TECH21 SANSAMP Character Plus Series

di Francesco Sicheri
10 marzo 2023

test

Tech 21
SANSAMP Character Plus Series
Effetti
Tech 21 cavalca da molto tempo l’idea di ridurre drasticamente gli ingombri di pedali e processori per effetti. Il FlyRig rappresenta l’apice della compattezza al servizio di un setup completo, ma con la serie Character Plus il brand vuole condensare il carattere sonoro di ben definite ere dell’amplificazione all’interno di un box di soli 19,7 cm. Presentata per la prima volta nel 2008, la Character Plus Series di Tech 21 punta a formare una sorta di “collezione” di suoni leggendari composti non solo amplificatori, ma anche da pedali divenuti famosi per aver contribuito a creare sonorità senza tempo.



Sono ben quattro i nuovi prodotti presentati da Tech 21 con la Character Plus Series, linea di stompbox compatti che si compone di stompbox “all-in-one” pronti a fungere da aggiunta a pedalboard pre-esistenti, da preamp utilizzabili con un finale di potenza, oppure da strumenti standalone per la registrazione diretta tramite uscita XLR grazie alla rinomata tecnologia cab-sim dei prodotti Tech 21 SansAmp.

Per ridare vita alla Character Plus Series Tech21 punta su quattro “mondi sonori” tra i più iconici nella storia della chitarra elettrica. Con il Fuzzy Brit si parte dalla sfera Marshall di stampo vintage per quanto riguarda l’amplificazione, alla quale si affianca la presenza di un circuito fuzz di estrazione Fuzz Face. Il riferimento chitarristico è chiaro, e tutto è accessibile tramite un unico stompbox e tre footswitch. Il secondo nato della nuova serie è il Mop Top Liverpool, nome abbastanza significativo nell’identificare quell’universo sonoro made in UK che risponde al nome Vox. Per questa variante della serie Tech 21 ha deciso di affiancare un boost che si rifà a quel Treble Booster così famoso per essere stato il perfetto compagno di tanti AC30.

Si resta sempre in territorio inglese con l’English Muffy, variante della Charachter Plus Series che sposta l’attenzione sull’eredità di quelle testate Hiwatt che hanno messo il timbro sulla storia della musica insieme a nomi come Pete Townshend e David Gilmour. Come il nome suggerisce, il quadro dell’English Muffy si completa con il circuito di un Big Muff di ispirazione gilmouriana.
Ultimo tra i nuovi prodotti di Tech 21, lo Screaming Blonde, che vuole rendere omaggio all’ala americana dell’amplificazione, ed in particolare al mondo sonoro di casa Fender. Malgrado il nome, nello Screaming Blonde c’è spazio anche per suoni di estrazione “Blackface”, ed un circuito Tube Screamer si pone come perfetto alleato per quanto riguarda la disposizione di suoni overdrive.

Tutti i nuovi nati di casa Tech 21 arrivano forniti di alimentatore dedicato (con adattatori per ogni tipologia di paese) e sono dotati di enclosure in metallo leggermente inclinata, della stessa tipologia già vista per altri prodotti del marchio.



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FUZZY BRIT
Il mondo del Fuzzy Brit è quello dell’ala inglese più frizzante, briosa e acida nell’accezione migliore del termine. Non servirà certo il fiuto di Sherlock Holmes per capire che sotto questo nome, e con un circuito Fuzz Face aggiunto come stompbox d’occasione (per di più con un box con colorazione viola a fare da corredo, si cela una re-interpretazione del suono Marshall anni ’60.

La prima metà della corsa del controllo Character è quella che si ispira più marcatamente al suono dei primi combo Bluesbreaker. Si tratta di un suono più morbido e più “leggero” nell’attacco rispetto a quanto accade portando il controllo Character verso settaggi più elevati. Quando il controllo del carattere si avvicina ad ore 12, il sound del Fuzzy Brit si muove in territori che si potrebbero definire “Plexi”, per quanto sia risaputo che lo stesso “Plexi sound” abbia molte sfumature. Ciò si traduce in una maggior spinta sulle medio-alte frequenze, che si fanno più pungenti e “frizzanti”. Alla plettrata ciò si percepisce con un naturale ispessimento del “centro” sonoro, caratteristica tipica di quel suono Marshall che viene ricordato per un morso potente e affamato anche quando non obbligatoriamente carico di distorsione. La parte “finale” della corsa del potenziometro Character dirige il Fuzzy Brit verso un’era della JMP chiamata “Metal Face”. Dalla metà del 1969 in poi il pannello frontale delle “Plexi” viene sostituito con un nuovo pannello in alluminio spazzolato, da qui il nome “Metal Face”. A questa modifica corrispondono anche alcune modifiche ai componenti del circuito che portano le nuove testate di casa Marshall a suonare più “acide” e più aggressive, in quanto più cariche di informazioni sulle alte frequenze.

