"Marcel Dadi"
di Luigi Lusenti
04 settembre 2019
"Merci Dadi" non può essere giudicato come un normale lavoro discografico, perché rappresenta, attraverso i suoi protagonisti, più di un quarto di secolo della storia della ADGPA italiana. Prodotto dall'Atkins-Dadi Guitar Players Association e concepito dopo la 25esima edizione della sua Convention, l'album si è formato grazie al contributo artistico di molti dei più rappresentativi chitarristi italiani e di alcuni Soci Operativi della stessa ADGPA. L'importanza dell'opera è sottolineata da una confezione curatissima impreziosita da una ineccepibile impostazione grafica e da un libretto che riporta le foto e le biografie di tutti i musicisti. Il titolo “Merci Dadi” è ovviamente riferito a Marcel Dadi, il mitico “Re del fingerstyle” che ha prima ispirato e poi favorito la nascita e la crescita della ADGPA, di Issoudun Capitale de la Guitare e di tante altre associazioni musicali sparse per il mondo.
I 20 brani proposti sono ordinati seguendo l'ordine alfabetico dei loro esecutori e l'apertura è pertanto riservata a “Groove” di Andrea Benzoni. Si tratta di una composizione per chitarra ed orchestra che ben rappresenta l'estro e la competenza musicale di un musicista completo, tanto da poter rivestire il prestigioso ruolo di direttore d'Orchestra in situazioni anche non prettamente chitarristiche....
l'articolo continua...
I 20 brani proposti sono ordinati seguendo l'ordine alfabetico dei loro esecutori e l'apertura è pertanto riservata a “Groove” di Andrea Benzoni. Si tratta di una composizione per chitarra ed orchestra che ben rappresenta l'estro e la competenza musicale di un musicista completo, tanto da poter rivestire il prestigioso ruolo di direttore d'Orchestra in situazioni anche non prettamente chitarristiche....
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Con “Good Morning Mr. Breau” di Roberto Bettelli la chitarra diventa unica protagonista di una composizione dedicata a Lenny Breau dove la tecnica strumentale è finalizzata alla creazione di un tappeto sonoro complesso ed affascinante al tempo stesso. La successiva “Atlantico” di Sergio Arturo Calonego attira l'attenzione sin dalla prima nota per la qualità sonora ma riesce poi ad accompagnare l'ascoltatore lungo un percorso musicale che si identifica in un vero e proprio emozionante viaggio virtuale. Il medesimo obbiettivo se lo pone Marcello Capra con “Vision” ma il suo personalissimo e dinamico modo di suonare con il plettro porta ad un impatto ritmico/sonoro dall'effetto quasi ipnotico.
Con “Impromptus”, improvvisazione jazz di Paolo Cattaneo e Giovanni Monteforte, si entra nel mondo complesso ed affascinante della musica atonale di cui i due sono assoluti pionieri. Il loro “Dimensione Verticale” del 1989, infatti, è stato il primo album in Italia inciso da chitarristi e dedicato alla musica atonale. Sorprendente per altri versi, è la “Ninna nanna per Alice” di Gigi Cifarelli. Da un virtuoso come il chitarrista milanese ci si aspetterebbe un brano dall'impronta jazz caratterizzato da continui e lunghi assoli. Ci si trova invece ad ascoltare una vera e propria ninna nanna che condensa in un minuto e cinquanta secondi tutto il talento del Cifa: semplicemente bellissima!
Beppe Gambetta, invece, con “Chipmunk” fa semplicemente il Beppe Gambetta, mettendo in mostra senza risparmio il suo noto bagaglio tecnico, che gli consente una velocità di esecuzione impressionante.
