RED HOT CHILI PEPPERS il tour 2023
domenica 2 luglio 2023 – Milano – Ippodromo SNAI LaMaura
Return Of The Dream Canteen” è un album tentacolare, frutto della tipica abilità dei RHCP di surfare tra rock, funk, rap, riff, melodie, ritmi e groove, per un banchetto dalle portate ricche e sostanziose, insaporite da una ritrovata alchimia e vena creativa.
A sei mesi di distanza da “Unlimited Love” i Red Hot Chili Peppers pubblicano “Return Of The Dream Canteen”, un album tentacolare, frutto della tipica abilità della band di surfare tra rock, funk, rap, riff, melodie, ritmi e groove, per un banchetto dalle portate ricche e sostanziose, insaporite da una ritrovata alchimia e vena creativa.
17 i brani di “Return Of The Dream Canteen”, per una tracklist che – sotto la guida di Rick Rubin – trascina i RHCP tra i terreni di quel crossover funk/rock che appartiene loro di diritto, vedi “Fake As Fu@k” ed "Afterlife" (quest’ultimo con uno sfavillante assolo di Frusciante), ma che li trascina anche in certe svisate che sanno di blues (Roulette), di sonorità degli Ottanta (My Cigarette), di new wave (The Drummer), di divertissement (Tippa My Tongue”) e di pathos e gravità (Eddie), quest’ultimo dedicato a Eddie Van Halen, con il basso di Flea a dare gran peso alla texture, la batteria di Smith a dare solidità e compattezza, e la chitarra di Frusciante a consegnare massicce dosi di emozione.
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Dunque, non solo l’accogliente comfort zone per i RHCP – funk felpati, groove rotolanti, progressioni intricate, armonie lussureggianti – ma anche la voglia di suonare e lasciarsi condurre nelle direzioni più diverse. Probabilmente non vi saranno episodi in grado di unirsi a quelli più iconici della band; in tutti i casi, il distacco dai più recenti e discutibili capitoli è netto e marcato. In tutti i casi, infine, i paradigmi che sorreggono l’impalcatura RHCP non cambiano: il tandem ritmico e motore propulsivo che fa scuola da sempre (Flea al basso e Chad Smith alla batteria) è infatti l’humus che fertilizza e prepara il terreno di base: quello destinato ad accogliere gli appassionanti innesti chitarristici di John Frusciante e l’inconfondibile timbro vocale di Anthony Kiedis. Tutti e tutto per una mescola fluida, naturale, riconoscile all’istante, che si chiama identità. E non è cosa per tutti.
Che alchimia e vena creativa stessero abitando le anime dei RHCP si era capito all’inizio dell’anno con l’uscita di “Unlimited” (l’album segnato dal ritorno ufficiale della lineup delle origini e dalla produzione di Rick Rubin) … che l’ebollizione non sia terminata lo testimonia il nuovo “Return Of The Dream Canteen” (Warner Records)
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