Il Fuzzy Brit imita in maniera piacevole il sound Marshall della prima era, o perlomeno si cimenta in una buona re-visione di quello che molte persone considerano il sound Marshall per antonomasia. È possibile che di tanto in tanto si debba correggere un po’ l’EQ, ed in particolare le alte frequenze dello stompbox, in quanto il contenuto “base” di quest’ultimo è sempre un po' più alto di quanto molte persone possano considerare necessario. Questo, però, è da tenere a mente come un punto di partenza vantaggioso nel momento in cui si vada ad attivare il circuito Fuzz Face a disposizione.

Passando al circuito Fuzz del Fuzzy Brit, non si può evitare di notare come – rispetto a molti dei Fuzz Face in circolazione – quello di Tech 21 suoni leggermente compresso, caratteristica riscontrabile soprattutto quando il controllo Fuzz venga settato su valori bassi. Il cleanup del Fuzz a disposizione è sufficientemente responsivo quando si utilizza uno strumento con pickup single coil (o comunque dall’output non esagerato), mentre lo stesso non si può dire nel caso si utilizzi un pickup humbucker. In generale quando accoppiato con la parte del pedale dedicata all’amplificatore, il Fuzz Face del Fuzzy Brit si comporta bene per ricreare quelle sonorità hendrixiane che in tanti continuano a rincorrere con questa tipologia di accoppiate. Peccato per l’assenza di un loop effetti, che in questo caso avrebbe potuto permettere di inserire altri effetti (leggasi modulazioni) dopo la sezione dedicata al Fuzz e prima di quella dedicata all’amplificatore. Poco male, però, non si tratta certamente di una mancanza in grado di far ricredere sull’acquisto.


MOP TOP LIVERPOOL
Dai The Beatles a Brian May, passando per The Edge e per un milione di altri nomi altisonanti, il sound del Vox AC30 affonda le radici così profondamente nella storia della musica da non dover rendere mai necessario spiegare quali siano i suoi tratti principali. Senza ombra di dubbio, però, si può affermare che una buona ed una fallimentare ricostruzione del sound Vox siano differenziate da un’appropriata resa delle frequenze medie, vero e proprio ago della bilancia della valutazione.
Data una tale introduzione, è giusto annunciare fin da subito che il Mop Top è quello tra i Character Plus che più efficacemente si rifà alle sonorità alle quali vuole rendere omaggio.

I controlli di Character del Mop Top Liverpool funzionano diversamente da quanto visto con il precedente Fuzzy Brit, ed infatti si prepongono per essere due diversi caratteri sui quali poter agire indipendentemente. Nella prima metà della corsa il primo dei due caratteri, Char A, vuole ricreare il suono di un Vox AC30 Top Boost settato per clean morbidi e rotondi. Nella seconda metà della corsa, invece, Char A si sposta verso il suono di un Top Boost con delle medie frequenze sempre più in evidenza, pensate per garantire quel sound dal piglio lirico e cantabile che ha stregato così tanti. Il secondo controllo di carattere, Char B, è pensato per ricreare il timbro di un AC30 Top Boost settato per un suono pulito molto corposo, ricco di medie frequenze e dalle alte/altissime cristalline e scintillanti, mentre la seconda parte della corsa va a riempire il vuoto sulle medie frequenze restituendo un suono molto organico e ricco di corpo.

Malgrado siano disponibili separati controlli Drive per i caratteri del Mop Top, il Boost incorporato nello stompbox offre un’ulteriore via per ottenere quei suoni carichi e saturi che hanno reso il sound Vox così famoso. In particolare Tech 21 offre due diverse tipologie di Boost a portata di knob. La manopola Boost lavora infatti in maniera diversa dal solito. A ore dodici il boost è assolutamente flat, ruotando la manopola in senso orario si ottengono 12db di treble-boost, mentre ruotandola in senso antiorario si otterrano 12db di mid-boost. In aggiunta a ciò due switch “mid-shift” e “high-shift” permettono di plasmare ulteriormente il suono insieme all’EQ a tre bande in comune tra i due caratteri.