Altro artista di fondamentale importanza è Paolo Giordano, il primo a rendere popolare a casa nostra la tecnica del tapping a due mani. In “Thinkin'Elf” si ha un'apertura tipica del genere ma la composizione si sviluppa poi sapientemente con aperture inaspettate e di assoluta qualità esecutiva. Nell'album in questione, oltre ai “Senatori” della musica italiana, si ha la possibilità di ascoltare alcuni rappresentanti della nuova generazione dei chitarristi italiani ed Emanuele Grafitti è sicuramente uno dei giovani più talentuosi ed interessanti. Capace di esprimersi compiutamente in tutti gli stili musicali, sfrutta la sua vasta conoscenza per comporre brani dalle mille sfaccettature, senza però disconoscere l'importanza della melodia che, anche in “Cieli di Luglio”, gode di un grande risalto. Con la “Second Hand” di Alberto Grollo si entra in un'atmosfera country inaspettata ma quanto mai divertente e coinvolgente. D'altra parte il chitarrista di Conegliano è sicuramente tra i più prolifici di casa nostra e dalla sua propensione all'esplorazione musicale è sempre lecito aspettarsi qualche piacevole sorpresa. A confermare l'altissimo livello qualitativo dell'album contribuisce la pregevole “Sunset Song” di Franco Morone, un artista conosciuto ben oltre i nostri confini tanto per le doti di compositore che di esecutore.
Passando alla traccia successiva, già dalla prima nota è possibile identificare il tocco ed il suono di Pietro Nobile, che al progetto dell'A.D.G.P.A. ha offerto non solo il suo talento musicale ma anche la ben nota competenza con la quale gestisce l'Acoustic Design. E' nel suo studio di registrazione, infatti, che sono stati registrati molti dei brani di “Merci Dadi” ed è per questo che il disco è in grado di fare la felicità non solo degli appassionati della sei corde ma anche dei fortunati possessori di raffinati impianti hi-fi. Resta da dire che “Manime”, qualità sonora a parte, è un piccolo capolavoro di sensibilità artistica. Sandro Nola, co-fondatore dell'Associazione di cui è l'attuale Segretario, presenta “Tra noi” una composizione tanto dolce e melodica da sembrare una canzone senza parole. Sarebbe bello ascoltarla supportata da un testo, perché mostra enormi potenzialità in questo senso. Giulio Redaelli e Socrate Verona propongono con “Clipper” una musica evocativa e raffinata. Dopo un inizio stimolante ma ingannevole, il brano imbocca una direzione apparentemente non conseguente ma assolutamente affascinante. Da ascoltare con parsimonia perché, una volta memorizzato, è davvero difficile toglierselo dalla testa. Claudio Rudella, bisogna riconoscerlo, ce l'ha messa tutta per lasciare una traccia acustica in “Tra spine e felicità” ma la sua anima rock è chiaramente incontenibile e finisce con l'esprimersi attraverso una serie di assoli elettrici “partecipati”, melodici e calibratissimi. D'altra parte un po' di rock, in un disco che propone anche fingerstile, jazz, flamenco, musica atonale, classica e picking, ci sta benissimo, se non altro per ricordare che l'ADGPA si rivolge a tutti i chitarristi acustici ed elettrici, senza distinzioni di stile. Ed è proprio il repentino passaggio tra un musicista rock ed uno di derivazione classica a sottolineare il fascino delle differenze. In verità la bravissima Paola Selva non si propone in veste di chitarrista classica ma mette in evidenza il suo lato acustico, con una composizione, “Confine”, di pregevole fattura ed eseguita in modo a dir poco impeccabile.
