!
In questo album non ci sono le cavalcate di brani tipo Redemption, Bust A Soda o Super ‘70s, ma ciò non condanna il risultato finale in alcun modo: fluttuando fra episodi incalzanti ma mai troppo spinti, il nuovo album di Timmons inanella una serie di mood dall’ampia fruizione, evitando di mirare su singoli momenti ad effetto, ma creando una narrativa sonora che, in 50 minuti abbondanti, riesce a trasportare l’ascoltatore in un’altra dimensione.
Andy Timmons equipment
Ibanez Guitars AT Series – MesaBoogie Amp – (effetti/pedali): TC Electronic, Furman, Digital Corp, EHX, Budda, Xotic, Fulltone, Radial, Caarl Martin
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