SWITCH It #24: Tone Bakery, 1981 Inventions, Morley, Supercool Pedals, Jam Pedals, Beetronics, KHDK

di Francesco Sicheri
01 maggio 2024
Tutti i mesi, fra le pagine di GuitarClub, facciamo una selezione dei pedali più interessanti sul mercato grazie alla rubrica Switch It. Insieme a vari consigli per gli acquisti riguardanti ultime uscite e pedali in rivalutazione, ogni mese scegliamo una pedale da riscoprire fra i tanti presenti nel mercato dell’usato, e scegliamo un "Pedale del Mese" fra quelli correntemente in produzione.

USATO DEL MESE
TONE BAKERY
Creme Brulee e Crème de la Creme

Il suono del Klon è ormai di dominio comune, anche per pedali molto economici... Ma esistono ancora delle revisioni di quel circuito, in grado di stupire.




Anzitutto va precisato che al momento in cui queste righe vengono scritte, i pedali firmati Tone Bakery sono assolutamente irreperibili come nuovi sul suolo italiano. Anche scandagliando siti di rivendita su scala globale si può facilmente constatare che l'unica via per acquisire un pedale Tone Bakery è quella dell'usato, questo malgrado il sito web del brand sia ufficialmente aggiornato e (apparentemente) consenta l'acquisto diretto. La verità è che Tone Bakery è uno di quei brand da sempre avvolti da grande mistero. Si tratta di prodotti made in USA, di stampo boutique e dal grado di reperibilità...

l'articolo continua...

molto scarso anche nel loro paese d'origine. Con premesse simili, quindi, sarebbe lecito aspettarsi pedali esotici dai prezzi di rivendita esorbitanti, ma questo nuovo consiglio per l'acquisto saprà stupire in molti. Per quanto riguarda i pedali Tone Bakery ha sempre adottato la filosofia dell'onestà intellettuale... O perlomeno di un "certo grado di onestà".
La produzione di pedali del brand fa leva da sempre sul circuito del Klon Centaur. Non è qualcosa che il marchio ha mai nascosto, anzi, si tratta proprio di uno dei motivi per cui i prezzi di vendita dei pedali firmati Tone Bakery hanno sempre convinto per accessibilità. Crème Brulee e Crème de la Crème, i due bestseller del catalogo, si sono sempre collocati fra i €150,00 ed i €200,00, cifre più che ragionevoli per pedali boutique, e soprattutto per pedali facenti parte del difficilissimo "mondo Klon".
Di Klon, o meglio ancora clones, Centaur si sta parlando, e tutta l'operazione di Tone Bakery sarebbe sfociata in semplice plagio se all'origine del progetto non ci fosse stato un germoglio di originalità pronto a sbucare e salvare la partita in extremis.
Il Creme Brulee è un vero e proprio clone del famigerato Klon. Provati fianco a fianco in molti ammettono di non poter sentire differenze, ma la componentistica usata da Tone Bakery sembra aver garantito al suo Creme Brulee un'enfasi sulle medie frequenze che il Klon Centaur originale non ha. La fibra sonora è quella del pedale più costoso della storia, e ad alcuni settaggi le differenze sono realmente impercettibili rispetto al Centaur originale. Lungo tutto il range di sonorità a disposizione, il Creme Brulee risulta comunque un po' più scarico di gain, tendendo più al clean boost che all'overdrive puro. Un trasformatore interno spinge l'alimentazione da 9v a 18v, aumentando così notevolmente l'headroom del pedale.

Se il Creme Brulee si attiene al circuito del Klon Centaur in maniera molto più stretta, il Crème de la Crème è la vera gemma nascosta di casa Tone Bakery. Conoscendo bene il carattere "boost" di cui è dotato il circuito del Centaur, il Crème de la Crème, prende la sezione gain del pedale e la esclude rendendola "attivabile" a piacimento. Il pedale offre infatti due footswitch: il primo per l'accensione del pedale nella sua modalità clean boost, ed il secondo per l'attivazione del controllo di gain. È quasi inutile sottolineare come questo renda il Crème de la Crème estremamente versatile, offrendo sia un overdrive sia un clean boost, oppure due clean grazie ad un dip switch interno che permette di disattivare completamente lo stadio di gain anche sul secondo "canale" del pedale.




La produzione artigianale di casa Tone Bakery fa sì che il mercato dell'usato offra diverse varianti dei due pedali caratterizzate da colorazioni e combinazioni di manopole anche molto diverse tra di loro. Fino a non molti anni fa era possibile trovare esemplari di casa Tone Bakery in vendita in Italia a prezzi irrisori, spesso anche inferiori agli €80,00. Nel corso degli anni, però, la diffusione di informazioni riguardo al brand e riguardo al circuito utilizzato ha fatto sì che i prezzi aumentassero anche in Europa, e conseguentemente nel nostro paese. Al giorno d'oggi non è possibile pensare di spendere meno di €130,00 per un Crème Brulee, e meno di €150,00 per un Crème de la Crème, questo a patto che si riesca a rintracciarne uno. Con una buona dose di fortuna si potrebbe anche incappare in un Crème Double, ovvero due circuiti indipendenti del Crèmè Brulee nello stesso chassis.