A dimostrazione del fatto che molti dei Soci Operativi dell'A.D.G.P.A. sono chitarristi evoluti che potrebbero animare la scena delle Convention invece che prestare il loro preziosissimo contributo dietro le quinte, vi è la “Heaven and Hell” di Stefano Speroni, un chitarrista che ha comunque fatto parte del gruppo internazionale dei Lowlands e che, dunque, può vantare diverse incisioni al suo attivo. E' anche grazie a persone come lui e Sandro Nola, che l'Associazione è riuscita ad operare per più di un quarto di secolo senza avvertire il peso del tempo che passa. Con “Samba Pra Voce” anche il flamenco si ritaglia uno spazio importante attraverso il contributo di Antonio Tarantino, un punto di riferimento assoluto nel nostro Paese, sia dal punto di vista tecnico che storico. Una bella composizione originale suonata con assoluta maestria.La traccia numero 19 è quella che incarna più di ogni altra lo spirito dell'album. “Marino & Marcel” è stata infatti ispirata a Roberto Bettelli dall'amicizia che legava Marino Vignali a Marcel Dadi; un'amicizia che è stata alla base della fondazione della ADGPA. A suonarla è proprio il Presidente dell'Associazione che, dismessa per un giorno la toga, non si è sottratto all'obbligo morale di varcare per la prima volta la soglia di uno studio di registrazione. Il brano, nato come prettamente picking, è stato volutamente suonato senza thumbpick ed interpretato in modo da privilegiare la parte armonica rispetto a quella ritmica. Questo allo scopo di ricordare che l'era picking di Dadi ha rappresentato solo la parte iniziale della sua carriera. Non per nulla, con il passare degli anni, il suo soprannome più utilizzato è stato quello - dal significato più ampio - di “Re del Fingerstyle”.
Chiude l'album Riccardo Zappa, quello che da molti viene ricordato come il “Padre” della musica acustica moderna italiana. "Celestion", l'album che lo ha reso celebre, risale infatti al 1977 e da allora Riccardo è diventato un punto di riferimento nel panorama musicale italiano. Il suo stile risulta immediatamente riconoscibile e “Meditativo” ne è un ottimo esempio. In conclusione, si può affermare che “Merci Dadi” è un disco destinato ad essere conteso dai collezionisti, sia perché riunisce molti dei più rappresentativi artisti italiani, sia perché impreziosito da un bellissimo packaging che lo rende un oggetto assai desiderabile.
Non è facile però ottenerne una copia, perché l'ADGPA ha deciso di non trasformare il progetto in un'operazione commerciale: il CD quindi non è in vendita ma verrà regalato nell'ambito delle prossime edizioni del Guitar International Rendez-vous, a chi dimostrerà di apprezzarne il valore artistico ed il significato morale...
ADGPA official website
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XIV GUITAR INTERNATIONAL RENDEZ-VOUS
ADGPA - 26esima Convention
Pieve di Soligo (Tv) 5-6-7- luglio 2019
di Marino Vignali
Se da un lato bisogna ammettere che l'organizzazione dell'edizione 2019 della Convention è stata fonte di non poche preoccupazioni per il legittimo desiderio di riuscire a festeggiare degnamente un simile evento, dall’altro si può tranquillamente confessare che quest'anno è stata prima progettata e poi realizzata in un clima di assoluto relax. Ci sono stati momenti, soprattutto durante i pranzi all'Antica Osteria di via Brandolini, in cui era difficile distinguere i componenti delle varie tavolate, dal momento che l'atmosfera allegra ed amichevole ha contribuito a creare gruppi compositi che vedevano i protagonisti della scena musicale perfettamente amalgamati con gli espositori del Salone della liuteria ed i partecipanti ai seminari.
Ad aprire il concerto del venerdì sera e quindi il Guitar International Rendez-vous è stato Michele Pucci in quanto vincitore del Premio A.D.G.P.A./Banca delle Prealpi 2018. Già con il primo brano, “Rumba Loca”, tiratissimo, ha lasciato il pubblico letteralmente senza fiato ma è con il successivo, “Atras per undas” che Michele ha ancor più evidenziato il talento di compositore anche in un ambito (quello del flamenco) lontano dalla nostra cultura musicale. Con i brani successivi, a partire da “Cinzia”, il suo raggio d'azione si è poi allargato a stili diversi, comunque tutti perfettamente padroneggiati.
