WILCO Cruel Country
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recensione
Il lavoro, come non capitava da più di 10 anni (nello specifico da The Whole Love del 2011), la band lo ha registrato in presa diretta, con i sei membri armati di voglia di tornare alle radici, ma anche di rivivere l’emozione di suonare e sudare tutti assieme nella stessa stanza.
Le tracce (ben 21, firmate da Tweedy) vanno indubbiamente ad impreziosire la storia della formazione americana e a comporre un affresco sonoro che completa quel che è stato il loro viaggio fino a questo momento. In che modo? Attingendo a piene mani, con freschezza e navigata esperienza, dagli sconfinati territori del country: il genere da cui la band aveva mosso i primi passi a inizio carriera (e ancor prima, si pensi agli Uncle Tupelo) per ritrovarsi,...
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oggi, ad esplorarne le pieghe con idee e maturità differenti rispetto al passato.
I frutti di tale operazione, disseminati lungo i quasi ottanta minuti di Cruel Country, sono godibili, ispirati, a tratti davvero imperdibili. Fin dal titolo, che mette in luce i due elementi cardine, sul piano tematico, delle composizioni: l’amore per il proprio Paese e, al contempo, la necessità di rilevarne le numerose contraddizioni.
Tra gli esempi più riusciti e convincenti del repertorio dei Wilco, questo atteso ritorno sul mercato discografico sancisce il valore della formazione della cosiddetta Windy City, sottolineandone l’unicità all’interno del variegato panorama della musica a stelle e strisce, e consegnando agli ascoltatori una serie di canzoni autentiche, emozionanti, destinate a durare nel tempo e - si spera - nelle setlist dei loro concerti: si va dal singolo Fallin’ Apart (Right Now), divertente e leggero, alle malinconiche I Am My Mother e Tired of Taking It Out On You passando per la beatlesiana Story to Tell per arrivare a tracce spoglie ed eteree come The Universe, The Plains, Many Worlds (con tanto di splendida coda strumentale).
Un’ultima considerazione. Chi ha amato American Beauty, Workingman’s Dead e Reckoning di Jerry Garcia e soci, che ai Grateful Dead più acustici di Garca strizza l’occhiolino, in questo disco troverà cibo gustoso di cui nutrirsi.
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