Il suono del Mop Top è convincente, potrebbe sicuramente servire da ottimo backup o da Vox-in-a-box per un setup casalingo. L’aspetto più convincente del Mop Top rispetto ai suoi “fratelli” è la risposta dinamica. Sfruttando il lato B con il controllo di carattere al massimo ed alzando il drive al massimo, si entra in quei territori del Vox sound che sanno scuotere le pareti. Malgrado il livello di saturazione, con il controllo di volume del nostro strumento si può sempre tornare ad un suono clean, che si assottigli sulle basse frequenze proprio come un buon farebbe un buon Vox.
Anche sul Character B si riscontra un’evenienza tipica del VOX sound, ovvero quello che dagli inglesi viene definita una risposta “lanosa” dell’attacco. Quando si spinge il lato B a livelli di saturazione sostenuti grazie al Boost incorporato, si riesce a percepire quell’attacco un po’ “molliccio” sotto la plettrata, non troppo dissimile sa quello che si percepisce con il “sagging” quando un amplificatore non riesce più a restituire l’informazione sonora in maniera precisa.


ENGLISH MUFFY
Il trittico inglese dei nuovi Character Plus si chiude con il doveroso – ma non così scontato – omaggio al suono di casa Hiwatt. Pensando bene al mondo dei pedali amp-in-a-box non è così frequente incappare in tributi “completi” dedicati alla gloriosa storia degli amplificatori Hiwatt. L’English Muffy, pertanto, è assolutamente ben accetto in un settore, come quello dell’effettistica che sembra spesso ignorare come il sound Hiwatt continui a giocare un ruolo fondamentale nell’immaginario di tantissimi chitarristi. Impossibile parlare di Hiwatt senza tirare in ballo David Gilmour, ed è ancora più difficile farlo nel caso dell’English Muffy, che riassumendo in uno stompbox il suono Hiwatt ed un pedale derivato dall’Electro Harmonix Big Muff va a giocare proprio in quel campo minato che il suono del chitarrista dei Pink Floyd.

Non si parla soltanto di Gilmour, però, con l’English Muffy, perché nello sviluppo del pedale Tech 21 si è ricordata di fare alcune doverose menzioni. Il carattere dell’English Muffy lavora, come già visto con il Fuzzy Brit, con due caratteri A/B identici, settabili per due diversi suoni della stessa estrazione. Quando utilizzate nella prima metà della corsa, le manopole di controllo Character si rivolgono alla sfera più pulita e cristallina del suono Hiwatt, quella che per molti rappresenta un ostacolo difficile da affrontare a causa della sua precisione e durezza. Avvicinandosi ad ore 12 il controllo Character sposta l’English Muffy verso quei crunch che hanno segnato la storia dei The Who e di Pete Townshend, mentre è solo dirigendosi verso il termine della corsa che il controllo Character si assesta su quelle distorsioni cariche di sustain che illuminano i tanti fan di Gilmour.

Il circuito del Big Muff inserito nell’English Muffy non ha una “collocazione” precisa. Chi conosce la lunga storia del Big Muff sa bene che esistono moltissime (e diverse) versioni del pedale creato da Mike Matthews. Gilmour stesso ha sfruttato più varianti del Big Muff, ed è difficile associare a quello presente nell’English Muffy una sola – inequivocabile – ispirazione. Si tratta, molto probabilmente, di un Muff dell’era Ram’s Head, la più celebre ad essere associata a Gilmour, ma ciò che conta realmente è che si tratta di una buona re-interpretazione di quel circuito così famoso.
Quando il gain del Muff (Sustain) non è spinto verso settaggi più “sostanziosi” il pedale suona un po’ troppo scarico ed ingolfato per essere credibile, semplicemente gli manca quell’articolazione tipica di un Muff di quel periodo. La maggior parte di chi adora Gilmour, però, non ha interesse per un Big Muff almeno che non il suo gain non superi una certa soglia, e grazie alla compressione data da un livello di saturazione maggiore il Muff inserito nell’English Muffy assume tratti molto più simili alle sue controparti originali.

Tornando per un attimo al lato dell’amplificatore, è bene sottolineare alcuni particolari. In maniera opposta al pedale di cui si avvantaggia, la ri-creazione del suono Hiwatt di Tech 21 lavora al meglio quando il tasso di distorsione è minore. L’articolazione delle singole note, e dell’intero spettro di frequenze, è più cristallina quando la saturazione dell’English Muffy è contenuta nella sfera dei crunch (anche se sostenuti), casistica nella quale ci si trova di fronte ad un vero e proprio amp-in-a-box capace di ottima dinamica e di digerire pedali esterni con buona facilità. Lo stesso non si può dire dei suoni più saturi, dove invece il carattere del pedale sembra prendere il sopravvento a discapito di responsività e intelligibilità.