Il primo ospite internazionale è stato Maneli Jamal, attualmente uno dei più apprezzati musicisti acustici del panorama internazionale. Noto anche per la sua abilità nell'utilizzo delle più avanzate tecniche chitarristiche, Maneli ha scelto di iniziare la sua performance in modo convenzionale, esibendo un timing perfetto ed una pulizia esecutiva impressionante. Arricchito poi il suono con qualche effetto, ha presentato un brano melodico ed evocativo capace di evolversi in strumming puro senza snaturarsi. In generale, durante la sua esibizione, Jamal ha privilegiato le doti di compositore rispetto a quelle tecniche in perfetta sintonia con la tranquillità ed il fascino del luogo in cui si stava esibendo. Resta da dire che l'assistere alla performance di Maneli è stata un'esperienza molto coinvolgente, limitata solo, per alcuni, dalla non perfetta conoscenza della lingua inglese. Questo perché ogni composizione, prima di essere eseguita, è stata illustrata nei minimi particolari, con un linguaggio fluido e musicale per tono e cadenza. L'atmosfera magica creata dalla musica di Jamal si è subito trasformata in energia al comparire in scena di un inizialmente silenzioso Andrea Valeri, capace però di estrarre dalla fidata Maton un'eccitante mitragliata di note. Si è dovuto attendere il terzo brano per sentire la sua voce annunciare l'arrivo di un'ondata rock a completamento di una prima parte dedicata al picking.
Con un brano drammatico come “La lettera” dedicato ad una storia ambientata nella seconda guerra mondiale, il cuore ha preso per qualche minuto il sopravvento sulla tecnica. Una parentesi alla quale è seguita una superba versione di “Sultan Of Swing” ed un brano dall'altissimo tasso di difficoltà esecutiva come “Tango e Vai”. Andrea Valeri ha infine passato il testimone a Lorenzo Favero, un giovane chitarrista italiano che riesce a fa parlare di sé anche al di fuori dei nostri confini. Anche lui ha iniziato a suonare senza alcuna premessa, per lasciare che fosse direttamente la sua chitarra ad evidenziare la maturità musicale raggiunta. A “Walking Whit My Blues” ha fatto seguire “Miles & miles” per poi lanciarsi in un omaggio al genere manouche senza però abbandonare la tecnica del basso alternato con “Cabaret Chat Noir”. Davvero una bella composizione in cui atmosfere e stili differenti si fondono con molta naturalezza. Al termine del suo set Lorenzo, ricordando la decennale amicizia che lo lega ad Andrea Valeri, lo ha richiamato sul palco per una originale versione in duo di “Windy & Warm” seguita dalla mitica “Imagine”, suonata sul palco e cantata in coro dal pubblico. Di sorpresa in sorpresa si è giunti al punto di sentire Valeri chiamare in scena la cantante lirica di origine siberiana (e futura sposa) Marianna Blinova. La sua incredibile voce ha lasciato tutti a bocca aperta, scatenando l'entusiasmo del pubblico che, solo dopo una corale versione di “No Potho Reposare” (con la partecipazione di Gianluigi Secchi), si è rassegnato alla chiusura della serata.
Il sabato mattina si è aperto il Salone della liuteria che ha occupato tutti gli spazi interni della Villa Brandolini. Una edizione particolarmente ricca di espositori e con una selezione di strumenti davvero notevole. D'altra parte l'A.D.G.P.A. Fa sempre tutto il possibile per favorire la conoscenza del fondamentale ruolo rivestito dai liutai, concedendo loro sempre più spazio sotto tutti i punti di vista.
I seminari si sono tenuti, come negli ultimi due anni, nell'auditorium della villa perché con le temperature in costante salita, la sua bellissima loggia non è praticabile di giorno senza mettere in preventivo epiche sudate. In compenso l'aria condizionata e le comode poltroncine dell'auditorium rappresentano l'ideale per godersi le varie proposte musicali. Verso la fine della giornata si è tenuta anche la selezione destinata ad individuare il terzo finalista del Premio A.D.G.PA./Banca delle Prealpi. Per la cronaca, il vincitore è stato Tommaso Doglia ma il fatto più rilevante è che questo contest, concepito per valutare anche dal vivo i musicisti, è diventato anche un'occasione per stabilire un rapporto personale a tutto campo favorito dalla passione comune.
