TAJ MAHAL "Savoy"

di Andrea Martini
01 febbraio 2023

recensione

Taj Mahal
Savoy
Stony Plain Records
Si tratta di un progetto da lungo tempo nella mente di Taj Mahal e John Simon (produttore, fra gli altri, di The Band, Leonard Cohen, Gordon Lightfoot, Blood Sweat & Tears) ma approdato alla sua realizzazione in studio lo scorso agosto 2022 ed in uscita il prossimo 28 aprile 2023: parliamo di "Savoy", il nuovo album che Mahal ha concepito come tributo ai tempi del famoso Savoy Ballroom di Harlem, quando Ella Fitzgerald cominciava con la Chick Webb Band, nel 1938.

Omaggio all’era dello swing e delle big band – con la voce di Maria Muldaur come ospite in Baby It’s Cold Outside ed il violino di Evan Price in due tracce – "Savoy" snocciola 14 standard di gran caratura, opera di Duke Ellington, Louis Jordan, George Gershwin, Louis Armstrong, corroborati dall’inconfondibile voce di Mahal: “li ascoltavo da bambino, quando tutti quei musicisti erano in vita e ti parlavano attraverso i loro dischi. Non erano solo dischi che alimentavano via via la mia collezione, erano quelli che menzionavano i miei zii, cugini, nonni, per parlarmi di musica…”



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Aggiunge Mahal: “Musica straordinaria, musica in cui senti anche il rispetto del compositore verso il talento che ha ricevuto in dono. Creare e suonare musica, così come altre arti (danza, composizione, pittura, scultura…), significa mettere un contributo al patrimonio dell’umanità…"

In studio con Taj Mahal, Danny Caron e Ruth Davies (chitarra) – John Simon (piano) – Leon Joyce Jr. (batteria) – Carla Holbrook, Leesa Humphrey, Charlotte McKinnon, Sandy Cressman, Sandy Griffith, Leah Tysse (cori).
"Savoy" è stato registrato al 25th Street Recording Studio di Oakland (California) – Produzione: John Simon – Sound engineer: Gabriel Shepard.



Nato ad Harlem (NYC) nel 1942, Taj Mahal nasce in una famiglia di musicisti; suo padre è un pianista jazz con origini caraibiche (che ha collaborato peraltro con Buddy Johnson, il nonno di Taj), mentre sua madre è una cantante/insegnante di gospel: “sono cresciuto essendo ben consapevole delle mie radici africane; la mia famiglia era nella musica, allora lo swing ed il bebop degli esordi. Tutto ciò è significativo in termini della musica che ho ascoltato sin da bambino..."





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