Wilco - "Schmilco"

di Francesco Sicheri
23 dicembre 2016

recensione

Wilco
Schmilco
dBpm Records
Il vero problema del prendere strade diverse rispetto quanto fatto in passato, nel tentativo di cercare qualcosa di inedito, è quello di saper mantenere sempre vivo il proprio carattere evitando di annegarlo sotto strati di “novità”.

Nel corso di capitoli memorabili e di evoluzioni musicali che hanno portato alla pubblicazione di Star Wars, avvenuta nel luglio del 2015, i Wilco sono comunque riusciti a preservare intatta la tempra che nel 1995 ha prodotto lo stupendo A.M. Dopo poco più di un anno dall’uscita di Star Wars, Jeff Tweedy torna a farsi sentire con i Wilco grazie ad un album che non potrebbe essere più distante da quanto ascoltato non molto tempo fa.

Schmilco
elimina completamente l’acidità elettrica, pur sempre stupenda, del suo predecessore, e lo fa spogliandosi di tutto ciò che potrebbe suonare ridondante, per lasciar invece sopravvivere l’essenza più pura di una scrittura che si avvicina ad ampie falcate alla canzone d’autore. Dodici nuove tracce prevalentemente acustiche, spesso sussurrate (come avviene ad esempio in Quarters), guidate da percussioni e spazzole che sfiorano la texture “lignea” dell’album lasciando galleggiare romanticamente la voce di Tweedy.

Schmilco è un...

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album introspettivo, che espone momenti privati, e che mette in mostra una capacità narrativa mai emersa precedentemente con tanta forza. Dal rapporto con l’amore materno (Happiness) agli anni più difficili dell’adolescenza (Normal American Kids), Schmilco si svolge in un continuo confronto sui cambiamenti portati dalla crescita ed all’approdo all’età adulta.

La nuova fatica dei Wilco non è un album per tutti, indubbiamente meno immediato e roboante del suo predecessore, con il quale condivide però il periodo in cui i brani sono stati scritti; Schmilco è un capitolo che si distacca dalla strada percorsa dalla band fino ad ora, e lo fa riducendo al minimo le strutture musicali, per dare spazio invece alla parola musicata. È un album da digerire nel tempo, da ascoltare e riascoltare, ma non se siete alla ricerca di riff potenti o ritornelli trascinanti.

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