I partecipanti, infatti, finiscono con il diventare davvero parte integrante della manifestazione contribuendo alla sua riuscita sotto molti aspetti, come quando, ad esempio, si prestano a suonare gli strumenti esposti nel Salone della liuteria durante il Concerto per i liutai.
Una pioggia improvvisa ha reso necessario lo svolgimento del concerto serale al coperto. L'accogliente struttura del Teatro Careni di Pieve di Soligo, tuttavia, si è dimostrata particolarmente adatta alle manifestazioni musicali grazie alla perfetta resa acustica della sala.
Il primo artista a salire sul palco è stato Alberto Lombardi, alla sua prima esibizione in una nostra manifestazione. Bisogna subito dire che la dimensione live si è dimostrata perfetta per evidenziarne le qualità tecniche e l'innato senso dello spettacolo. La sua contagiosa simpatia, poi, ha conquistato tutti, tanto che già durante la versione picking di “Penny Lane” in sala si scorgevano grandi sorrisi per il modo in cui Alberto accompagnava con la mimica delle affascinanti trasgressioni alla composizione originale. Bellissima anche la versione di “Yesterday” che, scherzando, ha tentato di spacciare come una sua composizione originale. Non vi è dubbio che Lombardi abbia un talento particolare per gli arrangiamenti, come ha dimostrato proponendo anche “Nel blu dipinto di blu” (cantata in coro dal pubblico) e “O sole mio” ma, al tempo stesso, i suoi pezzi originali, ad iniziare da “The Fermi Pardadox” e “Balkan Dance” (suonati con il plettro con scale velocissime), appaiono assolutamente maturi e non sfigurano alternati a dei capolavori senza tempo.Dopo di lui Massimo Bubola ha presentato alcune sue canzoni per poi lasciare la scena a Bernard Revel. Chitarrista di fama internazionale, abituato a suonare in svariati contesti, Bernard ha perfettamente compreso lo spirito della manifestazione e si è divertito a stupire il pubblico con tante piccole trovate. Appena salito sul palco, ad esempio, invece di agganciare il cavo alla chitarra, è subito ridisceso tra il pubblico in totale versione unplugged suonando e cantando come se fosse a casa sua, senza neppure disdegnare di sedersi, di tanto in tanto, in una delle rare poltroncine del teatro rimaste vuote. Come preannunciato, tutta la sua esibizione si è basata sulle canzoni scritte da Paul McCartney sia negli anni dei Beatles che in quelli successivi. La particolarità della ricerca consiste nella creazione di arrangiamenti talmente complessi da costituire essi stessi una composizione autonoma ma, al tempo stesso, perfettamente compatibili con una linea di canto rispettosa della versione originale. Sull'argomento ha tenuto un seminario durante la Convention durante il quale ha mostrato i duri esercizi ai quali si è sottoposto per sviluppare un'assoluta indipendenza tra l'esecuzione della parte musicale e di quella vocale. Il risultato è davvero impressionante e, grazie a lui, le magnifiche composizioni di Paul si sono trasformate in pirotecnici gioielli acustici (oltretutto molto ben cantati, perché Revel ha sfoggiato una voce non particolarmente potente ma molto duttile ed espressiva, oltre che intonatissima).
Il compito di chiudere la serata è spettato all'Azuleio Trio, un gruppo flamenco formato da Abel Sánchez (chitarra), Elena Botica (voce-flauto) e Antonio Piñera "Pumuki" (percussioni).
Il flamenco è un genere musicale che, a volte, risulta di faticoso ascolto per i non appassionati. Con l'Azuleio Trio questo problema non si è però posto, perché la loro proposta musicale è risultata a dir poco trascinante grazie ad un mix di flamenco, jazz, folklore arabo e spagnolo. Tra i musicisti ed il pubblico si è subito creato un feeling eccezionale, tramutatosi in una vera e propria ovazione quando Elena Botica ha riposto il flauto ed ha iniziato a danzare dando vita ad uno spettacolo nello spettacolo.Una menzione speciale va comunque ad Abel Sánchez, chitarrista di altissimo livello e vero motore della formazione.
