Vernon Neilly "Outta Time"

di Patrizia Marinelli
21 settembre 2016

recensione

VERNON NEILLY
Outta Time
Boosweet Records
Un combo di all-star, composto da chitarristi, bassisti e batteristi tra i più apprezzati sulla scena, è l’elemento portante di Outta Time, il quinto album di Vernon Neilly.

Nato il 10 maggio 1955 nella Clark Air, base militare delle Filippine, cresciuto a Nassau (nelle Bahamas) e residente in California, Vernon Neilly è un chitarrista statunitense dal talento poliedrico, nonché produttore, arrangiatore, attore e speaker radiofonico. Dal 2000 – anno in cui ha esordito con il suo Kaleidescope – Neilly ha abituato i suoi ascoltatori a collaborazioni celebri (vedi anche Tribute To Stevie Wonder del 2009), ma con Outta Time ha superato sé stesso, chiamando in causa il fidato Greg Howe (Michael Jackson, Justin Timberlake, Rihanna…), nonché Jennifer Batten (Michael Jackson, Jeff Beck…), Frank Gambale (Chick Corea), Doug Wimbish (Living Colour, Jeff Beck), Kiko Loureiro (Megadeth…), Philip Bynoe (Steve Vai), Mattias Eklundt (Freak Kitchen), Juan Nelson (Ben Harper).

Ma non si tratta di una vetrina di talenti di per sé (anzi Neilly ha evitato con cura tale ipotesi…) bensì della realizzazione di una scaletta infuocata di...

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brani, tra influenze soul, funk, hard rock e jazz che pare funzionare a dovere.

Apre Fire, traccia che ospita Greg Howe alla chitarra e TM Stevens al basso (ripresa a fine album con una long version), nonché cover di Jimi Hendrix, idolo dello stesso Neilly. Un vero concentrato di energia, con l’arrangiamento di Neilly e Howe pensato per rinverdire i fasti di un classico tra i più apprezzati del leggendario artista.

La valenza dell'album risiede anche nei messaggi sociali in esso contenuti: su tutti They Don't Care, Outta Time e Git Yo Lyfe Rite, graffianti manifesti d’accusa verso una classe politica avida, responsabile di aver generato nel mondo una robusta spirale di criminalità, corruzione, degrado del pianeta, diseguaglianza sociale.

Messaggi duri e crudi che, tuttavia, lungo la scaletta, lasciano spazio anche alla rilassatezza (vedi l’irresistibile groove di Meta Funk Trip) e a una generale atmosfera da easy listening incentrata su melodie e cori accattivanti intervallati da assoli degni di nota.

Dichiara Vernon Neilly riguardo a Outta Time ed al cast di musicisti di fama che ha coinvolto nell’album: “sono tutti non soltanto grandi musicisti, ma prima di tutto miei amici intimi, che conosco da anni. Quando ho deciso di registrare questo disco li ho contattati uno per uno, spiegando loro quel che stavo facendo e tutti sono stati felici di far parte del progetto. Ho lavorato con Kiko Loureiro in svariate occasioni perché era un artista della mia etichetta, mentre Jennifer Batten e Frank Gambale sono endorser dei pickup Seymour Duncan, proprio come me. Victor Johnson, chitarrista di Sammy Hagar, è amico mio dai tempi in cui suonava con The Busboys. Ho incontrato Mattias Eklundh anni fa al Namm Show qui in California e da allora siamo rimasti sempre in contatto. Anche Dough Wimbish dei Living Colour è mio amico da sempre. Per non parlare di Greg…”

A proposito di Greg Howe e al grosso contributo che ha fornito all’album, lo stesso Neilly dichiara: “io e Greg siamo ottimi amici. Siamo stati in tour insieme in Brasile e lui ha suonato anche in Tribute To Stevie Wonder, il mio precedente progetto discografico. Quando ho cominciato a pensare ad Outta Time gli ho detto che volevo inserirci una cover di Jimi Hendrix e così abbiamo preso a studiarne assieme l’arrangiamento. Io ho suonato la chitarra e Greg ha creato i disegni di batteria, cosa che è bravissimo a fare, oltre che, naturalmente, registrare le sue parti di chitarra. Riguardo al basso, ho contattato T.M. Stevens che, quindi, ha suonato le sue parti. Risultato finale? Una traccia grandiosa, originale, ma che rispetta l’essenza di Jimi Hendrix, la mia più grande influenza come chitarrista. L'unico modo in cui posso descrivere Greg Howe è… sensazionale! Non solo come chitarrista, ma anche come arrangiatore. Lui ha una grande mente creativa e il suo guitar playing è unico: un originale mix di rock, jazz e R&B”.

Sul motivo per cui ha scelto proprio Fire tra i brani di Jimi Hendrix, Neilly dice: “Fire è uno dei brani che preferisco del repertorio di Jimi Hendrix. L’intento era creare una versione originale mantenendo al contempo il mood di Hendrix ed è ciò che io e Greg abbiamo fatto… Così è venuto fuori un mix tra Jimi Hendrix, Lenny Kravitz e i Living Colour: una versione heavy e funky al contempo tempo e con degli assoli infuocati!”

Sulla sua miglior dote di chitarrista, Neilly dice: “sono un chitarrista che ha assimilato influenze diverse e poi le ha messe assieme per creare la sua musica. Io vengo dalle Bahamas e pertanto sono cresciuto ascoltando di tutto: rock, hard rock, jazz, R&B, country, classica, calypso, reggae, latin, bossa nova... Quando compongo un brano, la mia chitarra diventa il mezzo che mi aiuta ad esprimermi al meglio, pur se posso farlo suonando anche tastiere e basso. Tutto sommato direi che la mia principale qualità di chitarrista è la duttilità: riuscire a suonare tutto ciò che un brano richiede tramite i suoi testi e tramite la sua musica, naturalmente!”

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