SHERYL CROW Evolution

di Francesco Sicheri
01 maggio 2024

recensione

SHERYL CROW
Evolution
Big Machine Label Group
Il nuovo album di Sheryl Crow non poteva che aprirsi con un riff di chitarra, perché se c’è qualcosa di certo a questo mondo è che una delle ragazze più amate del pop-rock non tradirà mai la sua passione per le sei corde. Certo, Sheryl Crow è ormai una donna con tanta esperienza alle spalle, ma Evolution prova a mettere in fila una manciata di brani che spaziano in maniera sufficientemente ruffiana fra tutti gli stereotipi musicali che hanno caratterizzato la carriera della Crow.

E se l’opener, Alarm Clock, riesce a risvegliare sensazioni sonore pericolosamente vicine a ciò che caratterizzava il pop da classifica dei primi anni 2000, ci pensano brani come Do It Again, e Love Life, a fornire la quota country-pop necessaria ad ogni album firmato dalla cantautrice del Missouri. Difficile stravolgere i propri canoni quando si hanno tre decadi di carriera alle spalle, ma Evolution prova comunque a riunire sotto lo stesso tetto brani dalla natura spesso diversa tra loro. Don’t Walk Away è un numero pop molto distante dall’intimità cantautorale di Where?, ma una distanza ancora maggior intercorre fra un brano come...

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Broken Record e la titletrack...

La verità è che Evolution scaturisce dalla raccolta di brani pensati per vivere come singoli a sé stanti, e pertanto si configura come un multiverso sonoro difficile da afferrare nella sua interezza. Un po’ generico, la nuova fatica di Sheryl Crow forse pecca di mancanza di intenti chiari, perché anche una delle migliori performer non riesce sempre a salvarsi con un buon uso della sola esperienza.

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