La giornata della domenica si è svolta in parte a Pieve di Soligo ed in parte a Conegliano. A Pieve si sono tenuti i seminari, uno dei quali totalmente dedicato alla liuteria. A gestirlo sono stati Carlos e Francesco Michelutti che si sono prestati a rispondere con cortesia e competenza a tutte le domande dei partecipanti. E' stato il primo incontro di questo genere ma non sarà l'ultimo, perché è stato molto gradito e ha ulteriormente indirizzato l'interesse degli amanti della sei (o più) corde verso il meraviglioso mondo dei costruttori artigianali di strumenti.
In quest'ottica l'A.D.G.P.A. ha previsto da anni un Concerto per i Liutai durante il quale i vari costruttori possono descrivere le loro opere facendole poi provare ai chitarristi presenti alla Convention, anche se non in cartellone. Durante il concerto, magistralmente condotto Maurizio Cuzzolin, si è tenuto anche l'ultimo spazio del fine settimana dedicato agli sponsor, quello in cui viene regalato il materiale di maggior pregio. Quest'anno, in particolare, grazie alla Mogar Music, la Lag ha offerto una chitarra modello Tramontane, la Zoom un pedale multieffetto AC-2, la Schlagwerk un SamJam e la Mesa/Boogie un Rosette Acoustic DI-Preamp (un preamplificatore high-end per chitarra acustica con D.I. incorporata). Non è mancato, poi, l'apporto della Elixir che, come di consueto, ha regalato decine delle sue prestigiose mute di corde per chitarra. Tra i vari doni che hanno reso felici i presenti ve ne è stato uno particolarmente gradito, “Merci Dadi” un album straordinario che vanta la presenza di ben 22 musicisti amici dell'A.D.G.P.A. che si sono riuniti per festeggiare il superato traguardo delle 25 edizioni della manifestazione, senza dimenticare il mitico "Re del fingerstyle" che ne è stato l'ispiratore. Protagonisti dell'opera sono, in ordine strettamente alfabetico: Andrea Benzoni, Roberto Bettelli, Sergio Arturo Calonego, Marcello Capra, Paolo Cattaneo, Gigi Cifarelli, Beppe Gambetta, Paolo Giordano, Emanuele Grafitti, Alberto Grollo, Giovanni Monteforte, Franco Morone, Pietro Nobile, Sandro Nola, Giulio Redaelli, Claudio Rudella, Paola Selva, Stefano Speroni, Antonio Tarantino, Socrate Verona, Marino Vignali e Riccardo Zappa.
L'ultimo concerto serale si è svolto nella suggestiva cornice dell'ex Convento di San Francesco di Conegliano ed ha riservato molte piacevoli sorprese. Durante la prima parte si è svolta l'attesissima finale del premio A.D.G.P.A./Banca delle Prealpi per il Chitarrista emergente 2019 tra i due prescelti dal Gruppo d'ascolto dell'Associazione attraverso l'invio del materale sonoro (Danny Trent - Gianluigi Secchi) e Tommaso Doglia, (il vincitore delle selezioni svoltesi direttamente a Pieve di Soligo). Alla fine di una bellissima ed amichevole sfida, ha prevalso Danni Trent che, quindi, avrà la possibilità di aprire il prossimo Festival Internazionale di Issoudun e la 15a edizione del Guitar International Rendez-vous. A premiarlo è stato direttamente Carlo Antiga, il Presidente della Banca delle Prealpi. Nell'occasione è stato consegnato anche il Premio per il Liutaio dell'anno ad Ermanno Pasqualato. Subito dopo il contest è iniziato il vero e proprio concerto, aperto dalla coppia formata da Carmelo Tartamella ed Odilla Rey, il Travel Songs Project Duo, che ha proposto alcune delle più belle composizioni cantate del jazz internazionale passando con disinvoltura dallo swing al country americano. Sono stati loro a porre il primo mattoncino che ha portato alla costruzione di una serata davvero speciale. Carmelo, grande