SCREAMING BLONDE
Per il momento c’è un solo prodotto della linea Character Plus a navigare i mari del suono made in USA. Lo Screaming Blonde è uno stompbox pensato per incarnare l’essenza del sound Fender, ma si propone di fare molto di più: riassumere ben tre diverse epoche del suono che ha caratterizzato altrettante varianti di amplificatori firmati da Leo Fender e dal suo brand. A questo si aggiunga, infine, che incorporato nel pedale troviamo il circuito di uno degli stompbox su cui i chitarristi di tutto il mondo spendono il maggior quantitativo di tempo e denaro alla ricerca della “giusta” variante, e la missione dello Screaming Blonde apparirà immediatamente qualcosa di impossibile.

Le due manopole Character dello Screaming Blonde controllano due identici caratteri utilizzabili come canali suoni separati all’interno di un brano o di una performance. Utilizzato in senso antiorario il controllo di carattere permette di avvicinarsi a sonorità di stampo Blackface, e pertanto cariche di basse frequenze, di medie svuotate, e di alte cristalline. Avvicinando il controllo ad ore dodici Tech 21 si propone di spostare il suono dello Screaming Blonde in qualcosa di molto più vicino alle unità Blonde di Fender. Ciò si traduce in basse e alte frequenze ancora più robuste, ma soprattutto in medie frequenze decise ed “avanti” nel mix. L’enfasi sulle medie frequenze prosegue spostando il controllo Character verso la seconda metà della corsa, ovvero verso sonorità di stampo Tweed. Caratterizzate da delle medie frequenze molto corpose e da una spinta generale che va ad ingolfarsi gloriosamente lì dove la chitarra vive nel mix di una band.

Il sound dello Screaming Blonde ha più di un buon momento lungo tutta corsa del controllo Character. Non è facile definire i settaggi migliori, in quanto tutto dipende in maniera fondamentale dall’amplificatore con cui si utilizza il pedale, oppure dal finale di potenza al quale si decide di accoppiarlo. Soprattutto nei suoni più brillanti lo Screaming Blonde riesce a restituire quella qualità percussiva che è tipica dei Fender di stampo Blackface. Allo stesso modo, però, quando il carattere viene spinto al massimo lo Screaming Blonde tira fuori la “sporcizia” che ogni Tweed che si rispetti deve avere. Pertanto tutto ciò che resta da comprendere è se il Tube Screamer di cui lo Screaming Blonde è dotato può reggere il peso della sua eredità.
La risposta finale è sì, ma con qualche riserva. Collezionisti e puristi di ogni sorta rimarranno sempre delusi, ma questa pare una condizione inevitabile per tutti coloro che danno a suono e valore storico lo stesso tipo importanza. Lo Screaming Blonde mette a disposizione un circuito Tube Screamer che non è niente di diverso da quello che si trova anche in tante re-interpretazioni boutique. Cercando l’ago nel pagliaio è certo che si troveranno sempre delle differenze, ma la resa finale vale veramente il rompicapo dato dalla comparazione ossessiva? Ai posteri l’ardua sentenza.


CHARACTER
Per completare la disamina è giusto fare chiarezza sul funzionamento dei “character” dei quali ogni pedale è dotato. Su ogni unità della Character Plus Series troviamo un footswitch dedicato alla selezione di due diversi caratteri del pedale. Si possono vedere come due canali separati per la gestione del suono dell’amplificatore di riferimento, ma in realtà le sonorità a disposizione sono molte di più.

Ad ogni “character” è infatti associata anche una manopola che ne regola il funzionamento. Le due manopole character operano attraverso diverse sonorità a seconda del loro settaggio. Utilizzando il controllo in senso antiorario ci sposteremo in determinati territori sonori, mentre utilizzando l’altra metà del controllo Character avremmo accesso ad altre sonorità (sempre associate all’amplificatore preso come riferimento dal pedale). Le sfumature nel mezzo dei due estremi sonori scelti da Tech 21 sono il vero asso nella manica della Character Plus Series, che propendendo per una manopola al posto di un toggle switch, consente di sfruttare molti più suoni di quanti si penserebbero possibili.
Tramite il footswitch per la selezione dei due caratteri è possibile, quindi, settare l’uno per un tipo di suono, ed il secondo per avere sonorità di altro tipo, il tutto – ovviamente – al fine di inserire i nuovi Character Plus in un’ottica marcatamente rivolta alla performance.

Come ultima particolarità il “carattere” di ognuno dei nuovi nati di Tech 21 è completamente dissociabile. Grazie ai tre footswitch a disposizione si possono utilizzare gli effetti integrati nei Character Plus in accoppiata con l’amplificatore per i quali sono stati pensati, oppure è possibile scegliere di utilizzarli in maniera separata come se fossero degli stompbox di una pedalboard, richiamabili in qualsiasi momento.

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