Un buon Klon Centaur a €150,00 non è qualcosa da dare per scontato, soprattutto se a questa cifra si aggiunge anche la possibilità di sfruttare il pedale come clean boost separato.



USATO DEL MESE
1981 INVENTIONS
DRV

In maniera a dir poco incredibile, dal circuito del Rat è nato qualcosa di poco scontato. Il prezzo da pagare è alto, ma per una volta potrebbe davvero valerne la pena.

La storia di 1981 Inventions è di quelle che fanno scattare la lacrimuccia a qualsiasi chitarrista, ma di certo non è tra le più originali. Stanco dell'offerta di pedali drive sul mercato, Matthew Hoopes (chitarrista dei Relient K) decide di mettersi al lavoro su qualcosa che lo soddisfi a pieno. Per farlo si avvale dell'aiuto di Jon Ashley, mente dietro i prodotti Bondi Effects, e nel 2018 dà vita alla prima sfornata di 1981 Inventions DRV. Nell'arco di una sola mattina i DRV disponibili sono esauriti, e Hoopes capisce di avere fra le mani un progetto vincente.




Oggi 1981 Inventions è uno di quei brand circondati da un'aura magica. L'offerta del brand è composta da due soli pedali, il DRV ed il LVL, entrambi caratterizzati da un'estetica minimale ma al contempo estremamente elegante.
Minimale ed elegante non sono certo due qualità apparentemente affini al suono del DRV, che si configura per essere un vero e proprio restyling del circuito di un ProCo RAT Whiteface del 1985.
Ed è proprio qui che le cose si fanno interessanti, perché malgrado il DRV prenda vita da quello del ratto più famoso del mondo chitarristico, il circuito è stato pesantemente modificato per offrire una distorsione molto più organica e dinamica di quanto il RAT abbia mai fatto. All'interno del pedale ci sono, a tutti gli effetti, due circuiti (preamp/boost e distorsione) che lavorano a 18V. Il DRV sfrutta quindi uno stadio di preamp con output settato ad un livello molto più basso di quanto accade nel RAT e questo consente al 1981 DRV di lavorare su un range di saturazione molto più ampio e lineare. Seppur adattato per una risposta sulle basse frequenze molto più precisa, il controllo Filter del RAT si fa vedere anche nel DRV sotto mentite spoglie. In quest'ultimo caso, infatti, viene rinominato Cut, ed agisce a tutti gli effetti come un taglio sulle alte frequenze sempre più ingente man mano che si ruota la manopola in senso orario.
La pasta sonora del DRV può non ricordare il RAT in prima battuta, ma sa decisamente ricrearne un'ottima interpretazione quando si spinge il livello di distorsione oltre una certa soglia. Il lato più sorprendente di questo pedale è sicuramente l'escursione del controllo Drv, che permette di sfruttare suoni drive accennati, tanto quanto distorsioni al limite del fuzz. Il carattere del RAT è percepibile in ogni sfumatura, ma lo stesso vale per una patina sonora che sembra donare al DRV un tocco vintage estremamente godibile.

Il pedale di 1981 Inventions è uno di quegli elementi della pedalboard che sanno realmente gestire una tale mole di suoni da poter condizionare ogni altra scelta sonora. Le alte ed altissime frequenze del DRV sono cristalline, talvolta pungenti quando si usano dei single coil molto frizzanti, ma al contempo il range delle medie frequenze gode di una spinta che garantisce al pedale un'articolazione estremamente godibile, soprattutto nel caso di distorsioni di questo tipo. Il DRV può fare al caso di chiunque ami i suoni più spinti della sfera rock, ma è capace di regalare grandi soddisfazioni anche in ambito crunch.



Al momento l'acquisto del DRV in Italia passa obbligatoriamente per pochissime unità disponibili in altrettanto pochi negozi. L'unica alternativa è quella dell'acquisto diretto, ma ciò comporta il sopportare attese bibliche (dovute alla produzione in quantità limitata), così come inevitabili spese di importazione. Per quanto riguarda il reperimento del 1981 DRV nel nostro Paese è quindi probabile che la via più facile da percorrere resti quella dell'usato, eventualità che - come intuibile - obbliga comunque ad accettare prezzi di vendita "gonfiati".

Con il 1981 Inventions DRV si acquista un'idea, e non soltanto un pedale. Il DRV è un oggetto bello da vedere, tanto quanto da suonare, un prodotto azzeccato sotto ogni punto di vista. L'impatto estetico minimale non è soltanto uno specchietto per le allodole, perché il sound del DRV è così deciso e corposo da non poter scontentare nessuno. Si tratta di un pedale che si è guadagnato uno status al limite del mitologico, un "classico moderno", ovvero uno di quei pedali che nel giro di pochi anni si trasformeranno in un investimento da tramandare. Il motivo per acquistarlo, però, è il sound, perché il DRV è un RAT perfezionato al punto da poter fare tutto quello che si può chiedere ad un OD/Distorsore.

All'interno dell'articolo apparso su Guitar Club di Maggio 2024, trovate anche i seguenti pedali:
• SUPERCOOL PEDALS Zig Zag
• JAM PEDALS Fuzz Phrase Si
• MORLEY Cliff Burton Classic Power Wah Fuzz
• BEETRONICS Wannabe
• KHDK Deathscream

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