chitarrista jazz, ha esibito un virtuosismo mai fine a se stesso ed Odilla ha sfoderato un timbro di voce unico, posto in ulteriore risalto, nell'ultimo pezzo presentato, dall'uso di un piccolo megafono. Il primo merito di Simon Fox, che li ha sostituiti sul palco, è stato quello di prolungare la splendida atmosfera creatasi con una serie di brani originali, molti dei quali di ispirazione celtica e bluegrass, suonati con un timing impeccabile ed un tocco tanto preciso quanto personale. Tutti brani, tra l'altro, talmente recenti da non avere ancora un titolo, anche perché è sua abitudine assegnare i titoli sono al momento della formazione di un album. Il chitarrista australiano, che attualmente vive a Vancouver in Canada, ha presentato anche un brano composto proprio durante la sua precedente partecipazione al nostro Festival e, avendo fatto parte della Giuria che ha assegnato il Premio a Danny Trent, ha ritenuto giusto fare in pubblico i suoi complimenti anche agli altri due finalisti per la buona musica che hanno saputo regalargli. A chiudere il Guitar International Rendez-vous è stata Friederike Schulz accompagnata alla chitarra da Bernard Revel. Friederike, oltre ad essere una cantante ed una polistrumentista, ha anche studiato recitazione teatrale e, parallelamente alla sua carriera di cantante, ha collaborato con diversi registi di Opera e creato più di una ventina di spettacoli. Per questo, dopo aver cantato e suonato per un po', avvertendo il calore del pubblico, ha deciso di lanciarsi in una serie di racconti supportati da una mimica attoriale e da dialoghi in cui la lingua italiana si è miscelata con quella francese, spagnola e tedesca. Alla sua performance il pubblico ha risposto con applausi scroscianti e numerose richieste di bis, restando incollato alle sedie nonostante l'ora tarda. Il giusto coronamento di un concerto speciale, che ha chiuso in bellezza la 26 Convention dell'A.D.G.P.A., la 14 del Guitar International Rendez-vous.
RINGRAZIAMENTI
Un doveroso ringraziamento per l'apporto dato a questa edizione va ad Alberto Grollo, coorganizzatore della manifestazione, alle Amministrazioni comunali di Pieve di Soligo e Conegliano, a Carlo Antiga Presidente della Banca delle Prealpi, a Guitar Club, all'Associazione i 4 Accordi con il Presidente Elena Scarano, a Gianni Quintavalle, alla Mogar Music con i marchi Lag, Zoom, Mesa/Boogie, Ibanez, Schlagwerk, alla Elixir, a Energyca carburanti, Cuzziol group, Patrizia Zava delle Assicurazioni Groupama, Mike Zava della Seriemme, senza dimenticare tutti i Soci Fondatori ed Operativi dell'A.D.G.P.A., Cristina Donà ed “il gruppo veneto” formato da Fabio T, Fabio S, Maurizio, Dolly, Annalisa e Ghio.
SALONE DELLA LIUTERIA - ESPOSITORI
ESSETIPICKS di Stefano Tommasi, www.essetipicks.com - ALBERTO BONAFINI alberto.bonafini@tin.it - GREAT OWL GUITARS di Maurizio Cuzzolin www.greatowlguitars.com - CARLOS e FRANCESCO MICHELUTTI cordovamichelutti@libero.it - ROBERTO CAMPACI www.campaciguitars.com - ERMANNO PASQUALATO www.weissenbornguitar.com FILBO S.r.l. di Mariangela Mauri e Bruno Nicolini & C www.filbosnc.it - ADLGUITARS di Achille De Lorenzi www.adielleguitars.it - DAVIDE PUSIOL www.davidepusiol.com - MARCO LORENZON facebook.com / Liuteria, chitarre & dintorni - ALESSANDRO PERON INSTRUMENTS facebook.com / Alessandro Peron Instruments - ANDREA BADALUCCO andrea@badalucco.com - WILLIAM MARINELLO Momojiri Guitars - STEFANO BERSAN Pickup per acustica – LIUTON di Marco Tonoli www.liuton.it
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